giovedì 31 dicembre 2009

145 - IL PASSO SUL VULCANO

Gli zoccoli dei cavalli corrono veloci sulla strada scura, che si inerpica tra la roccia lavica degli scoscesi pendii del vulcano Soufriere.
Il passo dista meno di un'ora a cavallo dalla città. Per quanto Ruben sia partito già da diverse ore, non può aver fatto molta strada.
Il sole è ormai scomparso oltre l'orizzonte delle montagne, e nel crepuscolo le bocche laviche dei crateri, invisibili di giorno, risplendono infuocate, immerse nel panorama spoglio della montagna.
Gilead, che guida la compagnia, fa rallentare la propria cavalcatura, facendo cenno agli altri di fare lo stesso. La salita è stata rapida, e le bestie sono stanche. Il caldo e lo zolfo ormai schiacciano i polmoni, e respirare è faticoso.
Oltre una curva brusca lungo la parete di una colata, la strada si allarga leggermente. Sopra le teste dei nostri eroi, le vette sono poco distanti. Il cratere principale sbuffa, mentre sui pendii attorno ad esso appaiono e scompaiono bagliori incandescenti, come di bocche stanche che si aprono lente per vomitare lava rossa. Lo spettacolo è tanto suggestivo quanto terribile nel tramonto morente.
Al sicuro sulla strada, gli avventurieri si avvicinano al passo, accompagnati dalle prime stelle della sera. Poco più avanti, un bastione abbandonato si appoggia alle pareti basaltiche della montagna. Come preannunciato da Inocencia, non ci sono tracce delle guardie di Puerto o di Castellòn che lo custodivano.
Gilead smonta da cavallo con un balzo: "Juan, andiamo a dare un'occhiata..."
"Scordatelo elfo, è buio e sporco!" risponde stizzito Juan. Gilead lo guarda torvo: è davvero la sua fobia, o una ripicca per l'aver accettato di aiutare Inocencia?
"Lascia stare, Gilead, vengo io" dice Rune. Il monaco scende da cavallo e ne consegna le redini al suo secondo passeggero, Gimble. Lo gnomo è l'unico a non avere un destriero tutto suo.
"Ehi! Non vorrai lasciarmi da solo a bordo di questo bestione!" protesta il bardo, seriamente preoccupato.
Juan sbuffa: "E va bene, va bene... andiamo orecchie a punta."
Dopo una breve esplorazione i due tornano. All'interno non hanno rinvenuto nulla di interessante, il posto è stato abbandonato, e le guardie si sono portate via praticamente tutto ad eccezione delle armi rotte e delle cianfrusaglie.
Ripreso il galoppo e superato il passo, la strada inizia una leggera discesa attraversando una gola dalle pareti ripide e scure, che si apre alla fine su uno spiazzo pianeggiante circondato dalle vette del massiccio, in cui fanno capolino dei vecchi tronchi e arbusti rinsecchiti, fossilizzati, pietrificati dai fenomeni vulcanici.
Improvvisamente Isabel rallenta la sua marcia, deviando verso il versante sinistro.
"Che c'è Isabel?" chiede Rune.
"C'è... qualcosa... laggiù"
Avvicinatasi col cavallo, dopo aver acceso una torcia, Isabel scruta il terreno. Una scarpa... un randello... e la conferma più temuta, il bagliore di un pezzo d'argento.
Rune raggiunge la chierica: "Ci sono macchie di sangue qua attorno. Dannazione, che diavolo è succ...!"
La frase di Rune è interrotta da un improvviso e pesante battito d'ali, proveniente dai picchi bui.
Ciò che ha preso Ruben sta arrivando anche per loro!

6 commenti:

Sommo Kuduk ha detto...

ecco e ci fai attendere un anno prima di darci il seguito, bravo!!!!!!!

Ale ha detto...

ahahah!!!

Mr. Mist ha detto...

Ciao a tutti,
Una sana visita ai meie blogs preferiti è il modo migliore per iniziare il 2010!
Qui si inizia con un tiro al volatile!

Ale ha detto...

...o è il volatile che inizia con un "tiro al PG"?

Libertè ha detto...

Buon anno a tutti!!!!!

Pupottina ha detto...

buon 2010 anche se in ritardo!

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