Gimble e Juan si fanno strada attraverso la folla radunata nella
grande stanza al pianterreno del palazzo del Governatore. E' insolito
che un processo venga tenuto qui, ma la necessità di contenere il gran
numero di persone accorse ha reso necessario l'allestimento di una delle
grandi sale della rocca. Bifolchi, paesani, curiosi si accalcano per
accaparrarsi i posti migliori, mentre le guardie cittadine si prodigano
per mantenere l'ordine oltre le transenne che separano il popolino dal
palco delle autorità e dai banchi di giudice, imputato e testimoni.
Correia
siede sulla piccola tribuna assieme alle personalità più influenti di
Salamanca. Non manca nessuno: il monsignore, la piccola nobiltà, i
ricchi mercanti.
I due avventurieri riescono a farsi
largo a sufficienza da riuscire a vedere, proprio mentre il capitano
Garzes accompagna Black Bart alla sua postazione. Il pirata è dimagrito,
e sul suo volto aleggia un'aria stanca. Il suo ingresso è accompagnato
da urla, insulti, sputi. Alcune teste calde vorrebbero scavalcare le
transenne per regolare i propri conti personalmente, ma vengono
prontamente ricacciate indietro dalle guardie.
Placare la folla e
ottenere una parvenza di silenzio si rivela un compito ben più arduo del
previsto e solo dopo quasi mezz'ora dall'ingresso del giudice il
processo può avere inizio. Dopo le letture di rito dei poteri conferiti e
dei capi d'accusa, inizia la lunga processione dei testimoni.
Mercanti
derubati, navigatori che hanno perso tutto, donne violentate, parenti
di vittime delle scorrerie dei pirati. Per tutta la giornata nel palazzo
del Governatore vengono portate le truci testimonianze delle atrocità
commesse dall'equipaggio della Sable Drake, un campionario dei peggiori
crimini possibili.
La folla ascolta come ipnotizzata, quasi incredula, maledicendo il nome del pirata ad ogni cambio di testimone.
Black
Bart invece, quando interpellato, tace. Lo sguardo del pirata è spento,
rassegnato, senza alcuna voglia di lottare, di controbattere. Il suo
destino era già segnato prima ancora che iniziasse il processo.
"Juan Siqueira Roberts" legge il giudice. Poi con un cenno stanco della mano lo invita a esporre.
Juan non dice nulla, limitandosi a consegnare alla guardia al suo fianco una custodia per pergamene. Il soldato porta il documento al giudice che lo apre e lo osserva sbalordito.
"Signore... vogliate darmi delle spiegazioni! Questa lettera reca il sigillo di Granada..."
"Potete spezzarlo, e leggerne il contenuto."
Il giudice srotola la missiva e ne scorre il contenuto incredulo. Juan prende la parola nel silenzio generale.
"Sono riuscito a recuperare questo prezioso documento dalla cabina di Black Bart, mio padre, prima dell'attacco da parte della milizia di Salamanca. L'ho fatto per ragioni personali, perché io stesso avevo bisogno di capire..."
Il giovane coloviano si rivolge a Garzes, sapendo di trovare in lui conferma degli avvenimenti: "Era questa che mio padre cercava sottocoperta, quando avete incrociato le lame."
"E' una lettera di corsa!"
Le parole rieccheggiano nella sala. Black Bart resta impassibile nascondendo la sorpresa. A questo punto qualsiasi parola da parte sua coinvolgerebbe anche suo figlio nel proprio destino. Correia scatta in piedi, il suo sguardo è pieno di preoccupazione, di ira, di odio.
Poi il boato della folla sommerge tutto. Insulti, sputi, maledizioni riempiono la sala, costringendo le guardie ad intervenire per mantenere la calma. Il giudice si affretta a sospendere la seduta, riservandosi di far esaminare l'autenticità del documento, rimandando il verdetto alla mattina seguente.
Correia scende dal palco e si avvicina a grandi passi al giovane coloviano, affrontandolo di petto mentre un manipolo di guardie li circonda per proteggerli da eventuali disordini: "Sei impazzito? Ti rendi conto di ciò che hai fatto, di quello che stai per scatenare, di tutte le vite che avrai sulla coscienza per questa follia? Questo è il seme di una guerra Juan, il seme di una guerra..."
Juan si limita a tacere, mentre viene portato al sicuro dagli armigeri. Nell'andarsene incrocia lo sguardo di Juanito, seduto sulla tribuna delle autorità. L'ex sindaco di Puerto del Principe è l'unico a osservarlo in silenzio. In quegli occhi Juan legge le sue parole: non condivido ciò che fai, ma ti capisco.
La mattina seguente, in un clima teso e denso di interrogativi, viene letto il verdetto. Gimble, tra il pubblico, sorride all'ironia del destino quando il giudice comunica che il notaio Miguel de Osuna certifica l'autenticità della lettera di corsa.
Black Bart viene condannato alla detenzione come prigioniero di guerra al servizio di Granada. Correia si alza e se ne va scuotendo la testa.
Il pubblico esplode nuovamente, contenuto a fatica dalla milizia: "verme di Granada", "cane di Pinilla" sono gli epiteti più gentili rivolti a Juan, qualcuno chiede a gran voce di appendere tutta la famiglia.
I soldati portano via il pirata, portano via il giovane, mentre la folla scavalca le transenne e invoca la guerra contro Granada.
Gimble riesce a sgattaiolare vicino al compagno. Ormai Salamanca è troppo pericolosa per loro. Partenza per Tavistock e imbarco per Bakaresh il prima possibile. Con qualunque mezzo.