lunedì 16 dicembre 2013

393 - LA GARA

Gli avventurieri prendono posto al palco d'onore del Grande Sherzod, mentre gli araldi annunciano l'imminente arrivo del genio a suon di trombe. Il punto d'osservazione privilegiato si trova al centro delle gradinate di un anfiteatro a strapiombo sul nulla che consente di vedere chiaramente tutte le isole fluttuanti del percorso. L'intera corte di Sherzod riempie il resto degli spalti, vociante e eccitata per la gara in procinto di partire.
L'arrivo del Genio corrisponde con un boato da parte del pubblico, che lo acclama e ne loda la magnificenza, lasciando quindi spazio al suo discorso di presentazione dei contendenti.
La voce possente del Genio arriva ben chiara anche alle orecchie di Juan, che a fianco dei suoi avversari cerca di tenere calma una Pennafulva scalpitante tra i canapi tesi a delimitare la zona di partenza.
"...la più grande sfida a cui la mia corte ha assistito da anni a questa parte..."
Pesantemente annoiato dalla lunga introduzione di Sherzod, il coloviano decide di non perdere l'occasione di rompere la concentrazione dei fantini jann. Con uno scarto rapido urta l'ippogrifo di Amirarshad e aggira Qibli, portandosi al suo fianco, lasciando quindi Farah e la sua cavalcatura al centro.
"Attento a quel che fai, umano..." sibila minaccioso il fantino janni.
Juan lo sfida con un sorriso di scherno: "Tu sei già fuori gara amico mio, solo Farah può tenermi testa!"
"...i miei campioni sfideranno il Miglior Fantino del Piano Materiale in una competizione senza sconti..."
Il coloviano stuzzica ancora la giovane janni badando bene di farsi sentire dal fratello: "Forza, prova a battermi e a dimostrare a Hearst quanto vali. Se ci riesci avrà occhi solo per te. E non solo occhi..."
"Figlio di...!"
Come previsto le parole di Juan suscitano la furibonda reazione di Amirarshad che gira la sua bestia per avvicinarsi al coloviano e dargli una lezione. L'ira del fantino non gli permette di realizzare che il Grande Sherzod ha terminato il suo discorso, ed in quel preciso istante i mossieri lasciano cadere le canape. Il boato e le risate della folla riportano Amirarshad alla realtà. Con orrore capisce di essersi lasciato fregare e mentre i suoi avversari scattano fulminei ad affrontare il primo tratto in velocità su terra battuta, lui si ritrova con Mansur voltato dal verso sbagliato. Ringhiando per la rabbia il janni sprona violentemente il suo ippogrifo gettandosi all'inseguimento degli altri due.
Qibli è un fulmine, e come previsto Farah esce dal rettilineo in velocità pronta ad impegnare la sezione ad ostacoli al galoppo con un discreto vantaggio su Juan. Tuttavia il coloviano sa di poter recuperare almeno in parte in questa seconda parte dei percorso, dal momento che Qibli manca della potenza e della resistenza necessarie per affrontare gli ostacoli più difficili. Juan spinge Pennafulva al massimo, davanti a sé vede assottigliarsi sempre più la distanza con Farah, ma non si accorge di quanto rapidamente stia recuperando Amirarshad, che insegue come un mastino sbavante di rabbia.
Farah esce per prima dal percorso ad ostacoli e come una scheggia spinge Qibli verso il limitare dell'isola, mentre Amirarshad e Juan seguono affiancati.
In una sequenza rapida e affascinante i tre ippogrifi balzano nel vuoto spiegando le ali in tutta la loro bellezza, affrontando un dietro l'altro il tratto di volo libero che li separa dalla seconda isola fluttuante del percorso.
Il volo toglie il fiato a Juan, la paura lo costringe alla massima concentrazione, ma per fortuna Pennafulva sembra fare tutto da sola, atterrando sull'isola successiva di un soffio dietro Amirarshad.
I tre si lanciano lungo un percorso ricurvo e fangoso senza sostanziali stravolgimenti di posizione, fino ad arrivare alla riva di uno specchio d'acqua cristallino su cui affiorano qua e là rocce piatte.
Il percorso prevede di attraversarlo balzando di roccia in roccia, calibrando con maestria salto e volo fino alla cascata, dove le acque del lago cadono nel vuoto lungo la parete rocciosa dell'isola fluttuante.
Pennafulva tiene il passo e Amirarshad è ad un soffio quando accade l'imprevedibile: le zampe della bestia scivolano su una roccia melmosa facendole perdere l'equilibrio e precipitandola nelle acque basse. Juan, già in ultima posizione, è rapido a recuperare, ma il distacco si fa importante.
Hodwinkle impallidisce assistendo alla scena, ed un istante dopo Sherzod gli allunga la propria coppa davanti al viso: "Preparati a servirmi altra ambrosia, mio servo!" lo schernisce.
Le parole di Sherzod sono interrotte da un'esclamazione stupita della folla. "Ride bene chi ride ultimo!" si lascia scappare Hearst. Hodwinkle si sente svenire, non sa se riuscirà a sopportare a lungo queste emozioni. Riportando lo sguardo sulla gara lo gnomo vede con sollievo che nei balzi successivi anche Farah e Amirarshad hanno sbagliato e sono scivolati in acqua. La janni recupera immediatamente, lasciando praticamente immutato il suo vantaggio su Juan, mentre il fratello perde il controllo di Mansur, e nonostante lo sproni ripetutamente la creatura non riesce a risalire sulle pietre. Alla fine è costretto a raggiungere al guado la cascata, perdendo molto terreno rispetto agli altri contendenti.
Juan sente rimontare le speranza. Nonostante l'intoppo ora Amirarshad è in seria difficoltà e Farah non è così distante. Inoltre grazie alle informazioni di Hattab sa già cosa aspettarsi dalla cascata.
Ed in effetti è così. Quando Farah raggiunge lo strapiombo è costretta a rallentare la sua corsa per non perdere il controllo, mentre Juan lo affronta a piena velocità.
In un istante, quella che era una cascata lungo le pareti dell'isola diventa un fiume da cavalcare volando sul pelo dell'acqua, da cui sporgono pericolose rocce appuntite. La gravità soggettiva per i cavalieri e le cavalcature - e solo per loro! - vira repentinamente ad angolo retto, ed il "sotto" diventano l'acqua che cade e la parete dell'isola.
Questa strana combinazione di diverse gravità rende il volo lungo il flusso della cascata accelerato dalla caduta, risultando in una folle gimcana tra le rocce sporgenti.
Il cambio di gravità non viene assorbito facilmente da Qibli, e Farah perde terreno nel tentativo di controllarlo. Juan e Pennafulva si avvicinano rapidamente fino ad affiancare la fantina janni, suscitando un'esplosione eccitata del pubblico. Hodwinkle si divora le unghie.
Dietro di loro, ormai fuori gara, Amirarshad sbaglia anche il controllo al cambio di gravità, evitando a malapena una roccia tagliente che ferisce di striscio Mansur. Ciò nonostante il fantino continua a spronare la sua cavalcatura senza pietà, ormai fuori di sé dalla furia.
Farah è determinata a vincere: affiancata a Juan cerca di stringerlo e farlo schiantare contro una roccia. Il coloviano cerca di allontanarla, ma lei tiene duro. Juan pensa veloce: anche se potrebbe far leva sulla prestanza fisica di Pennafulva per avere la meglio in questa sfida, una mossa a sorpresa gli garantirebbe la vittoria. Decide di rischiare, e anziché resistere alla spinta di Farah, la asseconda e scarta per aggirare la roccia sporgente su cui l'avversaria cercava di farlo schiantare.
La manovra è difficile e qui Farah dimostra tutta la sua scaltrezza. Sapeva che Juan avrebbe rischiato e aspettandoselo non si fa cogliere impreparata, correggendo la sua traiettoria per non perdere terreno, ma costringendo ormai il coloviano a completare il complicato passaggio. Juan impreca, e avendo scartato all'ultimo per ingannare Farah non riesce ad evitare che la sua cavalcatura strisci contro il lato della roccia ferendosi e costringendolo a frenare la sua corsa per restare in volo e non cadere. Sherzod ride di gusto ed ordina altra ambrosia a Hodwinkle.
Con la fine della parete rocciosa l'acqua prosegue la sua caduta nel cielo infinito, e lì termina anche la gravità soggettiva. Gli ippogrifi si librano nella tratta di volo libero che li porta all'isola successiva. Juan nota che finalmente Qibli comincia ad avvertire la stanchezza, mentre Pennafulva resiste bene, così come Mansur ormai distante dietro di lui.
Superata una nuova tratta in velocità su terreno solido, Juan sa che li attendono i ponti invisibili. Il coloviano maledice di non essere riuscito a trovare nemmeno una dannata pozione che potesse aiutarlo, per cui dovrà competere alla pari con i suoi avversari. I ponti si sviluppano nell'aria dal bordo dell'isola, a tratti larghi, a tratti stretti, a volte rettilinei, a volte ricurvi. Ed ovviamente per attraversarli è proibito volare, pena ripartire dall'inizio del percorso.
Farah giunge per prima allo strapiombo, ma non avendo modo di sapere dove si estendono i ponti, è costretta ad attendere il passaggio di alcune nubi che impattandoli ne rivelino la presenza definendone i contorni. Ormai Juan è alle calcagna e la segue a pochi passi usandola come guida.
Quando Amirarshad arriva a sua volta i due sono già spariti coperti dalle nuvole che hanno abbandonato il bordo. Il janni impaziente prova ad imboccare una campata invisibile, ma il suo tentativo è fallimentare: Mansur precipita nel vuoto e una volta ripreso il controllo Amirarshad completamente fuori di sé è costretto a tornare alla partenza.
Le doti di equilibrio di Pennafulva sono migliori di quelle di Qibli, e Juan mantiene un passo più veloce stando col fiato sul collo a Farah. Ad un tratto, forse per la pressione dell'avversario, Qibli sembra mettere un piede in fallo, traballa, cerca di mantenere la stabilità aiutandosi con le ali come bilanciere.
Juan decide di non farsi scappare quest'occasione d'oro. Coperti dalle nuvole, con Farah in difficoltà... Dando di sprone spinge in avanti Pennafulva. Basta un "colpetto" a Qibli...
Dagli spalti si vede precipitare Qibli dalle nubi. Il pubblico esplode in esclamazioni di sorpresa. Hodwinkle salta di gioia. Farah deve tornare alla partenza, se non compie passi falsi Juan ha praticamente vinto.
Il coloviano continua con la dovuta concentrazione la sua gara, ma le fasi restanti sono ormai pura formalità. Superati i ponti e compiuto il volo finale attraverso i cerchi di fuoco, Juan taglia il traguardo al trotto ostentando la propria superiorità davanti alla corte in estasi, davanti ai compagni meravigliati, davanti a Sherzod incredulo. Davanti a Hodwinkle, che sviene.

giovedì 12 dicembre 2013

392 - PREPARATIVI

Juan arriva alle scuderie di buon ora, ma non si sorprende di vedere già lì sia Amirarshad che Farah, intenti ad allenarsi nel circo di terra battuta antistante le stalle. I due girano al trotto, con Amirarshad che guida severo e serio in sella a Mansur, seguito dalla sorella su Qibli, i cui occhi pesanti tradiscono una notte di pianto.
Senza dare nell'occhio Juan raggiunge la sua cavalcatura e le rifila due mele tufaha che gli ha procurato Bovak. Pennafulva le divora avidamente prima di lasciarsi brigliare e condurre sul terreno d'allenamento.
Juan, sicuro di essersi conquistato la fiducia della ippogrifo, la monta sicuro iniziando a trottare in circolo come i suoi avversari, lanciando loro (ma soprattutto ad Amirarshad) sguardi spavaldi.
Dopo alcuni giri, il coloviano si avvicina con sorriso smagliante a Farah, e accertatosi che anche il fratello possa sentire, le riporta gli auguri di Hearst per la gara.
La giovane jann ringrazia per cortesia, sorridendo al forestiero, ma anche solo questa minima apertura fa andare in escandescenze il fratello che bolle di rabbia. Come Juan sospettava la tensione tra i due è altissima, ed è bastato punzecchiare per far esplodere Amirarshad, che rimprovera aspramente la sorella per la facilità con cui da confidenze agli estranei.
Nel frattempo, su suggerimento di un Hodwinkle terribilmente preoccupato per il suo destino con l'avvicinarsi della gara, i compagni cercano di scoprire qualcosa del percorso dal suo creatore, il genio Hattab.
Lo trovano nelle sale del banchetto - dove il livello di opulenza della colazione non è molto dissimile da quello della cena del giorno prima - intento a ingozzarsi di cibo mentre fuma una shisha dorata.
Hearst non esita a rompere il ghiaccio, offrendosi di caricare la shisha con una massiccia dose di Richiamo della Notte, una vera "specialità" del Piano Materiale a suo dire.
Hattab sembra accettare di buon grado, e ben presto gli avventurieri scoprono che con gli effetti della droga e un minimo di adulazione non è affatto difficile farlo sbottonare. Tanto che dopo mezz'ora hanno la mappatura completa del percorso.

lunedì 2 dicembre 2013

391 - UN MESSAGGIO GALEOTTO

Hearst si ferma dietro un angolo nei corridoi deserti del palazzo di Sherzod, gettando solo un'occhiata per controllare che Amirarshad e Farah si siano effettivamente fermati. Dopo aver lasciato la sala del banchetto ha seguito i due fantini di nascosto, arrivando fino all'ala dove presume si trovino le loro stanze.
I due stanno discutendo animatamente, con Amirarshad che rimprovera la sorella di aver dato troppa confidenza ad un estraneo. Farah protesta per l'eccessiva protettività del fratello, lamentandosi della sua chiusura mentale e non vedendo nulla di sbagliato nei suoi comportamenti.
La discussione viene troncata da un monito imperativo di Amirarshad nei confronti della sorella, e dall'ordine perentorio di andare a dormire. Farah, arrabbiata e avvilita, obbedisce.

Hearst non riesce a togliersi dalla testa la scena vista poco prima, mentre ozia sdraiato sulle ricche lenzuola che ricoprono il baldacchino della sua stanza, con le mani giunte dietro la nuca. Sfrega tra loro gli stivali, incurante del lordume che scaricano sulle coperte pregiate, pensando a come agire. Poi balza in piedi e si porta allo scrittoio, prende un ritaglio di pergamena, intinge la penna nel calamaio e verga un messaggio.
Vorrei conoscerti meglio, vediamoci nei giardini vicino alle fontane. H.
Lo richiude, apre la porta e richiama un inserviente appostato appena fuori, che con un inchino si pone al suo servizio.
"Ehi janni, devi consegnare questo messaggio a Farah, portalo alla sua stanza. Vai!"
Quindi esce ad aspettare nel luogo prestabilito.
Passano i minuti, le ore, ma di Farah nemmeno l'ombra. Quando nota i compagni di ritorno dalle scuderie decide di aver atteso a sufficienza, e riunitosi a loro se ne va a dormire.

Hearst viene svegliato bruscamente da un bussare energico alla sua porta, e dal suono attutito di una voce cristallina che implora di calmarsi. Scrollatosi il primo intontimento di dosso, il guerriero apre senza timore l'uscio.
Di fronte a lui un Amirarshad livido di rabbia gli sbatte in faccia il suo biglietto, mentre dalle stanze vicine anche i compagni mettono fuori il naso per vedere cosa accade.
"Che diavolo significa questo? Era sotto la porta della stanza di Farah! Che razza di intenzioni hai, maledetto!"
Idiota di un servitore! pensa Hearst. Ha ben pensato di lasciare il messaggio ben in vista sotto la porta anziché svegliare Farah per consegnarglielo direttamente. Ecco perché non l'ha mai raggiunto nei giardini.
Il guerriero si mostra impassibile, e nega l'evidenza scrollando le spalle: "Dovrei saperne qualcosa?"
"E' firmato da te!" ribatte incredulo Amirarshad.
"E' solo una H. Nulla di più. Io sono ben più di una H."
"Ti prendi gioco di me, maledetto" ringhia strappando il messaggio in pezzi. Poi gli punta l'indice a un palmo dal naso. "Ti metto in guardia una volta per tutte: lascia in pace mia sorella, o te ne pentirai!"
"Ora basta!" urla Farah trascinando via per un braccio il fratello che finora ha ignorato le sue suppliche di lasciar perdere.
Amirarshad si libera con uno strattone, quindi si allontana furente.
"Posso spiegarti..." sussurra Hearst alla giovane janni. Lei lo guarda con gli occhi pieni di turbamento. Si gira di scatto e raggiunge il fratello, e tremante lo segue testa bassa.