martedì 27 luglio 2010

178 - NERVI A FIOR DI PELLE

La luce fioca delle lanterne illumina l'atrio del municipio. Fortunatamente, Rune e Juan sembrano essere gli unici due avventurieri non ufficialmente ricercati dalla guardia cittadina, condizione che ha permesso loro di arrivare senza intoppi nella sede del della vita politica di Puerto.
L'inserviente del municipio non smette di lanciare occhiate interrogative e preoccupate ai guanti di cuoio che coprono le mani di Juan, senza tuttavia osare alcuna insinuazione.
I nostri eroi hanno dovuto insistere parecchio per per strappare al funzionario il consenso a farli quantomeno accomodare nella sala d'attesa. A detta dell'impiegato, il Sindaco è rinchiuso in Consiglio da diverse ore e quest'oggi non ha ricevuto nessuno. L'uomo, che rivela una scarsa propensione alla riservatezza, confessa agli avventurieri di aver udito discussioni decisamente accese, che si aspettava degenerassero in una rissa da strada da un momento all'altro.
Mentre l'impiegato si allontana per annunciarli, Rune guarda preoccupato il suo compagno: ricorda bene le parole pronunciate nell'atrio da Ramiro Bulloza prima dell'incontro con Juanito...
Quando torna l'inserviente è pallido in volto: "Signori, il Sindaco vi riceverà, ma non sarà un colloquio privato."
"Non è possibile!" sbotta Juan. "Per tutti i Santi, tornate di sopra e ditegli..."
"Stai calmo Juan" lo interrompe Rune, con un cenno della mano. "Signore, state bene?" chiede poi rivolgendosi al funzionario.
"Sì, sì... è solo... che non m'aspettavo una notizia così, e me ne dispiaccio. Il Sindaco non vi riceverà privatamente, ma solo assieme a tutta l'assemblea, perché è stato destituito di buona parte dei suoi poteri dai Consiglieri stessi! Oh, povero Juanito!" si lascia sfuggire l'uomo. "Lui che ha sempre fatto così tanto per Puerto! Non lo merita... non lo merita..."

Quando entrano nella sala del Consiglio, gli sguardi dei presenti sono tutti su di loro, arcigni, pronti a liberarsi di quei seccatori venuti a disturbare la loro importante riunione. Juanito sospira, e abbassa lo sguardo, facendo cenno con la mano di accomodarsi su due scranni vuoti.
Rune e Juan stanno in piedi.
Ramiro Bulloza, il Primo Consigliere, non tarda a prendere la parola: "Signori, vi viene concessa udienza come avete richiesto, davanti a tutta l'assemblea, in quanto, come saprete, il nostro Sindaco non da ora più in carica a tutte le sue funzioni, ed ogni decisione d'interesse per la città deve essere presa di concerto con il Consiglio."
Bulloza si asciuga la pappagorgia con un fazzoletto. Ogni parola lo fa sudare, ma allo stesso tempo riscuote cenni d'assenso dai due terzi dei componenti del Consiglio.
"Tuttavia siamo nel mezzo di rilevanti discussioni, per cui vi chiedo di essere estremamente concisi, e mi auguro che il motivo del vostro intervento sia importante come affermate!"
"Certamente" ribatte Rune con decisione. "E' bene che il Consiglio sappia che questa non è per niente una normale epidemia, ma è il mezzo per un orribile traffico di schiavi che avviene proprio davanti agli occhi di tutti!"
L'affermazione del monaco scatena un vociare sorpreso tra i presenti. Come sospettava, Juanito ha taciuto ai consiglieri la loro identità e lo scopo delle loro indagini, per paura che infiltrati nell'assemblea ne vanificassero l'efficacia. Ma ora, certe precauzioni non hanno più senso.
"E' bene che le vostre insinuazioni abbiano un fondamento! Nessuna delle navi che parte da Puerto, nessuno dei rispettabili mercanti è dedito a questi ripugnanti traffici!" esclama risentito Bulloza, accompagnato e sostenuto dai commenti indignati di altri consiglieri. "A che titolo parlate? Chi siete per dire ciò? Che prove avete? Qui c'è gente che muore! Non scherziamo!"
"Vorrei chiederlo a te, dannazione!" sbraita Juan perdendo la testa, sorprendendo tutti e togliendosi i guanti. "Il prossimo a finire in mano ai monatti e alle Lacrime Rosse sarò io!"
Si sa... Juan non è un grande oratore. Mentre Rune cerca di calmarlo, il giovane sputa frasi velenose nei confronti di Bulloza e dell'inerzia di un Consiglio pronto solo ad approfittare del momento di crisi per accrescere i propri poteri, anziché scoprire cosa sta accadendo veramente.
Le urla presto coprono le parole e i concetti, e gli insulti e i veleni sovrastano ogni tentativo di sedare gli animi.
Rune quasi trattiene a forza Juan, che grida a squarciagola di voler "portare il ciccione al cimitero e mostrare il cunicolo", ma nella ressa e senza che vengano date opportune spiegazioni, l'assemblea spazientita non segue il filo del discorso.
"La vostra presenza è un insulto a questa città!" gridano i consiglieri di Bulloza, che intanto suda copiosamente, paonazzo in volto per l'onta delle offese.
Solo l'intervento di Juanito evita che vengano chiamate le guardie. Il Sindaco invita tutti alla calma, e con piglio deciso impone agli avventurieri di abbandonare la sala se vogliono evitare l'arresto. Il loro comportamento e le loro calunnie sono inaccettabili.
Rune realizza che ancora una volta, Juanito li sta aiutando. Se non fosse stato per lui, li avrebbero fatti già sbattere in gattabuia come pazzi. Risoluto, afferra Juan per la collottola e lo trascina fuori dalla stanza.

sabato 10 luglio 2010

177 - IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

L'ombra del vulcano si proietta su Puerto, mentre il vento porta le sue ceneri sulfuree sulla città. Il sole è ormai sparito dietro la montagna, e le prime stelle fanno la loro comparsa nell'estremità opposta della volta celeste.
I nostri eroi siedono silenziosi sulle casse vuote del magazzino 5, dove si sono riuniti. Tutti osservano Juan, che mostra ormai evidenti segni di debolezza, nonostante ribadisca di star bene. Gli occhi rigonfi e i movimenti lenti non sono da lui.
Ben presto la discussione si porta sul da farsi.
La vicenda è ancora ricca di punti oscuri. E' piuttosto palese che la malattia sia legata ad un traffico di morti, in cui sono coinvolte le Lacrime Rosse e, quel che è peggio, anche degli adoratori di Valmar che si fanno passare per monatti. Tuttavia non è per niente chiaro come avvenga il contagio. La pista dei pescatori è stata un buco nell'acqua, e come se non bastasse, Juan ha contratto la malattia sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno si accorgesse di un qualunque gesto sospetto che potesse essere ricollegato al contagio.
I morti vengono quasi certamente caricati a bordo della Verconnes, di proprietà del mercante Callermont esattamente come il magazzino 7, ma a che scopo? E' forse questa la tratta di "schiavi" di cui parlava le lettera di Kade?
Non ci sono indizi, la posizione del nascondiglio delle Lacrime Rosse di Puerto è un mistero. Non c'è nemmeno traccia di Grolac, che sembra avesse un coinvolgimento nella faccenda, né di Zaranzargûl.
Gli avventurieri si sentono abbattuti: alla situazione già di per sé ingarbugliata, si aggiunge la complicazione di essere ricercati dal Nataniel, fatto che esclude anche qualunque supporto della guardia cittadina nell'ipotesi di un assalto frontale alla Verconnes. Assalto che potrebbe comunque non dare i risultati sperati dal momento che se la nave è ancora in porto, è molto improbabile che sia stata caricata.
"Tutta la questione è molto complessa, e si appoggia su protezioni e connivenze a tutti i livelli. Criminali, mercanti, politici" sputa velenoso Juan. "Non mi stupirei di scoprire che Nataniel o qualcuno di importante nel Consiglio siano coinvolti."
"Dobbiamo riportare al sindaco Juanito. Abbiamo bisogno del suo aiuto, quantomeno per frenare suo figlio e riottenere un minimo di libertà di movimento" dice Rune. "Questo implica ovviamente di evitare di compiere ulteriori idiozie nei confronti della guardia cittadina, vero Hearst?"
Il guerriero solleva lo sguardo, emettendo solamente un grugnito infastidito per le prediche del monaco.
"Rune, andiamo, ora" dice Juan, alzandosi. Il giovane coloviano cerca di nascondere una certa fatica nei movimenti, senza riuscirci appieno.
"Ma... è tardi, e tu sei malato Juan!" esclama Isabel
"L'oscurità ci aiuterà a evitare le ronde della guardia. Ed il fatto che io sia malato, è un motivo in più per non perdere tempo..."