martedì 30 ottobre 2012

323 - VIENI CON ME

Gilead sospira, mentre segue Gimble e i compagni nella stanza in cui hanno potuto rinfrescarsi prima del banchetto. La sua mente non riesce a cancellare il profumo di lei, l'inebriante aroma d'oriente che emana. Un profumo che ricopre l'inquietudine che ora l'assale, per ciò che sta per accadere.
L'incontro con Melira era ciò che desiderava, ma che non s'aspettava. Era un sogno, un'aspirazione, una speranza a cui tenersi aggrappato nei momenti difficili, un modo di credere nel destino, o di non crederci affatto a seconda della necessità.
Ma Declan l'aveva portata lì, più che mai concreta. Quello che era nato come un gioco romantico di una sera a Tavistock era cresciuto alimentandosi di speranze fino a diventare inconsapevolmente un reciproco desiderio di ritrovarsi. Di percorrere un nuovo cammino insieme.
Vieni con me, accompagnami nei miei viaggi. Le sue parole gli rimbombano nella mente, così come la sua destinazione, l'arido Yar-Mazar, deserto di contraddizioni fatto di terre desolate e luoghi meravigliosi, paradiso di mercanti in cerca di rarità. Una landa pericolosa e difficile, in aperta opposizione con l'Impero e la sua religione. Mi proteggerai dalle belve e dai predoni, e la notte dal freddo del deserto.
Gilead guarda Gimble, pensa ai giorni di Tavistock e sorride: erano momenti duri ma felici, con nuovi compagni - anzi amici - affiatati . Poi pensa ai giorni più vicini, a Isla del Quitrin, a Salamanca, alla morte di Najib questa sera. A quante cose sono cambiate, alla distanza che c'è tra loro. Il bene e il male si sono attorcigliati alle loro anime mischiandosi e confondendosi tra di loro fino a rendersi indistinguibili. Le difficoltà hanno lasciato il segno, aprendo ferite indelebili, crepe che difficilmente si potranno risanare.
Gilead respira profondamente. A malincuore ha già preso la sua decisione.

giovedì 25 ottobre 2012

322 - AMICI DEL NEMICO

Gli avventurieri trattengono a malapena la sorpresa, mentre Rakoud li ringrazia calorosamente per ciò che hanno fatto per Declan e il suo povero Julian alle Colline dello Zucchero.
Rakoud, nonostante il suo aspetto imponente, ha modi gentile e raffinati, e parla utilizzando i toni e le parole più appropriate. Quest'uomo sulla quarantina che veste di nero e oro, e si presenta come un fortunato mercante di spezie, è ben lontano dal criminale schiavista che i nostri eroi avevano costruito nel loro immaginario. Eppure il crudele complice di Zaran nella tratta verso Bakaresh è proprio davanti a loro, sorridente, e vanta la piena stima e amicizia di Declan.
I dubbi assalgono gli avventurieri. Chi è veramente costui? E se veramente è chi sospettano, possibile che Declan e la Corporazione dei Mercanti sia all'oscuro di tutto?
"Sono davvero lieto di avervi potuto incontrare di persona" dice Rakoud, interrompendo l'angoscioso flusso di pensieri. "Vi chiedo inoltre di scusare il mio ritardo, ma ultimamente sono davvero molto impegnato nei preparativi..."
"Già!" esclama orgoglioso Declan. "Dovete sapere che presto Rakoud convolerà a nozze nientemeno che con Malika, la primogenita del Granduca Altair Naxxar!"
Isabel sbianca, ricordando i pettegolezzi uditi nei bagni del Ristoro del Pellegrino: ecco chi era il facoltoso mercante di cui parlavano quelle donne!
"Ed è un grande onore" chiude Rakoud. "Il matrimonio è ormai molto prossimo, avverrà la notte di capodanno. Mancano meno di due mesi, e davvero l'organizzazione è imponente. Per questo non potrò - a malincuore - trattenermi oltre. Spero di reincontrarvi e, se i vostri viaggi lo permetteranno, magari in occasione delle mie nozze."
Rakoud si congeda. Juan e Hearst approfittano dell'occasione per tornare sul terrazzo e prendere una boccata d'aria, per riprendersi dalla sorpresa, mentre al piano di sotto Declan tesse ai compagni le lodi del suo amico, non lesinando sui suoi molteplici pregi e non nascondendo un certo astio mentre parla di come la nobiltà più tradizionalista non veda affatto di buon occhio la sua ascesa. Tuttavia Declan è certo che anche costoro col tempo saranno costretti a ricredersi.
Hearst nel frattempo coglie l'occasione per avvicinare di nuovo Rabiaa. L'affascinante maga non si sottrae alle lusinghe del guerriero, ma troppo presto Juan richiama il compagno: Gimble ha fatto cenno di scendere. Prima che Hearst se ne vada, Rabiaa gli indica la sua abitazione, visibile dalla terrazza, invitando gli avventurieri a passare da lei: la Corporazione non è l'unica a poter offrire lavoro per gente come loro.

giovedì 18 ottobre 2012

321 - L'OSPITE D'ONORE

Scorrono le portate, e all'arrivo dei cous cous di pesce e di verdure gli avventurieri tornano al pianterreno. Lungo le scale Hearst chiede a Declan informazioni sull'elfo che porta i mostri all'arena. Il mercante sa che si chiama Ekelorn e vive a Ouarzazade, ma possiede una lussuosa villa anche a Bakaresh, dove risiede durante i periodi delle competizioni. Da come ne parla, è palese che il tizio non piace a Declan, ma per il Granduca questo Ekelorn dev'essere una vera miniera d'oro.
Gilead decide di staccarsi dai compagni per raggiungere Melira, mentre Declan introduce il resto del gruppo a Octalius, scoprendo che parte di essi hanno già avuto modo di incontrare il cartografo.
I piatti si susseguono: zuppa di ceci, polpette di manzo e montone, spiedini di pollo e agnello in salsa di melograno.
I toni pacati del banchetto di Declan sono ben lontani dal concetto di festa di Juan, che comincia a sbuffare insofferente lanciando risposte scocciate durante le conversazioni. L'interesse del coloviano si risveglia quando Declan presenta agli avventurieri uno gnomo di nome Metegè, originario della Contea di Arx, da cui importa stoffe pregiate, a suo dire le migliori dell'Impero. Qui a Bakaresh lo gnomo gestisce una prestigiosa sartoria (che si ostina a chiamare "atellier", perché così si usa ad Arx), e si vanta di essere senza dubbio il miglior sarto di Kal-Mahda. Metegè non è certo uno a cui mancano le parole, e senza peli sulla lingua dimostra la sua competenza criticando spietatamente gli abbinamenti stilistici nel vestiario degli avventurieri. L'unico che salva è proprio Juan, grazie alla scelta della sciarpa al collo. Del resto anche lui porta una sciarpa alla stesso maniera: un tocco da intenditore, secondo la moda di questi tempi.
Un inserviente si avvicina a Declan bisbigliandogli qualcosa all'orecchio. Il mercante interrompe (per la fortuna di tutti ad eccezione di Juan) la conversazione con Metegè.
"Perdonatemi tutti, perdonami Metegè. Vorrei presentarvi un importante esponente della Corporazione, nonché un caro amico da alcuni anni a questa parte, che per impegni personali ha potuto unirsi a noi solo adesso" dice Declan senza riuscire a nascondere una certa emozione.
Nella sala fa il suo ingresso un uomo alto e possente, con la pelle scura dell'etnia Mazari. Sorridente stringe la mano a diversi esponenti della Corporazione prima di avvicinarsi a Declan.
"Cari amici, sono onorato di presentarvi Rakoud ibn Mouktadir."

mercoledì 17 ottobre 2012

320 - IL BANCHETTO DI DECLAN

Con l'arrivo della seconda tornata di antipasti Declan conduce i propri ospiti al piano superiore, ma non prima di aver fermato un inserviente per offrire loro alcuni degli invitanti triangoli di pasta fritta con ripieno di carne, cipolle e spezie che vengono serviti.
"Questi non potete perderveli!" afferma orgogliosamente consegnando un triangolino a ciascuno. "Sono certo che apprezzerete, sono una specialità della locanda del Gran Dirupo, cui ho commissionato tutto il banchetto."
Il mercante sorride compiaciuto mentre gli avventurieri assaggiano, scambiandosi cenni di apprezzamento.
"La locanda del Gran Dirupo, oltre a godere di un panorama mozzafiato trovandosi a strapiombo sulla scogliera, è rinomata per la rivisitazione di prelibatezze tipiche della cucina Yar'i con influenze di Arx e di Brega. Il merito di tutto questo è di un intraprendente mercante halfling di Brega, di chiare origini Gupi, Girolamo Saccocciadoro. E' solo grazie a lui se la locanda è tornata a nuova vita, degna di una clientela esigente."
"A nuova vita?" chiede curioso Gimble.
Declan annuisce: "La locanda era molto più *accessibile* in passato, e spesso meta di soldati e mercenari al soldo del Granducato. Purtroppo una notte una brutta rissa ebbe come conseguenza l’assassinio di un cugino alla seconda della moglie del Granduca, picchiato in malo modo da un gruppo di mercenari e gettato giù dalla terrazza sulla scogliera. Alcuni dei colpevoli, o presunti tali, vennero in seguito fatti impiccare all’Arco degli Appesi, ma altri fecero perdere le loro tracce. La conseguenza certa fu che il vecchio proprietario andò in malora, fino a che Girolamo non comprò i locali e ristrutturò la locanda in quel che è oggi."
Giunti nell'atrio del piano superiore, il mercante guida gli ospiti attraverso la maestosa arcata che conduce sulla terrazza, puntando dritto verso un gazebo sotto il quale, seduto su sontuosi sofà, un uomo grasso, calvo e dagli occhi stretti sta conversando e bevendo vino con una donna sulla quarantina incredibilmente affascinante.
"Lasciate che vi presenti il tesoriere della Corporazione dei Mercanti, Idriss Sutta..."
L'uomo corpulento mima un inchino con la testa, sorridendo lascivo e alzando il calice con la mano inanellata.
"...e la maga Rabiaa, rappresentante degli interessi della Confraternita Arcana di Kal-Mahda nella Corporazione. Sono certo che anche la Confraternita abbia del lavoro per voi..."
La maga conferma e sorride posando il suo sguardo misterioso su ognuno degli avventurieri, fino a Hearst. Il guerriero la sta fissando da quando si sono presentati. C'è qualcosa in lei che lo rapisce e lo turba. Hearst è consapevole che donne come lei sono pericolose, hanno un potere che lui non è in grado di capire. Eppure si trova a desiderare di voler scoprire cosa c'è oltre quella barriera di mistero che copre l'anima dell'incantatrice, e per un attimo ha la sensazione di scorgere nei suoi occhi un tentennamento, uno spiraglio, la paura di sostenere lo sguardo. E' la sensazione di un istante, prima che quelle pupille diventino scudi impenetrabili.
Dopo i convenevoli di rito e l'invito ad accomodarsi e servirsi, Sutta punta dritto al succo del discorso: è una benedizione che Declan abbia trovato degli avventurieri di fiducia, perché in questo momento la Corporazione ne ha grande bisogno. Proprio in questi giorni la questione del tè di Spinarossa si è complicata. Imbeccata dalle insistenti richieste di Khalid per il mancato arrivo di carichi, la Corporazione ha mandato un messaggero a chiedere notizie di Larbi a Gahar. Purtroppo costui è tornato con informazioni preoccupanti. Il fratello di Larbi, Fazil, era convinto della permanenza a Bakaresh del mercante, e non si era preoccupato per il suo mancato rientro a Gahar. Non sarebbe stata la prima volta che il fratello restava nella capitale per affari. Ma stando così le cose, è evidente che a Larbi è successo qualcosa durante la ricerca del tè, e Fazil chiede alla Corporazione aiuto per scoprire cos’è accaduto.
"Si tratta di raggiungere quanto prima Gahar e fornire assistenza a Fazil. Come capirete gli interessi di Khalid, nostro importante esponente, sono... come dire... rilevanti."
"Perché non vi siete rivolti alle guardie, o assoldato dei semplici mercenari?" chiede incuriosito Juan.
"Perché guardie e mercenari hanno altro a cui pensare e perché... per questo lavoro servono persone degne di fiducia e riservate. Usare semplici soldati potrebbe risultare devastante per i nostri affari, soprattutto se certe informazioni diventassero pubbliche. Il tè di Spinarossa è esclusivo, e tale deve restare se vogliamo goderne a lungo."
"Le motivazioni della Corporazione non sono affar nostro" taglia corto Gimble. Con uno sguardo torvo lo gnomo ricorda al coloviano che è meglio sparire da Bakaresh per un po' e questa è una buona opportunità. "Siamo disposti a partire anche domani."
"Bene! Era ciò che volevo sentire!" esclama Sutta battendo le mani. "Venite domattina alla Corporazione per discutere i dettagli. Ora basta parlare di lavoro, godiamoci la serata!"

lunedì 8 ottobre 2012

319 - ACQUA TIEPIDA

L'accoglienza di Declan è come sempre calorosa e garbata. Il mercante invita gli avventurieri ad entrare, ma non essendo uno stupido percepisce immediatamente che il loro umore non è dei migliori. Fortunatamente ha già fatto preparare un bagno caldo e un cambio d'abiti, che sicuramente serviranno a distoglierli dalle loro preoccupazioni e a prepararli per la serata.
Mai decisione di questo tipo fu più provvidenziale. L'acqua tiepida avvolge i nostri eroi dando la sensazione di poter lavar via le onte e rigenerare le ferite aperte. I muscoli si sciolgono, i nervi si rilassano e i pensieri si fanno meno gravi, affievoliti dagli inebrianti profumi delle candele.
Vestirsi di abiti freschi e nuovi è come concedersi una rinascita, far finta di esser qualcun altro per una sera. Isabel decide di dare spazio alla sua femminilità, scegliendo un vestito di seta nera dai ricami dorati stretto in vita. Per gli uomini il guardaroba è più limitato, composto perlopiù da lunghe tuniche di vari colori e fasce per legarle in vita, alla moda di Kal-Mahda. Rune sceglie la prima bianca e la seconda rossa, Gilead l'una verde e l'altra dorata, mentre Hearst veste di nero e stringe la vita in azzurro. Juan, notoriamente più estroso dei compagni, decide di dare un tocco personale indossando abiti diversi dagli altri: un paio di pantaloni stretti di colore nero, una casacca blu e una fascia bianca tenuta larga al collo a mo' di sciarpa. Solo Gimble reindossa i suoi abiti di sempre: questione di taglia.
Un inserviente accompagna gli ospiti nella sala del banchetto, dove molti invitati stanno già stuzzicando come antipasto pane azzimo intinto in creme di ceci, melanzane, prezzemolo e pomodoro.
Tra di essi una giovane mezzelfa dai capelli rossi. Gilead ha un tuffo al cuore: Declan l'ha trovata!
"Melira!"
La mezzelfa sembra altrettanto sorpresa, evidentemente il mercante non le aveva anticipato nulla. Gli occhi della giovane cadono immediatamente sul monile di dente di drago che Gilead porta ancora al collo. L'elfo se ne accorge e le porge la preziosa collana, rimembrando le parole della ragazza al loro primo incontro: io credo nel destino: se il fato ci farà incontrare di nuovo, mi aspetto che tu porti con te questo dono, simbolo del nostro legame.
L'arrivo di Declan precede ogni parola: "Leuvarden fa sempre tutto ciò che è in suo potere per un buon amico, e come ti avevo promesso, caro Gilead, ho ritrovato colei che cercavi. Il fato ha voluto che fosse qui a Bakaresh proprio in questi giorni..."
Melira sorride: "Era davvero destino."
"Ora mi dispiace separarvi, ma vi prego di rimandare la vostra conversazione a dopo. Vorrei prima presentarvi agli altri invitati se me lo concedete."
Gilead annuisce. Ha aspettato a lungo, aspetterà ancora un poco. Si sente insolitamente confuso e ha bisogno di stare ancora un poco lontano da lei, dal suo profumo che sa di terre lontane. Gli servirà per riordinare le idee.

mercoledì 3 ottobre 2012

318 - PROMESSE INFRANTE

La robusta porta di legno che separa gli avventurieri e Karima dalla sala con Xandru e il capitano non basta a contenere le urla di quest'ultimo.
Sahla è furibondo e non risparmia accuse al sergente; su di lui, sulla sua intraprendenza e sul mancato rispetto delle normali modi d'intervento, ricade ogni la colpa per il disastroso fallimento. Xandru prova inutilmente a giustificarsi, ma rimedia solo la minaccia di dover essere lui a spiegare al Granduca come sono andate le cose, e a vedersela con la moglie di Najib.
La porta si spalanca di botto, con il sergente che si allontana scuro in volto attraverso l'atrio della caserma. Il capitano esce a sua volta, il suo sguardo gelido corre sugli avventurieri, sulla ragazza, sulle numerose guardie alla loro spalle con il compito di trattenerli. Quando parla la sua voce è risoluta e fredda.
"Portatela con le altre" dice indicando Karima.
Due armigeri afferrano la giovane per le braccia, la quale si dimena disperata scalciando, gridando di lasciarla andare.
"Perché Capitano!" protesta Isabel.
"Perché Hafida e le sue sono le uniche ad aver infranto la legge per quanto ne sappiamo. Ed io mi baso sui fatti, non sulle congetture."
Incapace di comprendere fino in fondo il senso di quella situazione la rabbia di Karima si scaglia su Rune: "Mi avevi promesso una nuova vita! Perché mi portano via? Che fine hanno fatto le tue promesse?" ma la sua voce si perde nei corridoi
Isabel non demorde: "Capitano, sono una Contemplatrice, voglio portare la mia testimonianza nel processo..."
"Forse non avete capito, sorella" Sahla la interrompe seccamente. "Abbiamo una guardia morta in circostanze discutibili, nessuna confessione e la certezza di un bordello gestito al porto scoperto grazie al vostro contributo. Se voglio salvare il culo di Xandru non ho molta scelta, e ringraziate il cielo di essere stati voi a fornire al sergente questa informazione. Testimoniare? Hmpf... seguite il mio consiglio: levatevi di torno per un po', ne ho abbastanza di voi!"
Il capitano gira i tacchi ignorando le ulteriori proteste della chierica e lasciando gli avventurieri con un profondo senso di impotenza.
Le guardie cittadine li accompagnano fuori dall'Alhambra. 
Fuori dalle mura del palazzo del Granduca i toni tra i nostri eroi si fanno presto accesi. Il protagonismo di Rune viene messo sotto accusa senza mezzi termini da Juan, la sua mancanza di fiducia ha causato una disfatta senza precedenti. Rune tenta una timida difesa, giustificata dal voler dare una mano in buona fede, ma questa volta è solo, nessuno può dargli man forte.
Alla fine è Isabel a risolvere la situazione, ricordando che proprio questa sera altri impegni li aspettano, e saranno forse occasione per farsi degli alleati a Bakaresh, non solo dei nemici.
Questa sera c'è il banchetto di Declan in loro onore.