lunedì 10 novembre 2008

43 - ELVOGESTO

"Non se ne parla proprio! Ciò che è sotterrato rimane sotto terra! Non mi interessa un fico secco del nano. Io non voglio problemi con i miei superiori. Per me tutto è andato per il verso giusto, il nano morto è sotto terra. Fine della storia."
Il puzzo del fiato alcolico del becchino è pestilenziale.
Il suo nome è Elvogesto. Nome strano, tipo strano. Il custode del cimitero di Salamanca è un vecchio alcolizzato e irascibile, rosso in viso e con i capelli bianchi e sporchi. Vive in una casupola all'interno del cimitero stesso, vicino alla quale ha ricavato un piccolo sgabuzzino per gli attrezzi. O forse è la sua casa che è stata ricavata dallo sgabuzzino per gli attrezzi...
Isabel cerca di approcciare il vecchio con gentilezza: "Elvogesto, per cortesia, parliam.."
"No! No! No! Quel nano malefico si merita tutte le sue sventure... e ora sparite!" sbotta Elvogesto, sbraitando a un palmo di naso dal volto della chierica, la quale trattiene il respiro per non vomitare.
"Caro Elvogesto, eppure ci sarà pur un modo per convincerti..." dice ammiccante Gimble, dondolando vistosamente tra le dita una fiaschetta di rum.
Gli occhi di Elvogesto si posano bramosi sul distillato, mentre deglutisce e si inumidisce le labbra.
Il custode scuote violentemente la testa, come a scacciare pensieri peccaminosi: "No, no, no! Non c'è modo... no!... a parte... no!... a meno che... un goccio... ma non di quello... " Elvogesto abbassa la voce e si avvicina a Gimble, quasi avesse paura di farsi sentire: "Ascolta, piccolo farabutto... io farò finta di niente, ma in cambio voglio una fiasca di delizioso liquore malkaviano, è una vita che non ne assaggio neanche un po'..."
"Liquore malkaviano?!? Qui sulle isole? E dove lo rimediamo!" protesta Gimble.
"Non mi importa! Questa è la mia condizione: prendere o lasciare!" sbraita Elvogesto.
Gimble guarda i suoi compagni, poi guardando il custode, dice a denti stretti: "E va bene, vecchiaccio..."

Quale luogo migliore per cercare un distillato raro se non la Stella del Sud, d'altronde ci sarà un buon motivo se la sua collezione è così rinomata.
Alla richiesta degli avventurieri, Benito fa spallucce: "Arrivate tardi ragazzi. Ho appena venduto per dieci monete la mia ultima bottiglia a quel mercante di Arx laggiù, che se la sta scolando con i suoi gregari". Quando si dice la sfortuna...
Rune si avvicina al tavolo del mercante, chiedendo con estrema cortesia se sarebbe disposto a cedere la sua bottiglia di liquore, anche per un sovrapprezzo.
Il mercante risponde malamente: "Sparisci ragazzo! Non vogliamo seccatori! E se non hai cinquanta monete con te, questa bottiglia sognala!"
L'occhio di Rune cade sulle mani dei gregari che scivolano già verso l'elsa delle loro spade. Meglio lasciar perdere con certa gente.
I nostri eroi decidono di comune accordo di lasciar perdere la strada del liquore. Juan sorride, dicendo: "Sarà meglio andare al cimitero questa notte, sapete... la notte porta consiglio!"

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