giovedì 30 settembre 2010

190 - RICATTO

"BASTARDO!!!"
Gimble non può trattenere il fiume impetuoso di rabbia e frustrazione, il desiderio di vendetta. Preda del suo istinto, lo gnomo si fionda sulle sbarre della cella del nano.
La sorpresa di Grolac è visibile: il nano urla ribaltandosi all'indietro, gattonando in preda al terrore verso la parete più lontana. L'espressione sul volto segnato dalle ustioni è quella di chi ha appena visto un fantasma.
Gimble, per quanto si sforzi, non può piegare le sbarre, unica salvezza per la vita di Grolac davanti al raptus dello gnomo. La sua furia, nell'impossibilità di stringere le mani attorno al collo del proprio nemico, si sfoga in una scarica di insulti irripetibili.
"Tu... tu..." balbetta Grolac nel panico, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
"Gimble! Calmati!"
La voce di Gilead alle spalle dello gnomo lo fa tornare alla realtà. L'elfo, grazie alla corporatura esile e agli sforzi di Hearst, è riuscito anch'egli a sgusciare fuori dalla cella.
Gli occhi impauriti di Grolac dimostrano che è riuscito a riconoscere uno degli assassini di Zarm e Udok, e che teme un fato analogo per sé stesso.
L'aria si riempie del respiro affannoso di Gimble, mentre cerca di riacquistare lucidità. E con l'affievolirsi dell'ira, le domande sgorgano impetuose dalle labbra dello gnomo..
"Cane di un nano, dov'è mia sorella? Perché siamo qua, imprigionati, perché lo sei anche tu? Cosa diavolo è successo? Cos'hai a che fare con tutta questa storia? Voglio saperlo!"
"Posso... posso spiegarti Gimble, ma... ma... ti prego, vi prego, liberatemi!"
Gimble sente la rabbia scaldargli le budella: "Quando ti libererò sarà per ucciderti, nano! Dimmi dov'è Bleena!"
Grolac capisce di avere in Bleena il suo asso nella manica: "N-no... non te lo dirò, se non mi tirate fuori da questo buco! Se muoio, la verità sulla sorte di tua sorella verrà con me!"
"Bastardo! Figlio di puttana! Osi ricattarmi?!" grida Gimble furente. "Ricorda bene che la tua prigione è la tua salvezza, se no ti avrei già ammazzato!"
"G-Gimble, hai ragione... ho fatto un sacco di cose sbagliate... ma adesso guarda che situazione! Non so nemmeno io dove siamo! Saranno settimane che sono qui dentro, in una cella con solo un acciarino e poche candele! Nessuno viene da giorni, nessuno porta cibo e acqua! Ho mangiato topi per sopravvivere e bevuto l'umidità dei muschi! Qui non c'è nessuno!" dice Grolac, con tono seriamente preoccupato. "Non puoi lasciarmi qua! Io... io ti ho preso con me quando nessuno ti voleva, ti ho nutrito e accudito! Sono stato come un padre per te! Non lasciarmi qui adesso, in nome dei vecchi tempi!"
"Non dire bestialità nano!!!" sbotta Gimble. "Sei sempre stato uno sfruttatore e un ladro! E ora dimmi tutto ciò che sai!"
Grolac, con occhi da cane bastonato, fa no con la testa, suscitando un nuovo accesso d'ira in Gimble.
"Gimble" sussurra Gilead avvicinandosi all'orecchio dello gnomo, "Grolac è l'unico a poterci dare effettivamente qualche informazione, e soprattutto ha ancora due candele. Lascia fare a me, fidati."
L'elfo si rivolge al nano sfregiato: "E va bene, ti tireremo fuori di qua in cambio di ciò che sai, ma dobbiamo trovare un modo per farlo. Dobbiamo esplorare queste prigioni in cerca delle chiavi, o di qualcosa per forzare la porta: ci servono le tue candele."
"No... le candele no..." bisbiglia Grolac con fare infantile. Un atteggiamento che rivela quanto in situazioni come questa, anche separarsi da un semplice oggetto sia come tagliare le funi che ti sorreggono dal cadere nel baratro della follia.
Gilead se ne avvede: "Non hai scelta, nano, ma capisco. Avvicinati, e daccene almeno una."

1 commento:

Mr. Mist ha detto...

Bella scena Ale complimenti, mentre leggevo mi sono venuti in mente due film che parlano dell'argomento vendetta: il primo è "Conan il barbaro" ed il secondo è "Amleto" con Mel Gibson. Anche se come film e generi sembrano lontani anni luce l'uno dall'altro li ho trovati entrambi molto pertinenti col tuo post!
Saluti