giovedì 23 settembre 2010

189 - GIMBLE SCHEPPEN

Appiattito alla parete, Gimble chiude gli occhi, trattenendo l'impeto di emozioni che lo attraversa. Rabbia, odio, la voglia di saltargli al collo e strangolarlo, per tutto il male che quel dannato nano gli ha procurato. Ma anche paura, incredulità, la sensazione di qualcosa di sbagliato in tutto ciò che sta accadendo, la sorpresa di trovare il suo peggior nemico, inseguito con tutte le sue forze per tanti anni, nell'ultimo luogo dove avrebbe immaginato di trovarlo, nel momento meno opportuno per poterlo affrontare.
I ricordi affiorano impetuosi, mentre Gimble si sforza di calmare il suo cuore impazzito. Ricorda i giorni felici della sua infanzia trascorsa a Wec, il minuscolo borgo ai piedi catena montuosa dell’Ulgoland dov'era nato, ultimo di ben dieci fratelli. Sua sorella maggiore Bleena era sempre con lui, affezionata compagna di giochi in quei tempi felici.
Wec era un crocevia obbligato per le carovane che trasportavano pietre preziose, marmi ed armi pregiate, provenienti dalle fucine naturali delle profondità vulcaniche del Regno dei Nani. Il villaggio viveva del loro passaggio.
Gimble non ricorda il lavoro di suo padre, ma ricorda bene come le cose cambiarono quando il commercio su strada venne progressivamente abbandonato a seguito dello sviluppo di una nuova rete di trasporto fluviale, più veloce e sicura. Wec veniva tagliato fuori dalla nuova rotta mercantile, e così veniva meno la sua prima fonte di sussistenza.
Gimble ricorda quanto amaramente suo padre parlava dei suoi debiti, ricorda i pianti di sua madre, ricorda il suo stomaco vuoto e la fame di troppe bocche in quella casa.
Poi un giorno arrivò quel nano con la faccia di ferro, con la sua sgangherata compagnia di artisti di strada. Furono i mezzorchi, Zarm e Udok, a prendere lui e Bleena e portarli sul carrozzone mentre il nano li stordiva di rassicurazioni. Suo padre li vendette per poche monete. Gimble non sa fino a che punto fargliene una colpa, col senno di poi. Erano in troppi da sfamare, e suo padre non sapeva più che pesci pigliare.
I primi tempi nella compagnia furono i più difficili. Gimble e Bleena non prendevano parte agli spettacoli, servivano solo come schiavi per quel nano malefico. Rammendare, pulire, cucinare, spazzare. Durante quei momenti orribili, Bleena si prese cura di Gimble come una madre. Era tanto dolce con tutti, povera Bleena, anche con chi la maltrattava. Dio solo sa quali soprusi ha dovuto subire e non ha mai confidato.
Grolac e i due mezzorchi erano persone terribili. Il nano, a parte l'aspetto inquietante dovuto alle ustioni su volto e braccio sinistro, procurate a suo dire dai pirati che lo catturarono da giovane quando faceva il mozzo a bordo di una nave, aveva un pessimo carattere.
Zarm e Udok non erano da meno, e addirittura durante gli spettacoli venivano travestiti da pagliacci per non spaventare gli spettatori. Grolac invece usava vestirsi da uomo di latta, proprio per camuffare le sue fattezze deformate.
Gli anni passavano, e Gimble cresceva. Nello strano progetto di Grolac, lo gnomo non era destinato a essere un servo per sempre. Il nano pian piano gli insegnò la recitazione, mentre la sorella continuava ad occuparsi della cucina, dei rammendi degli abiti di scena e di accudire le bestie.
Ma questa era solo l'attività diurna della compagnia, una misera copertura...
Durante la notte il furto, la rapina e il brigantaggio erano il vero affare redditizio della banda di Grolac: commesso il reato, il giorno seguente la compagnia era sparita, portando con sé la refurtiva.
Sempre più consapevole della vera natura di quegli individui crudeli e disonesti, Gimble maturò con Bleena il desiderio di scappare, anche se non sapevano dove andare e di cosa vivere. Non ci misero molto ad attuare il loro piano, ma purtroppo qualcosa andò storto.
Durante la fuga Zarm riuscì a riacciuffare Bleena. Gimble non dimenticherà mai quella corsa a perdifiato, con le lacrime che gli rigavano il volto, col desiderio impossibile di salvare la sorella. Bleena gli urlava di scappare, di non voltarsi, di non pensare a lei. Mentre fuggiva, mentre piangeva, Gimble giurò che un giorno l'avrebbe ritrovata, e che quel giorno sarebbe stato amaro per Grolac e i suoi scagnozzi.
Dopo la fuga, Gimble cominciò ad esibirsi da solo di paese in paese per mettere qualcosa sotto i denti, rubando come gli era stato insegnato solo quando la fame era troppa e i soldi troppo pochi.
Il destino volle che ad una di queste sue esibizioni assistesse per caso Sir Gion Laric, il primo attore di una nota compagnia teatrale itinerante chiamata “La Compagnia del Ciambellano”, che lo assunse inizialmente come comparsa. Grazie a questa nuova occasione, Gimble poté affinare notevolmente le sue doti di artista, e guadagnadosi in modo onesto la pagnotta.
Da lì a poco la Compagnia fu scritturata per esibirsi in maniera stanziale al palazzo del Barone di Zelidar, e Gimble riuscì poco alla volta ad accumulare un bel gruzzolo.
Gimble non era più uno straccione, avrebbe potuto vivere dignitosamente a lungo alla corte del Barone. Ma il suo giuramento, il sapere sua sorella nelle mani di quel nano maledetto, non gli dava pace.
Gimble chiedeva di quella strampalata compagnia di strada a tutti i viaggiatori di passaggio, sia a palazzo che nelle taverne, finché un giorno la sua perseveranza venne premiata. Un mercante gli assicurò che Grolac si era diretto verso le Isole Coloviane. Gimble non esitò ad imbarcarsi, portando con sé tutti i suoi risparmi per assoldare dei mercenari e farla pagare al nano. Era sicuro che presto avrebbe riabbracciato sua sorella Bleena...

10 commenti:

steve ha detto...

...povero gimble...

HowlingWolf ha detto...

Ma la catena montuosa di Ulgoland è ispirata alla saga della "spada di ghiaccio"?

Mr. Mist ha detto...

Beh Gimble ora ha il nano a portata di mano quindi...
Io credo che ci saranno nuove sorprese! La butto lì eh?!

Anonimo ha detto...

magari Grolac è solo un'illusione!
questa si che sarebbe una Carognata!!

:P

Llukas

Ale ha detto...

@steve: povero Gimble...

@HowlingWolf: presumo di sì. Questa ambientazione homemade è solo in parte creata da me personalmente. Buona parte delle "aree" geografiche sono state concepite dai giocatori stessi, almeno a grandi linee (ovviamente il livello di dettaglio è mia prerogativa, per non togliere l'effetto sorpresa e meraviglia). Nel caso specifico dell'Ulgoland, il regno dei nani, creato dal giocatore stesso che interpreta Gimble, penso si sia effettivamente ispirato a una qualche saga, che però io personalmente non conosco. Ugge puoi confermare?

@Mr.Mist: soprese ce ne saranno parecchie da qui in avanti...

@Llukas: nooo... sarebbe una carognata troppo semplice per i miei gusti. Posso anticiparti che Grolac è veramente Grolac, in carne e ossa!

jamila ha detto...

Perché sul tuo altro blog non riesco a commentare e qui sì?
Non posso commentare nemmeno sul mio di blog...

Ale ha detto...

???
Non saprei... ho provato a commentare su oneshot, e non mi ha dato problemi...

Mr. Mist ha detto...

Scusa Ale, ma credo che ci siano dei problemi, io non riesco a visualizzare il tuo ultimo commento nel post 1.36, ma solo quello che hai fatto ieri.
Controlla magari non è niente!

Ale ha detto...

No, è giusto così Mr.Mist, ho eliminato io il mio ultimo commento (era di prova, c'era scritto "aaaaaaa"), ma il widget laterale degli "ultimi commenti" non si aggiorna alla velocità di blogger... anzi non sono nemmeno sicuro che si aggiorni per i commenti eliminati...

jamila ha detto...

No, il problema è mio. Non ho idea di quale sia ma è sicuramente mio visto che voi tutti avete lasciato commenti sul mio blog.