lunedì 8 marzo 2010

156 - JUANITO

Rune, Gilead e Isabel attraversano la grande porta ad arco acuto, sotto lo sguardo vigile di due sentinelle. Il municipio di Puerto si trova all'interno di uno stretto cortile, chiuso tra quelle che erano le antiche mura della città. Mura che difendevano i primi coloni di Puerto dagli attacchi dei pirati, e che si snodavano da quello che è ora il centro cittadino fino alla fortezza che ora funge da cimitero.
Il cortile in cui sorge il municipio ospita anche la caserma della guardia cittadina. Entrambi gli edifici sono parte integrante delle vecchie mura, e la loro posizione interna li isola dal resto del centro cittadino. In tempi migliori, questo cortile ombreggiato era di sicuro un angolo di pace rispetto al trambusto dei negozi e delle vie dei commercianti.
L'arrivo dei nostri eroi nel palazzo del sindaco è salutato da un inserviente gentile ma distante nei modi. L'uomo, vestito di tutto punto in abiti neri di bella fattura, calvo, con un naso importante e lo sguardo imperturbabile, invita gli avventurieri ad accomodarsi in una sala d'attesa ricca di quadri e oggetti che rappresentano la storia, il passato e la gloria di Puerto. In particolare una grande tela che rappresenta Juanito troneggia in fondo alla sala, circondata da teche contenenti le armi, gli oggetti e i preziosi appartenuti ai suoi avi.
"Signori, vi prego di portare pazienza" dice l'inserviente con voce impostata. "Al momento il Sindaco Juan Fernando Rodriguez è impegnato in una riunione del Consiglio cittadino. Vi riceverà non appena la seduta verrà sciolta."

L'attesa è interminabile. Il mezzodì è già passato da un bel po', quando l'inserviente si ripresenta nella sala.
"Seguitemi, signori. Il sindaco vi attende."
L'uomo guida i nostri eroi attraverso l'atrio principale, verso scalone che sale verso un pianerottolo a balconata, dove si trova la sala consiliare. Diverse persone sono riunite sull'entrata, ed un uomo grasso vestito con abiti eleganti sta intrattenendo un accesa discussione con altri uomini in abiti pregiati. La foga della sue parole lo fa sudare vistosamente.
"...non può continuare così! La sua testardaggine ci porterà alla rovina! E' nostro dovere fare di tutto per ferm-"
Notando gli avventurieri, l'uomo s'interrompe bruscamente, aspettando che se ne vadano.
I nostri eroi entrano nella sala del consiglio cittadino. L'odore di sudore che permea la stanza fatica ad andarsene nonostante le finestre spalancate.
Juanito termina di porre un sigillo ed una firma su una pergamena, quindi va incontro agli avventurieri.
"Benvenuti, e perdonatemi per l'attesa. Aspettavo il vostro arrivo..."
Juanito appare chiaramente spossato. E' un uomo provato profondamente da una situazione evidentemente difficile, che fronteggia con tutti i mezzi. Ma nei suoi occhi si legge lo sconforto, la disillusione di chi sa che probabilmente tutti gli sforzi saranno vani.
Dopo i convenevoli di rito, la discussione si porta immediatamente sui motivi dell'incontro.
Su richiesta degli avventurieri, il sindaco illustra il quadro generale della vicenda.
Come già sanno, Puerto è stata colpita da una forte epidemia di quella che pare una sorta di febbre malarica. Nessuno è ancora riuscito a capire quale sia la reale provenienza della malattia, l'unica cosa certa è che colpisce manifestandosi inizialmente con arrossamenti simili a irritazioni cutanee e punture d'insetto, per poi degenerare in poco tempo in una febbre fulminante che porta alla morte nel giro di uno o due giorni. La diffusione tra la popolazione è stata molto elevata, il che fa pensare ad una forte contagiosità del morbo.
"Fin da subito ho voluto evitare una quarantena, che avrebbe sì permesso di combattere meglio la malattia, ma che di fatto avrebbe anche decretato la morte economica di Puerto. La città vive di commercio, isolarla significa togliere la linfa vitale ai suoi abitanti" sintetizza Juanito.
Ma di fatto la quarantena c'è, imposta seppur in modo ufficioso dal Governatore di Castellòn de la Plana.
"Daniel Batista ha bloccato tutte le navi per Puerto, ad eccezione di quelle poche che trasportano viveri e generi di prima necessità. Inoltre ha vietato il trasporto di persone e animali da Puerto a Castellòn, per evitare il propagarsi del contagio nella sua città. Inoltre ha smesso di pattugliare il passo sul vulcano, ovvero l'unica strada di collegamento via terra..."
"Sono misure piuttosto drastiche, per qualcuno che non vuole applicare in modo ufficiale una quarantena" commenta Gilead.
"Batista capisce che se applicasse una quarantena ufficiale, tutti gli altri Governatori lo seguirebbero, e così facendo stroncherebbe quel poco di commercio che ancora rimane. Il guadagno di Puerto d'altro canto è anche il *suo* guadagno. Tuttavia deve fronteggiare la forte ondata di timori da parte della sua popolazione, che si vede minacciata dalla pestilenza dei propri vicini di casa. Soprattutto dopo la morte dei dottori..."
Juanito racconta che tempo fa, quando la malattia si era manifestata, aveva richiamato alcuni famosi maghi e dottori da Castellòn de la Plana, per far luce sul fenomeno. Purtroppo però, non solo le ricerche di costoro non hanno portato risultati, ma due di essi sono stati contagiati e uccisi dal morbo.
"Da allora la situazione è solo peggiorata. I lutti ci colpiscono ormai quotidianamente. Le miniere lavorano a ritmi rallentati a causa delle molte perdite, e questo ha provocato la mancata risoluzione di un contratto importante con il Governatore Arbenz Guzmàn di Boca Chica, per una grossa fornitura di ossidiana destinata alla terraferma. Il rischio che ora Guzmàn acquisti la fornitura da Granada, dando un ulteriore colpo alla nostra fragile economia."
"Torniamo al punto, sindaco" dice Rune. "Cosa sapete della tratta degli schiavi?"
"Ben poco, vi confesso. Ho preso molto sul serio la lettera del mio caro amico Correia, e il Consiglio è stato informato della tratta di schiavi e delle Lacrime Rosse. Tuttavia, quello che non capisco come questo traffico possa avvenire sotto i nostri occhi, in una città piegata dalla malattia dove non abbiamo alcuna evidenza di queste attività illecite" spiega Juanito. "Il mio sospetto è che i fatti menzionati da Correia risalgano probabilmente ad un vicino passato, e che l'attuale situazione di pestilenza li abbia indirettamente fermati. Tuttavia, sono solo supposizioni..."
"Infatti siamo qui per saperne di più" dice Rune. "Sindaco vi chiediamo un lasciapassare per il cimitero, vorremmo iniziare da lì le nostre indagini."
Juanito rimane pensoso: "Un lasciapassare... scusate, ma devo rifletterci. Vi chiedo a questo proposito di tornare da me domattina."
I nostri eroi intuiscono immediatamente la riluttanza di Juanito. Ogni sua decisione è divenuta un fardello insostenibile. E' molto probabile che ogni suo passo, ogni sua azione sia pesata e misurata mille e più volte... forse, c'è chi aspetta solo un suo passo falso per approfittare dell'instabilità della situazione.
"Va bene" dice Gilead. "Un'ultima cosa, signor sindaco, prima che ce ne andiamo. Ieri abbiamo incontrato vostro figlio..."

12 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Mannaggia la suspance mi attanaglia... :)

Ale ha detto...

dai, stavolta cerchero di non far passare troppo tempo... :)

PS: a breve l'avventura diventerà piuttosto ingarbugliata: spero di risultare chiaro che tutti riescano a seguire la trama. Tuttavia è passato un po' di tempo da quando abbiamo giocato questi episodi, e i ricordi si affievoliscono, quindi può darsi che mi sfugga qualche dettaglio, o che qualcosa che io dò per scontato ai fini della comprensione non lo sia affatto.
Beh, insomma, se c'è qualcosa di poco chiaro non esistate a farmelo notare!

MetalDave ha detto...

Mi sa che il buon Gilead con quella frase scatenerà un bel vespaio! Il sindaco sembra un brav'uomo, ma dopotutto Nataniel rimane sempre suo figlio....

Ale ha detto...

ihihih.... mi piace rendere le cose difficili fin da subito! ;)

jamila ha detto...

Magari il sindaco reagirà in maniera inaspettata, tipo: "mio figlio chi? Non so di chi state parlando, non ricordo di avere figli..."

Ale ha detto...

Grande filosofia: negare sempre, anche l'evidenza! ;)

steve ha detto...

questo era un detto che fu pronunciato da una persona a me molto cara (in tutti i sensi!) e in tempi ormai remoti decisi che avrei tagliato la linga a chiunque l'avesse detta....

Mr. Mist ha detto...

@ Steve: nel caso specifico è stata solo scritta, QUINDI propongo l'asportazione di almeno 2 lettere dalla scellerata tastiera da cui fu partorita! Personalmente in via equitativa suggerisco la "^" e la "Q"! ;D
Saluti

steve ha detto...

giusto giusto....

Ale ha detto...

Nuooooo!!! passi la "^", ma come faccio senza la "Q"???
Non potrò mai più scrivere frasi tipo "acQuisire punti esperienza" oppure "conQuistare tesori" oppure "sQuartare nemici"......

steve ha detto...

sciupare femmine si xò...

Ale ha detto...

d'oh!