giovedì 23 aprile 2009

87 - LA GIUNGLA NEMICA

Hearst lascia cadere la testa del mostro al centro del cerchio di pietre di fronte alla capanna di Wakaru. L'ammirazione dei nativi del Fiume è palpabile. Meravigliati, guardano questi stranieri venuti da lontano, che sono stati in grado di uccidere una creatura ritenuta immortale.
"Siete davvero dei grandi guerrieri" dice Wakaru, con la voce calma ma colma di gioia "sono felice di avervi concesso la mia fiducia. Forse siete davvero la nostra speranza contro Azawak."
Wakaru ringrazia i nostri eroi: ora potrà finalmente guarire il fiume ristabilendo l'altare e l'idolo, grazie ai suoi poteri e riti sciamanici. Il vecchio è inoltre felice di poter alleviare parte delle ferite degli avventurieri grazie alla sua magia naturale.
"Prima che ve ne andiate, accettate questo infuso. Racchiude il sapere guaritore dello sciamano del fiume, e la sua magia rimargina le ferite che i guerrieri Xucuru subiscono in battaglia. Sono sicuro che vi sarà utile."

Il viaggio di ritorno verso il Popolo del Fuoco si rivela meno semplice del previsto: se all'andata bastava trovare un grande fiume, ora ritrovare la via verso un piccolo villaggio nella foresta è ben più complesso! Fin da subito, i nostri eroi trovano estremamente difficile evitare di perdersi nella fitta giungla tropicale.
Anche il prodigioso senso dell'orientamento di Gilead viene messo a dura prova, e più di una volta è necessario l'aiuto della magia di Gimble, con cui lo gnomo riesce a determinare senza ombra di dubbio il verso del nord.
Quando ormai cala la sera, il gruppo esausto decide di accamparsi. Le razioni di cibo cominciano a scarseggiare, e la legna verde e umida della giungla rende impossibile accendere un fuoco da campo. Le parole scambiate tra gli avventurieri si limitano all0 stretto necessario, indice del palese nervosismo che serpeggia tra loro.
Manca solo un giorno allo scadere dell'ultimatum di Xokleng, e la foresta nemica potrebbe rendere vani tutti gli sforzi fatti finora. Possibile gettare via tutto solo per essersi persi, dopo aver affrontato morti e mostri? Sono questi i pensieri che assillano, seppur con diversa intensità, la mente degli avventurieri...

Solo due torce... già usate durante i turni precedenti. Hearst è inquieto durante il suo turno di guardia, nel buio fitto della giungla. Il sommesso respiro dei compagni addormentati è continuamente accompagnato dalle migliaia di altri suoni sconosciuti della foresta, lontani e vicini. Hearst sempre teso, seduto vicino ai compagni, non molla la presa dal suo spadone. Ogni rumore lo fa voltare di scatto. Il suo cuore sbatte. Ma nel buio lo sguardo di Hearst si perde nell'attesa, nella tensione muta che segue ogni suono.
Ad un tratto, l'ennesimo rumore sibilante fa saltare i nervi di Hearst. Questa volta era troppo vicino, proprio sopra la sua testa. Il guerriero sveglia frettolosamente i compagni.
"C'è qualcosa qui! C'è qualcosa! Fate luce, per Dio!" implora Hearst.
Gimble fa ricorso alla sua magia bardica e invoca le sue sfere di luce danzante. L'incantesimo è provvidenziale: nell'area illuminata appare la sagoma di un gigantesco serpente che penzola dall'albero a cui era appoggiato Hearst! Era solo questione di attimi...
Il guerriero sembra esplodere di rabbia: "Bastardo!!! Non sarò la tua cena!!!"
Con un balzo rapido verso il rettile vibra un unico poderoso colpo della sua spada, in cui scarica tutta la tensione e la paura accumulate. Prima che l'animale abbia il tempo di attaccare, o di fuggire, la lama di Hearst ne recide le carni, tagliando in due il corpo del mostruoso serpente.
Juan si avvicina al guerriero, che respira ancora affannosamente per lo sforzo.
"Un bell'esemplare Hearst. Domattina dovresti scuoiarlo: potrebbero uscirne dei fantastici stivali per entrambi..."

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