mercoledì 8 aprile 2009

85 - WAKARU

I guerrieri Xucuru si fermano sul limitare di un piccolo spiazzo davanti ad una capanna, delimitato da pietre disposte ordinatamente a formare una circonferenza. Un nativo che definire vecchio sarebbe riduttivo siede dinanzi all'ingresso della rudimentale abitazione, con le gambe incrociate, immobile. Juan non può fare a meno di apprezzare con interesse il monile che porta al collo, un gioiello d'osso in cui è incastonato un prezioso zaffiro.
Il vecchio fa cenno ai nostri eroi di avanzare nel cerchio di pietre, e li invita a sedersi.
"Siete i benvenuti" dice in uno stentato quanto sorprendente idioma coloviano. "Il mio nome è Wakaru, e sono lo sciamano del Popolo del Fiume..."

Il racconto degli eventi di Pinàr e della battaglia con Azawak da parte dei nostri eroi si dilunga, fino ad arrivare alla richiesta di Xokleng di conquistare la fiducia del Popolo del Fiume. Wakaru ascolta con attenzione, senza interrompere, fino alla fine. Solo allora parla.
"Capisco. Ora però, lasciate che sia io a spiegarvi ciò che Xokleng non vi ha detto. Egli è un capo forte, ma è giovane e impulsivo, e lascia che l'ira trascini il suo giudizio. I popoli Kariri si tramandano da sempre un'antica profezia. Nel cuore della giungla sorge da sempre il Tempio dell’Ultimo Giorno, chiamato dalle tribù Tazi Nawa Lumù. Le sue porte inespugnabili erano destinate a contenere il Male fino al giorno in cui il tempo avrebbe liberato i Custodi dell’Apocalisse, il Popolo della Notte, i Kapinawa-Kariri. E con la venuta di Azawak, quel giorno è giunto. Altri segni lo accompagnano, guardate le acque del fiume: ora sono venefiche, avvelenate, corrotte dal male. La profezia vuole che l’avanzata dei Custodi segnerà la fine dei nostri popoli, ma lascia anche un debole spiraglio di salvezza: la fuga verso nuove terre, partendo dal mare laddove sfocia il grande Rio."
Gilead interviene aprofittando di un breve silenzio: "Perché allora voi non combattete per la vostra salvezza, al fianco di Xokleng? La profezia... Azawak, mette in pericolo anche il Popolo del Fiume."
Wakaru risponde pacato: "Perché io non credo che ci sia salvezza nella fuga. Xokleng crede alla profezia, ma per farlo dimentica tutte le altre nostre tradizioni ed ignora di contemplare i segni della natura, ed il legame con la nostra terra. Il Popolo del Fiume esiste perché esiste questo luogo, ed è la nostra casa. La mia gente non scapperà. Se Azawak è l'Apocalisse, la mia gente affronterà il proprio destino. Xokleng ha dimenticato l'onore del suo popolo guerriero, ed è guidato dal sentimento di vendetta per l'odiato uomo bianco che ha sottratto l'idolo del Fuoco. Per lui distruggere la vostra casa, significa avere sia la sua vendetta, sia le barche per affrontare la via del mare."
"Wakaru, noi vogliamo aiutarti ad affrontare Azawak. Egli è la causa di tutti i mali, nostri e dei Kariri. Ne va della vita di tutti. Ti prego, concedici la tua fiducia." dice Rune.
"Azawak non è la causa del male, giovane guerriero, ma il male è la causa di Azawak. Per questo si dice sia immortale". Wakaru si sfila dal collo il prezioso monile blu. "Prendete, portate il Monile del Fiume a Xokleng. Sento che le vostre intenzioni sono giuste, e che davvero potete aiutarci. Il Monile sarà il segno che il Popolo del Fiume è con voi. Se anche egli vi accorderà la sua fiducia come vi ha promesso, i nostri segreti potranno esservi svelati ed i Desana vi condurranno al Tempio dell'Ultimo Giorno."
"Grazie Wakaru" dice Isabel. "Hai fatto molto per noi e per la tua gente."

Nessun commento: