giovedì 31 ottobre 2013

387 - IL GRANDE SHERZOD

Dopo un'attesa di circa mezz'ora una gondola di foglie condotta da un janni si avvicina placidamente dal canale che scorre a fianco del gazebo. Gli avventurieri vengono invitati a salire.
Il canale cristallino prima s'inoltra nei giardini, poi fiancheggia quelle che sembrano scuderie, e ancora un'ala del palazzo. Ogni tratto, ogni curva, mostrano scorci di incantevole bellezza e ricchezza - piante strane e colorate curatissime, statue e fontane d'oro, mosaici, decorazioni con pietre preziose, lavori architettonici di pregio.
Il tragitto termina con l'arrivo di fronte all'ala centrale del maestoso palazzo, il cui ingresso è sovrastato da tre grandi cupole dorate. Altri due jann prendono in consegna gli ospiti, facendo loro attraversare sale di una sontuosità starbiliante, la quale trova il suo culmine nella formidabile opulenza della sala del trono. In essa è in corso un superlativo banchetto in onore dello Sceicco, fatto di innumerevoli portate, su una tavola imbandita delle più preziose stoviglie. La sala è affollata da numerosi commensali djinn e jann, tutti intenti a ciarlare tra loro tessendo le lodi del loro signore.
Quando gli avventurieri fanno il loro ingresso tutti si zittiscono immediatamente posando gli occhi sui nuovi arrivati, quindi l'attenzione dei commensali si tende verso un gigantesco sofà con baldacchino.
Su di esso se ne sta spaparanzato un genio di proporzioni enormi dallo sguardo annoiato, circondato da numerose mogli che gli fanno aria e lo imboccano.
"Forza, cosa fate lì impalati? Portate subito da bere ai miei nuovi ospiti!" rimprovera svogliato ad alcuni servi. Immediatamente gli avventurieri si trovano tra le mani calici d'oro impreziositi da gemme grandi come noci, colmi di un nettare delizioso.
"Benvenuti nella mia dimora" continua rivolto agli avventurieri. "Io sono il Grande Sherzod, Colui-che-tutto-sa, Sceicco di questi cieli."
Il genio fa una pausa, lasciando che un mormorio diffuso da parte dell'assemblea riempia la sala. Molti annuiscono tra di loro, magnificando con lodi sperticate la grandezza di Sherzod.
"E' il migliore, sa tutto!" dice uno, "è un gran signore! Un gran signore!" un altro, "che magnificenza, che parole colme di saggezza!" un altro ancora.
Un cenno stanco della mano dello Sceicco ammutolisce tutti. Ancora una volta la platea pende dalle sue labbra.
Il Grande Sherzod chiede ai nuovi ospiti le ragioni della loro richiesta di udienza. Il suo tono è sempre svogliato, disinteressato, e spesso si sofferma a magnificare sé stesso, seguito dell'eco di un coro di leccapiedi che rafforzano le sue affermazioni. Ascolta gli avventurieri distratto, mentre gli spiegano i motivi che li hanno spinti alla ricerca del genio Ghazeer.
"Nella mia infinità bontà, vi aiuterò..." sentenzia stanco alla fine della spiegazione. Un nuovo brusio corre nella sala: "com'è buono!", "un santo, un santo!", "che clemenza, che purezza d'animo!"
"...ma in cambio di un dono. Tutti coloro che cercano la saggezza hanno un dono per il Grande Sherzod. E deve essere un dono degno!"
La solita eco riprende: "tutti hanno un dono, è giusto!", "non si saranno presentanti a mani vuote?", "neanche tutto l'oro del mondo basterebbe per la sua saggezza!"
Gli avventurieri si guardano intorno spaesati. Oro, preziosi, tappeti, sculture, una dimora da sogno. E' ovvio che lo Sceicco ha già tutto ciò che si possa desiderare. In un disperato tentativo abbozzano qualche banale proposta, subito seguita dalle lamentele annoiate di Sherzod, contornate dai mormorii di disapprovazione della sua corte.
Sherzod sbuffa, posando lo sguardo spazientito sugli ospiti che non sanno soddisfarlo. Forse li guarda veramente per la prima volta, ed è allora che la sua attenzione ricade su Batuffolo. Nei suoi occhi si accende un barlume di interesse.
"E' la tua cavalcatura?" chiede a Bovak.
Prima che il nano possa rispondere, Hodwinkle interviene folgorato da un'illuminazione: durante il tragitto in barca erano passati vicino a delle scuderie...
"Mio signore, volete dire che vi piacciono le cavalcature, l'equitazione...?"
Sherzod annuisce affermativamente, simulando un tiepido interesse, ma la rinata vivacità nei suoi occhi tradisce quella che dev'essere una vera e propria passione.
Hodwinkle sorride. Ora sa di aver trovato il dono che stupirà il Grande Sherzod.

6 commenti:

Ferdi ha detto...

nel frattempo quanti calici sono spariti?

Ale ha detto...

Eheheh... :)
Ne parliamo nel prossimo post

Ursha ha detto...

Mi ricorda la volta che Ofelia ha rubato i gioielli della sposa defunta Bruno Visconti e poi si è presa una sonora frustata da Madamigella Farnese, non perchè lo avesse derubato ma perché si era fatta scoprire.

Mi domando come andrà a finire con i calici.

Ale ha detto...

Juan avrà presto ben altro di che preoccuparsi, altro che calici... >:P

Mr. Mist ha detto...

C'era da aspettarselo: se l'ccasione fa l'uomo ladro, cosa accade se dai tutte le occasioni di questo mondo ad uno che è già ladr...ehm pardon mercante! ;)

Ferdi ha detto...

No beh.......

in mezzo a tutto quel lusso, mi chiedevo solo se qualche servo non avesse alzato le mani.

un semplice dubbio ;-)