mercoledì 19 giugno 2013

366 - SHIRIN

"Sono innocui" ironizza Aghmar nei confronti di uno sbigottito Bovak. "Li usiamo per trasportare ciò che ci appartiene. Siamo nomadi e tutto ciò che ci circonda è la nostra casa."
"Ma... se il vostro accento non mi inganna, la vostra tribù non è originaria di Kal-Mahda" chiede Gimble, ripresosi dallo stupore.
"Esattamente piccolo amico. La nostra tribù viene dal deserto di Yar-Mazar, da quelle che voi chiamate terre degli infedeli."
"E, di grazia, cosa vi porta così lontano dalle vostre terre d'origine?"
"Lo stesso motivo che porta voi. Ma'Habb. Il fato riserva davvero molte sorprese, vero? In verità non sapevamo dell'esistenza di Ma'Habb fino a pochi giorni fa, e fino a dieci minuti fa non conoscevo nemmeno il nome di quelle rovine. Noi guerrieri kinnin viaggiamo per anni nel deserto, e non fa distinzione che sia Kal-Mahda o Yar Mazar. Il deserto non possiede i confini che vogliono gli uomini. Viaggiamo sapendo che prima o poi il destino ci porterà ciò che cerchiamo. E così è avvenuto."
Gimble ascolta sospettoso. C'è qualcosa di Aghmar che lo inquieta, non fosse altro che è un individuo scaltro e attento. Ne è riprova il fatto che sembra percepire la diffidenza che ispira, tanto che per fugarla approfondisce le ragioni dell'interesse per le antiche rovine.
Aghmar spiega che i Kinnin sono sempre alla ricerca di una rara pianta del deserto che cresce in zone ricche d'acqua e ombrose, il "richiamo della notte". Se fumata o assunta in infusione, questa pianta acuisce i sensi ed è spesso usata da combattenti e sciamani. Inoltre ha la particolarità di pigmentare di blu le unghie e i denti di chi la utilizza frequentemente, e di provocare ipersensibilità alla luce.
"Abbiamo scoperto della presenza dell’erba casualmente. Una nostra avanguardia è stata assalita pochi giorni fa durante uno spostamento da una sprovveduta banda di gnoll, che pensava di aver trovato un facile bottino. I miei guerrieri non ci hanno messo molto a sopraffarli e renderli prigionieri, dal momento che mostravano una strana quanto tipica colorazione blu delle chitine."
Aghmar sorseggia un po' di tè prima di continuare.
"Li abbiamo interrogati e obbligati a dirci da dove provenivano, scoprendo dell'esistenza delle rovine. Quindi li abbiamo uccisi."
"Dunque nelle rovine di Ma'Habb cresce il richiamo della notte!" esclama Bovak.
"Esatto, il che accomuna i nostri obiettivi  e ci rende alleati. Assieme potremo trovare Ma'Habb e liberarci degli gnoll che ne hanno fatto la loro dimora."
Aghmar chiama alcuni dei suoi, impartendo ordini in lingua Mazar'i. In pochi istanti viene portata al tavolo una shisha da cui si spande un lieve odore di noce moscata.
"Vi chiedo di concedermi l'onore di fumare con voi, miei nuovi amici, per suggellare la nostra alleanza" dice Aghmar porgendo il bocchino della pipa a Bovak, seduto al suo fianco. "Le mie danzatrici questa notte balleranno per voi, e la mia casa sarà la vostra casa!"

Presto il fumo riempie le narici e le menti dei nostri eroi con il suo gusto pungente. La notte diventa più chiara e brillante, le sensazioni più intense e autentiche. Tre danzatrici muovono sinuose i fianchi al ritmo di cimbali e sonagli, i veli ondeggiano come volute di fumo.
Aghmar riceve la shisha da Hearst. Lo sguardo del guerriero non si distoglie dalla danzatrice più bella.
"Ti piace vero?" sussurra il capo kinnin "Lei è la mia preferita, Shirin. In lingua Mazar'i il suo nome vuol dire 'dolce', come in verità è."
"E Aghmar? Cosa vuol dire Aghmar?" chiede Hearst, ipnotizzato dai movimenti e dai sorrisi di Shirin.
"Vuol dire 'capo', come in verità è. Il destino decide alla nascita ciò che siamo, e lo incide nelle stelle e nel nostro nome. Lei ti piace vero? I tuoi occhi parlano per te. Stanotte sarà tua, scalderà il tuo giaciglio, perché la mia ospitalità è sacra."
Shirin risponde agli sguardi continuando la sua danza, muovendo il ventre flessuoso, respirando al ritmo degli strumenti, in un crescendo di passione. Hearst sente montare in sé una pulsione irresistibile, il sangue gli ribolle nelle terga mentre le immagini di Shirin che agita il bacino nuda sopra di lui gli riempiono la mente di desiderio, di irrefrenabile tentazione.
All'improvviso Hearst afferra un coltello dal tavolo e si incide l'avambraccio. Il sangue schizza sul tavolo, Shirin lancia un gridolino facendo un piccolo balzo all'indietro per lo spavento. Gli strumenti cessano di colpo.
Il dolore amplificato dall'erba cancella ogni altro pensiero nella mente di Hearst. Aghmar e i compagni lo guardano sbigottiti mentre si tiene la ferita sanguinante.
"Non preoccupatevi, è solo un graffio. Ora vado a dormire."

7 commenti:

Mr. Mist ha detto...

...in effetti farsi una doccia gelata in pieno deserto è improbabile! ;)
Povero Hearst mi sa che ha ancora Rabiaa in testa e per fare la persona seria, rischia di perdere molti dei suoi sostenitori, che verrano acquisiti da Aghmar grazie al suo concetto di ospitalità! :D

Ale ha detto...

In effetti credo che quando Kuduk leggerà questo pezzo di "o'Hearst 'nnamurato" scioglierà il fan-club... ;)

steve ha detto...

I tempi del:" mi faccio lei! Lei no!...... Son finiti!

Ale ha detto...

eh eh caro mio... bei tempi!

Sommo Kuduk ha detto...

Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!

sono riuscito ad aggiornarmi ora dopo qualche settimana di latitanza (e presto ne seguirà altra...) e che ti succede. Hearst che mi diventa serio, non c'è più religione... ;-)

Grande Ale, mi sono piaciuti gli ultimi post, davvero...

per fare un pò di polemica gratuita, Vi chiedo: "il concetto di fedeltà come lo conosciamo noi contemporanei, legati comunque ad una cultura cristiana, può essere applicato anche a Pg in un mondo fantasy?"
ciao

Anonimo ha detto...

preferivo Hearst quando molestava la chierica...

Llukas

Ale ha detto...

@Kuduk: risposta alla tua domanda: dipende. Dipende dal tipo di codice sociale che decidi di imporre al tuo mondo fantasy. Nella mia ambientazione, dove esiste una struttura ecclesiastica che ha molto da spartire con la chiesa cattolica, probabilmente sì, anche se con tutti i distinguo del caso.
Parlando in particolare dell'episodio di Hearst, è lui stesso che ha deciso di agire in questo modo, credo trasponendo e interpretando proprio (più o meno volontariamente) il concetto di fedeltà.
Devo aggiungere che ad ogni modo la cosa girava bene, ha reso l'idea del cambiamento in atto nel travagliato guerrierone e non ci siamo posti molte altre domande... ;)

@Llukas: che ci vuoi fare, questi ggiovani d'oggi che s'innamorano così facilmente...