lunedì 2 maggio 2011

229 - FINALMENTE LIBERI

Quando Hearst, Rune e Gimble fanno il loro ingresso nel rifugio di Taleryn, il vecchio mago ha già preparato tutto. Il corno dell'Inevitabile si erge in mezzo ad un esagono immaginario ai cui vertici corrispondono i cristalli sottratti ai cannibali.
"Taleryn! Dove sono gli altri?" grida trafelato Gimble avvicinandosi al cerchio luminescente. Lo sguardo del mago si posa sul Cubo, stretto tra le braccia dello gnomo. I suoi occhi non nascondono un ammirato stupore.
Prima che il vecchio possa rispondere, la voce di Gilead e un rumore di passi in corsa annuncia l'arrivo del resto del gruppo.
Ciò che accade nei pochi istanti successivi coglie tutti di sorpresa. All'improvviso dall'oscurità del corridoio un agguerrito prigioniero balza addosso a Gimble, urtando due cristalli e scaraventandolo a terra vicino al corno. Li aveva seguiti e non l'avevano visto!
Le mani dell'aggressore afferrano con forza il Cubo per strapparlo dalle mani dello gnomo. Gimble resiste con tutte le sue forze, deve assolutamente impedire che il prigioniero lo attivi, o tutto sarà stato inutile.
Sono istanti concitati, i compagni si gettano in soccorso all'amico, l'agitazione, la confusione, le urla riempiono la stanza.
Nel caos più totale, mentre tutti si concentrano su Gimble per aiutarlo nella collutazione finendo quasi per intralciarsi, sono le urla di Taleryn a emergere come un faro nella notte.
"Entrate nel cerchio! Presto!!!"
Il vecchio mago anziché aiutare lo gnomo si sta già affrettano a risollevare i cristalli caduti.
Gimble e compagni realizzano le intenzioni di Taleryn. Il piccolo bardo è ormai allo stremo delle forze. La fisicità del prigioniero è soverchiante, le sue mani stanno girando l'ultimo blocco del Cubo, presto lo attiverà. Ma Gimble stringe i denti, ha capito il piano del vecchio; deve solo resistere qualche secondo, solo qualche secondo in più...
"Taleryn vieni!" grida Isabel incitando il mago a far presto, ad unirsi a loro nell'esagono di cristalli. Il vecchio risolleva l'ultima roccia azzurra e sorride, volgendo loro uno sguardo stanco. La chierica si sente invadere dalla tristezza. Non verrà, anche se ne avesse il tempo. Non ha più ragioni per fuggire, ciò che amava è rimasto qua dentro.
Poi una luce bianca avvolge tutto.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Uhm... s fa presto a dire:"Finalmente liberi", la strada verso la libertà mi sa che è ancora lunga!

MetalDave ha detto...

Concordo con il buon Mr. Mist! Anche tu Ale, è proprio crudele ironia la tua! :-)

Ale ha detto...

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! :)

jamila ha detto...

Ale, chissà perché abbiamo tutti la sensazione che tu li abbia fregati alla grande...

Anonimo ha detto...

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Llukas