venerdì 19 giugno 2009

99 - LA MORTE E' CIECA

La sala è enorme e buia. La torcia illumina la vista del terrore più puro e mai provato dagli avventurieri.
Una mostruosa creatura di dimensioni mastodontiche si agita, incatenata a possenti colonne tramite otto catene, due per ogni arto. Il suo corpo ha fattezze umanoidi, ma la pelle sembra quella di un rinoceronte, piena di bubboni pruriginosi. La sua testa ricorda quella di un toro, di un demone, di una bestia: su di essa grandi orbite vuote sono circondate da sangue rappreso. Ecco perché non v'è reazione alla luce: il mostro è cieco.
"Piano... in silenzio" sussurra Rune, "lungo le pareti."
"L'uscita... non è possibile! Dov'è?!? E' sparita... guardate! C'è solo solida pietra dove siamo entrati!" dice Gimble con la voce spezzata. Nessuna uscita. Il misterioso corridoio d'ingresso scomparso. La torcia che non illumina la parte più lontana della grande sala.
"Dannazione! Strisciamo lungo le pareti, dobbiamo arrivare dall'altro lato. Ci deve essere un passaggio!" risponde Rune. Ma anche il monaco crede poco alle sue parole. Una sensazione di impotenza scende sugli avventurieri.
Il mostro ascolta il silenzio, sa che qualcuno è lì. Un passo falso dei nostri eroi potrebbe significare essere dilaniati da mani, artigli grandi quando un uomo.
La bestia si sporge in avanti, spostando le pesanti catene; fiuta l'aria, scopre i denti. E' talmente vicino pensa Rune... e guarda Kerabi, che trema... batte i denti... un rumore, no!
"VIAAA DI QUIIII!!!!" urla Rune. La bestia ruggisce, si solleva. Gli avventurieri si sparpagliano, la mano del mostro graffia la parete. Rapido. Rune spinge via Kerabi, ma viene investito in pieno.
Le unghie lo trafiggono come lame, la spinta è insostenibile. Il monaco viene scagliato in un angolo, la torcia cade lì vicino. Vomita sangue. Hearst osserva incredulo: è bastato un solo colpo a ridurlo in fin di vita!
Il mostro allunga il braccio per afferrare il monaco e finirlo... ma le catene si estendono al massimo, frenando le sue intenzioni. Le colonne tremano, la polvere cade dal soffitto.
"Presto!!! Negli angoli non può colpirci!! Correte!!!" grida Isabel, affrettandosi verso Rune.
Il monaco si rialza a fatica, aiutandosi, aggrappandosi ai sostegni di un grosso gong, incastrati in delle scanalature, come delle guide sulle pareti perpendicolari dell'angolo della sala.
"Tieni duro!" bisbiglia Isabel, mentre una luce curativa scaturisce dalle sue mani, alleviando il dolore di Rune.
Gilead e Gimble raggiungono rapidi l'angolo opposto lungo la parete dove c'era l'entrata, evitando le spazzate furiose della bestia. Là notano esserci un altro gong, legato agli stessi sostegni, ma sollevato lungo le scanalature con un sistema di corde e carrucole.
Nel frattempo Hearst copre la fuga di Juan e Kerabi verso l'angolo dove si trova Rune. Il mostro attacca con i suoi artigli poderosi, facendo tremare le parete ad ogni pugno. Le colonne minacciano di cadere ad ogni suo movimento, le catene di spezzarsi di colpo liberando la sua furia.
Hearst ferma la sua corsa in tempo, mentre il pugno del mostro si schianta sul muro poco dinanzi a lui. La sua cecità è l'unica ragione per cui sono ancora vivi, riflette il guerriero. Ed ora è il suo momento per contrattaccare.
Il colpo è facile: Hearst solleva lo spadone e lo fa calare con forza sull'avambraccio del gigante, con tutta la sua forza, una schiantata che potrebbe tagliare in due una persona... ma la lama si ferma, scalfendo solo leggermente la coriacea pelle della bestia.
Hearst non crede ai suoi occhi, ma non si fa sorprendere e con una capriola evita la manata di risposta al suo attacco, rifugiandosi nell'angolo di Rune.
"Maledizione, non abbiamo speranze..." dice Hearst in preda allo scoramento. "Ha provato a uccidermi come si uccidono le mosche... è davvero l'Apocalisse..."
Ad un tratto un rumore improvviso, rimbombante, scuote la sala. Gimble ha tagliato le corde che sorreggevano il gong nel suo angolo, facendolo scorrere fino a terra lungo le guide.
Il mostro grugnisce, e si agita tirando le catene spasmodicamente. La risonanza prodotta nell'impatto col pavimento sembra aver ferito il suo udito acuto.
Gli avventurieri si guardano, col fuoco della speranza che si riaccende nei loro occhi. No, forse non tutto è perduto.

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