mercoledì 18 marzo 2015

452 - UNA MESTA PROCESSIONE

Gli avventurieri corrono disperati lungo un cunicolo in salita, svoltano una, due volte, quando all'improvviso una parete crolla pochi passi di fronte a loro, costringendoli ad fermarsi bruscamente. La massiccia sagoma dell'umber hulk, fattosi strada scavando nella roccia, si staglia davanti a loro. Dopo un primo istante di esitazione, Hearst lo carica con violenza fintanto che la bestia si sta ancora scrollando di dosso il pietrisco rimosso. Vibrando energicamente lo spadone affonda più volte spezzando il carapace della creatura, spargendo il suo sangue nero. Accusate le prime ferite l'umber hulk reagisce minacciando il guerriero con i suoi poderosi artigli in uno scambio di colpi tanto rapido quanto letale.
Hearst para e schiva, subendo ferite marginali, ma all'improvviso non capisce bene cosa accade, dove si trova. E' solo un istante, nella sua testa baluginano gli occhi da insetto dell'avversario. Poi è come se venisse investito da un albero sventagliato da un gigante. L'impatto lo sbatte sanguinante e confuso contro la parete, e solo l'intervento di Rune e Juan che si gettano sul mostro lo salva dall'intento dell'avversario di schiacciarlo sotto i suoi piedi e la sua mole.
Alle loro spalle, sopraggiungono i due individui allertati assieme al mostro. Uno dei due inizia a salmodiare qualcosa, ma viene provvidenzialmente azzannato alla gola da Batuffolo, mentre Isabel affronta l'altro in corpo a corpo supportata da Gimble.
Rune e Juan balzano veloci attorno al pesante avversario, sfruttando la loro agilità per evitare quelle braccia come tronchi, ma trovano estremamente difficile e rischioso avvicinarlo: nessuno di loro due ha la resistenza di Hearst. Più volte sentono nella testa le incursioni psichiche del mostro, ma in qualche modo riescono a respingerle.
Hearst scuote la testa scrollandosi di dosso lo stordimento, vede Bovak avvicinarsi. Il druido recita un incantesimo ed il guerriero prova un'immediata sensazione di potenza, la forza di un toro infusa nel suo corpo.
Si rialza, e coordinando il suo attacco agli affondi dei compagni aggredisce il bestione quando ha il fianco scoperto. L'umber hulk non si fa sorprendere e spazza l'aria con l'avambraccio per scagliare via quel fastidioso umano che lo carica.
Hearst vede arrivare il colpo, ed anziché evitarlo lo incalza con un violentissimo fendente di spada. La nuova forza sovrumana gli permette di resistere al contrasto, la lama frantuma il carapace sull'avambraccio dell'avversario ed affonda recidendo la carne e le ossa. La spinta fa volare l'arto mutilato come un proiettile contro la parete, mentre il mastodontico insetto stride di dolore e indietreggia impazzito.
Approfittando della condizione di vantaggio Juan colpisce alle spalle, conficcandogli la lama alla base del collo. L'umber hulk si agita così violentemente che il coloviano viene sbalzato ed è costretto a mollare l'arma. Hearst salta e con uno schianto finale dello spadone spacca la parte sinistra del cranio del mostro schizzando ovunque materia cerebrale giallognola.
Infine uno schiocco secco di elettricità dietro di loro decreta la fine dell'ultimo avversario, folgorato da una scarica dello scettro di Carnegie.

Gli avventurieri si muovono rapidi e quanto più silenziosi lungo le grotte tutte uguali sfruttando il boato ritmico a loro vantaggio. A parte le cure necessarie a Hearst da parte di Isabel, non si sono più fermati dopo essere stati scoperti, percorrendo quei monotoni cunicoli quanto più possibile in discesa. Sudati fradici si fermano in una rientranza nascosta a prender fiato. Più si spingono in profondità e più l'atmosfera dà l'impressione di essere calda e soffocante. Impressione, in quanto il caldo è chiaramente una percezione e non un dato di fatto: gli oggetti e le pareti mantengono la stessa temperatura che avevano all'entrata, ma ciò non elimina la sensazione di appiccicaticcio, la difficoltà a respirare a pieni polmoni.
Isabel sta per dire qualcosa, ma Juan la blocca intimandole di tacere. Passi in avvicinamento.
Già diverse volte hanno dovuto seminare o eliminare delle sentinelle durante la discesa, ma questa volta il rumore dei passi denota la presenza di molte persone, un piccolo plotone, e lo sferragliare che li accompagna mentre si avvicinano non promette nulla di buono.
Gli avventurieri si appiattiscono al buio nel loro nascondiglio. La fila di persone transita in un'intersezione vicina, tanto da risultare visibile. Tuttavia, passate le prime guardie, il resto della colonna è costituito da una trentina di schiavi incatenati, perlopiù donne e bambini, prima che alcuni sacerdoti di Valmar chiudano il corteo.
Sguardi mesti, spaventati, rassegnati. Incedono frettolosi vestiti di stracci, svuotati della scintilla della vita. Sono morti che camminano. Pur inconsapevoli del loro destino, lo percepiscono, ineluttabile. Persino i più piccoli. Persino le madri non proteggono più i propri figli.
Passano alcuni minuti prima che qualcuno fiati.
Gimble cerca di ricacciare nello stomaco il groppo che gli stringe la gola. Quello che hanno appena visto è abbandono, provato e perpetrato.
"Dobbiamo scoprire dove li portano" dice qualcuno dei compagni, lui annuisce.
Il groppo in gola si trasforma in rabbia mentre pensa a quella processione di disperati, ma quando il pensiero si rivolge a Bleena, subdolo, si tramuta in colpa.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ufff.....per un attimo dal titolo mi ero immaginato i nostri eroi catturati e condotti in catene davanti al perfido Zaran...
Meno male!

Ale ha detto...

No.... l'hanno svicolata anche stavolta!