martedì 24 febbraio 2015

449 - PIETRE SU PIETRE

Hearst trascina i corpi nell'oscurità dei corridoi superiori per evitare che siano immediatamente visibili, ma può fare ben poco con le abbondanti pozze di sangue che chiazzano le scale e il pavimento della stanza.
Juan, impegnato a controllare le trappole in cui è incappato Gimble, scuote la testa.
"Niente da fare. Credo fosse un glifo di protezione, e ce ne sono di certo altri, ma non riesco a individuarli con precisione, né tantomeno a disattivarli."
"Forse è meglio girare i tacchi ed allontanarci da qui" suggerisce Rune. "Qualunque cosa ci sia oltre questa stanza non promette nulla di buono e di certo a breve la zona non sarà più sicura"
Guidati dalla scurovisione di Bovak impegnano quindi la caverna che dalla balconata si allontana dalla sala delle mutazioni. Percorrono stretti cunicoli ricurvi e irregolari in discesa, incrociando numerosi bivi sulla loro strada, sempre accompagnati dal ritmico tremore che sale dal sottosuolo.
Quando la grotta si allarga ed il sommesso chiarore della fossa filtra attraverso le aperture che si aprono su di essa, Juan e Bovak fanno cenno ai compagni di restare immobili ed avanzano da soli in avanscoperta.
Attenti a non fare il minimo rumore, arrivano al limite dello slargo. Una grande apertura si apre a strapiombo sulla voragine, e vicino ad essa un individuo incappucciato sibila ordini perentori a quattro specie di formiche umanoidi. Bovak rabbrividisce realizzando che quei quattro sono probabilmente il risultato della mutazione degli schiavi, un'aberrazione della natura compiuta da negromanti senza scrupoli.
Gli schiavi eseguono mesti ogni comando. Tirano corde e manovrano argani che azionano un montacarichi che scende legato a grandi funi dall'ampia apertura sul baratro, risalendo carico di pesanti rocce. Gli uomini-formica le spostano e accatastano vicino ad un secondo ingresso dal lato opposto dell'antro, dal quale dipartono due rotaie che si perdono nell'oscurità.
Il druido e il coloviano tornano sui loro passi, troppo rischioso continuare di qua senza doversi scontrare di nuovo.
I nostri eroi scelgono altre strade, incrociano nuove caverne, ripercorrono vecchi passaggi. Orientarsi è complicato in queste grotte tutte uguali.
Improvvisamente, due voci e la luce di una torcia che si avvicina costringono i nostri eroi a ripararsi in un passaggio laterale fortunosamente vicino. L'apertura conduce a una gigantesca cavità naturale, già riempita per quasi la sua interezza di materiale di risulta.
Le due voci arrivano, la luce della lanterna filtra dall'entrata sopra le teste degli avventurieri appiattiti tra il pietrisco. Parlano di vini, ed il più entusiasta decanta la prelibatezza di un nettare di Arx portato dalla superficie. Poi le voci si allontanano, passando oltre.
La superficie. Arx. Tanto basta per i nostri eroi per escludere quantomeno di essere finiti nell'abisso.
Quei pochi secondi sdraiati sulle rocce hanno fatto tuttavia affiorare l'enorme stanchezza che li accompagna.
"Sono sfinita" bisbiglia Isabel con un filo di voce. "Dobbiamo riposare, recuperare le forze. In queste condizioni non sono più in grado di invocare il potere di Erevos, e presumo sia lo stesso per voi..."
Gimble e Bovak annuiscono. Anche le loro riserve magiche sono al limite.
"Hai ragione" controbatte Rune, "ma il tempo non è dalla nostra parte. Potrebbero aver già scoperto i cadaveri dei negromanti, o potrebbero farlo a breve. Ogni secondo in cui stiamo fermi è un secondo perso."
"Rune, siamo allo stremo!" replica Hearst. "E non sappiamo nemmeno cosa stiamo cercando veramente! Zaran? Potrebbe essere dovunque, così come Bleena!"
Juan gli dà man forte: "Hearst ha ragione, vaghiamo senza meta e non siamo nelle condizioni - anche se lo trovassimo - di affrontare Zaran. L'ultima volta gli è bastato poco per metterci fuori gioco, ma per nostra fortuna ci ha sottovalutato e venduto a quel sadico di Carnegie. Questa volta potrebbe non andarci così bene..."
"Sssht! Stanno tornando!"
Gli avventurieri si appiattiscono in silenzio nel loro nascondiglio. La luce della lanterna e l'animata discussione enologica passano di nuovo.
"Una ronda" sogghigna Gimble. "Bene, forse è giunto il momento di dar fondo al mio ultimo incantesimo per sapere veramente cosa sta accadendo qui."

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

A questo punto prendere prigioniere le guardie può risultare una buona fonte d'informazioni!

Ale ha detto...

Esattamente ciò che Gimble si propone di fare!