mercoledì 19 novembre 2014

437 - CHIMERA

Gli avventurieri tornano sui loro passi fino alla grande sala delle gabbie che si estende nell'oscurità. Isabel centra un incantesimo di luce sullo Scettro di Carnegie prima di procedere all'esplorazione, quindi il gruppo avanza cautamente. Poco più avanti le pareti del sotterraneo si restringono ad imbuto fino a convergere in un corridoio largo pressappoco una decina di piedi e lungo altrettanto. Oltre il passaggio un altro salone si allarga specularmente, con un disegno che ricorda una clessidra.
Hearst e Rune avanzano in testa al gruppo, pronti ad ogni evenienza, ed imboccano il corridoio.
"Hearst, Rune, fermi forse è meglio che Juan contr--"
Il suggerimento di Gimble s'interrompe a metà quando, ad un ulteriore passo del guerriero, una grata cala rumorosamente alle spalle dell'avanguardia, sigillando i due oltre il corridoio e dividendoli dai compagni.
"No!" esclama Gimble. "Una trappola!"
Tutti si gettano d'istinto sulla saracinesca afferrando i correnti metallici per sollevarla, da un lato e dall'altro, ma è troppo pesante. Dopo qualche istante un rumore di catene ed ingranaggi tintinna nel sotterraneo, metallo che scivola nella pietra nel buio inesplorato.
"Cazzo! Sì è aperto qualcosa! Le gabbie!" esclama Hearst perdendo la sua consueta freddezza. "Rune muoviti dammi una mano a sollevare 'sta cosa... mmmmhh!!!"
Ma il monaco ha già mollato la presa. Muovendo lentamente alcuni passi di lato scruta l'oscurità, e si mette in guardia.
Notando il comportamento del compagno anche Hearst si ferma e impugna lo spadone.
Una grossa zampa leonina emerge nella penombra, e l'incedere della seconda rivela un mostruoso cerbero dalle teste di capra, leone e drago. Grande come un cavallo, la creatura si muove distante studiando le sue prede.
Gimble sente gocce di sudore freddo scendergli lungo la schiena: "Una... chimera!"
La testa di capra emette un lungo ed inquietante belato, mentre il leone digrigna le fauci e la testa di drago verde emette volute di gas giallognolo. Un odore cloridrico pungente ed irritante si diffonde facendo lacrimare gli occhi.
Hearst e Rune sono pervasi dal panico.
"Tirateci fuori di qui! Fate qualcosa!" sbraita il guerriero facendo di nuovo di tutto per sollevare l'inamovibile grata.
L'immonda creatura si lancia all'attacco ma la provvidenziale evocazione di un ippogrifo da parte di Bovak ne ferma la carica. Il povero animale viene subito azzannato al collo con ferocia, e sebbene faccia di tutto per contrastare la furia della chimera, può ben poco contro la sua terribile capacità di uccidere.
Approfittando del diversivo Isabel usa la magia divina per conferire ad Hearst una forza taurina, Gimble incanta il suo spadone con la sua arte arcana e Bovak protegge Rune rendendo la sua pelle coriacea. Aiuti sì, ma che non basteranno a fronteggiare un avversario così ostico.
Juan invece si prodiga in una disperata ricerca sulle pareti lì attorno. Non può credere che non esista un meccanismo per riaprire la saracinesca, ogni trappola ha un sistema di disattivazione, Ekelorn deve averlo previsto. E se esiste è da questa parte del sotterraneo.
La ricerca del coloviano dà i suoi frutti proprio mentre il collo dell'ippogrifo viene straziato dal morso leonino della chimera: un movimento secco aiutato dagli artigli e la trachea della creatura evocata da Bovak viene scoperchiata, le arterie sprizzano sangue, la testa d'aquila si dibatte disperata nel dolore degli ultimi istanti di vita.
Juan preme senza indugi una mattonella nascosta sulla parete e la grata si solleva veloce, liberando Hearst e Rune dalla loro prigione. Il coloviano la preme di nuovo sperando che faccia ricadere la saracinesca separandoli dalla chimera, ma la sua è una vana speranza. Ora la minaccia del mostro riguarda *tutti* gli avventurieri.
Con la chimera che avanza ruggendo a grandi balzi, Gimble esorta i compagni alla fuga: "Via! Via! Dobbiamo uscire di qua! Bovak, aiutami, dobbiamo rallentarla!"
Lo gnomo evoca con un incantesimo un millepiedi giganti proprio davanti al mostro. Un istante dopo, la magia druidica di Bovak crea un cerchio di energia marrone splendente. Attraverso questa sorta di portale si genera materia, roccia che si aggrega andando a costituire le fattezze umanoidi di un elementale della terra.
"Presto, all'uscita!" urla Gimble preparandosi ad attivare il ciondolo di Ekelorn. Il cristallo brilla di un verde splendente mentre il terreno si apre a riformare la discesa che li aveva portati qui sotto, ma è un processo lento.
Gli avventurieri gettano occhiate preoccupate alle loro spalle. E' questione di attimi, la loro salvezza dipende solo da quanto durerà la lotta impari tra le creature evocate e la chimera.
"Più veloce, più veloce" bisbiglia Gimble stringendo il monile, come se potesse accelerare il processo.
Il soffio di vapori acidi della testa di drago consuma le carni del millepiedi; le incornate, i morsi e le artigliate fanno a pezzi l'elementale della terra prima che questi riesca a ferire seriamente l'abominio con i suoi pugni possenti.
"Ecco si è aperto! Fuori!" urla Gimble appena la terra mostra uno scorcio di cielo notturno. La bestia ruggisce alle loro spalle riprendendo la sua carica.
Quando si fiondano all'esterno, la chimera li insegue con un lungo balzo, spiegando le ali membranose e sovrastandoli. Gimble pensa veloce e lascia cadere il ciondolo smeraldino sul terreno.
Gli avventurieri si dividono a raggiera per sfuggire alla sua picchiata letale. Le tre teste urlano in tutte le direzioni la loro furia, riecheggiando nel silenzio della notte.
Presto le guardie saranno qui.
Bovak, il più lento a nascondersi tra la vegetazione, diventa la preda prescelta. Il nano si rotola a terra istintivamente con un tempismo perfetto. Sente la massa della creatura sfiorarlo per un soffio e gli artigli lacerargli il mantello. La vede atterrare poco più avanti, solo qualche metro li separa. Nonostante la stazza è una bestia veloce e la testa di drago si è già voltata in maniera innaturale sbuffando fumi acidi dalle narici.
"Veniva da di qua!"
Il vociare nel buio, accompagnato dallo sferragliare di armature, preannuncia l'arrivo degli armigeri, ignari del destino che li aspetta, inconsapevole distrazione che regala a Bovak secondi preziosi. Con la coda dell'occhio vede i compagni rifugiarsi di nuovo nel sotterraneo - ecco perché Gimble ha lasciato cadere il gioiello, per tenere aperto il passaggio! pensa mentre lo gnomo recupera il cristallo.
Bovak si concentra, dev'essere veloce come non lo è mai stato, Gimble sta già richiudendo il terreno. Il druido fa appello alle forze della natura e mentre si rialza e corre il suo corpo muta. I suoi abiti si fondono in un manto maculato, gli arti si slanciano, la postura diventa quella di un felide sinuoso. In pochi attimi una maestoso ghepardo sfreccia attraverso il giardino e s'infila nel sotterraneo proprio mentre la terra si richiude sopra le teste degli avventurieri.
Poi si odono solo le grida di spavento e morte delle malcapitate guardie.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

°_°
Accidenti... sono basito, se un basilisco è duro da buttar giù per personaggi di sesto, la chimera non è da meno... anzi forse anche peggio!
Certo che come stratega Gimble è in gamba, ora però dovranno fare in fretta, una chimera in libertà non si accontenterà di massacrare le guardie ed il casino che pianterà giù attirerà di sicuro l'attenzione di Rakoud!

Ale ha detto...

Esatto! In breve tempo Rakoud saprà che qualcosa è successo nella dimora di Ekelorn - non tutti si tengono in casa una chimera!
Di questo ne sono consapevoli anche i PG: il tempo sarà loro nemico d'ora in poi.

Sommo Kuduk ha detto...

Bella descrizione, di colori ed odori e grande strategia di Gimble...

Ale ha detto...

Grazie Kuduk, sempre troppo buono...