martedì 11 novembre 2014

436 - CONGETTURE

Isabel ragiona su quanto appena affermato da Gimble. La rappresentazione in effetti pone Mog al centro. Egli è il fulcro attorno al quale il destino del mondo si divide.
"Pensaci Isabel. Quante volte opponendoci ai piani di costoro abbiamo incrociato i servitori del Maligno? Quante altre volte li abbiamo probabilmente incontrati senza saperlo?"
La chierica ripensa a tutte le vicende che li hanno condotti fin qua: dal loro primo incontro con Zaran ed i suoi esperimenti deviati nella tana di Kade, a Puerto del Principe, dove i monatti si rivelarono essere adoratori di Valmar, fino a Bakaresh, all'incontro faccia a faccia con un demone di Eblis.
Senza parlare del massacro in corso, quale più lampante manifestazione del Peccato dell'Ira...
Forse Gimble ha ragione.
Goccia a goccia, senza che si rendessero pienamente conto della portata degli eventi, l'influenza dei fratelli di Mog si è manifestata sempre più.
Isabel si morde il labbro inferiore: si sente impotente. Il Peccato è un nemico troppo forte da sconfiggere. Ha strisciato subdolo, insinuandosi nelle vite della gente, esplodendo in fatti terribili dovo aver corrotto alla base la società, attraverso le azioni dei suoi silenziosi servitori o dei suoi ignari sostenitori. Persino loro, forse.
L'avidità di Black Bart, ad esempio, o la guerra scatenata da Juan pur di salvare suo padre.
Isabel ha la sensazione che il Peccato sia ormai una marea incontenibile che sta sommergendo tutto. Ogni piccolo episodio che tenta di ricordare ne contiene traccia. Come ha potuto sottovalutarlo, non rendersi veramente conto che esso era il filo conduttore dei loro nemici?
Si sente sconfitta: a cosa sono serviti secoli di insegnamenti della Chiesa per mettere in guardia dall'avanzata del male? Mai come ora la promessa di Dio di tornare una volta cancellato il Peccato dal mondo sembra lontana e irraggiungibile...
"Va tutto bene?" si accerta Rune avvicinandola.
Isabel cerca di riprendersi dallo stordimento dei suoi pensieri, annuisce con la testa, sibilando un sì con un filo di voce.
"Cosa credi che vogliano fare, Gimble? Cosa significa *attraverso* Mog?" chiede il monaco con l'obiettivo di capire ciò che lo gnomo e la sacerdotessa temono.
"Non lo so Rune, non lo so. Tuttavia la genesi racconta che il corpo di Mog fu dilaniato da Dio ed i suoi pezzi caddero sulla terra. L'idea più folle che costoro potrebbero perseguire è quella di risorgere l'Angelo Caduto, riportarlo nel mondo per elevare tutte le creature come in questa delirante raffigurazione. Ma sono tutte congetture, solo congetture per ora..."
"A che diavolo serviranno quei fori?" chiede Hearst, spezzando il lungo momento di riflessione.
"Non saprei" gli risponde Bovak mentre accarezza Batuffolo "ma fossi in te mi leverei da lì davanti... non si sa mai."
Juan scuote la testa: "Non credo si tratti di una trappola, non c'è il minimo tentativo di celarla, e la disposizione dei fori non ha senso, come non ha senso il fatto che non sia ancora scattata dopo che siamo entrati. Credo sia invece una sorta di meccanismo."
"Hai un'idea di come funzioni?" chiede Hearst.
Dopo una rapida ispezione, il coloviano risponde: "No, sembra che manchi qualcosa. Guarda però questo profilo, appena percettibile... credo che qui dietro si nasconda una porta segreta!"
"Buono a sapersi!" esclama Gimble "ma per adesso è un vicolo cieco. Forse nell'altra sezione del sotterraneo troveremo qualcosa per aprire il passaggio. Non perdiamo altro tempo, andiamo!"

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Far risorgere un angelo caduto mi sembra un'idea un tantino ambiziosa Ale, però... Stiamo a vedere!

Ale ha detto...

Sì, lo è! Ma come dice il buon Gimble al momento sono solo congetture.
Vedremo se man mano che i pezzi del mosaico s'incastrano Gimble aveva indovinato!