giovedì 10 aprile 2014

407 - IL RIMORSO DI UN FIGLIO

Bovak tentenna con la borraccia stretta tra le mani. Il dubbio lo sfiora, ma nessuna di quelle apparizioni conosciute attraverso il racconto dei suoi compagni ha per lui lo stesso significato che ha per gli altri. Fino a quando al suo fianco non compaiono i suoi genitori.
Bovak sente un nodo stringersi alla gola. In un solo istante un fiume di ricordi lo travolge, misto all'immensa tristezza per non essere mai più riuscito ad abbracciarli, di non sapere nulla del loro destino dopo così tanti anni. Il volto deciso di suo padre, così intraprendente e allo stesso tempo legato alla tradizione dei nani e della sua famiglia, quello amorevole di sua madre.
Vorrebbe dire qualcosa, chiedere perdono per non averli potuti aiutare, per non averli saputi ritrovare, ma bastano le lacrime di sua madre per strozzargli le parole in gola. Lacrime di una madre che non riesce a comprendere come un figlio li abbia potuti abbandonare.
"Bovak, figlio mio..." sussurra amareggiato suo padre. "Quello che stai per fare è così dissimile da ciò che hai fatto tu? Come hai potuto scegliere di dimenticarci per così tanti anni?"
"Non volevo... non sono riuscito..." Bovak si porta una mano agli occhi, non riesce a trattenere il pianto. La colpa e il rimpianto bruciano nel petto.
"Hai dimenticato chi eravamo, la nostra storia, la famiglia, la tradizione. Hai pensato che fossimo morti per dimenticarci, per giustificare che non ci fosse più motivo di cercarci."
"Non è vero... non è giusto..." balbetta Bovak singhiozzando. Ogni volta che tenta di replicare incrocia le lacrime di sua madre, il suo sguardo che non riesce a sostenere.
Sapere il dolore che i suoi genitori hanno provato nel credersi traditi non gli da pace, non gliene ha mai data. Un sentimento di colpa che Bovak ha sempre nascosto sotto la cenere del suo animo, ma che ha continuato a bruciare strisciante fino ad ora.
"Hai scelto di dimenticare le tue origini, di prendere un’altra strada, di consacrarti alla natura e all’acqua, mentre nascevi forgiato dalla terra, figlio di un tagliatore di pietre preziose. Il nostro stemma, un tempo così rispettato, non ha più la sua discendenza!"
Bovak si lascia andare ad un pianto dirotto, cadendo sulle ginocchia: "Non ti ho mai tradito! Non ho mai voluto farlo!" protesta ad occhi bassi. "Il destino mi ha portato a intraprendere un cammino diverso, ma non ho mai voluto rinnegare le mie origini."
"Ci hai dimenticato! Ed è stata una tua decisione! Capisci ora quanto possono far male i ricordi?"
Bovak si sente svuotato, senza forze. Non riesce più nemmeno a piangere. Aveva sempre immaginato il ritrovamento dei suoi genitori come un momento di gioia, in cui avrebbero pianto di felicità riabbracciandosi. E invece provava solo un abisso di dolore.
"Non vi ho mai dimenticato, mai... le tue parole sono ingiuste, così ingiuste..." si limita a dire con un filo di voce.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Certo Ale che stai veramente giocando pesante coi nostri poveri personaggi, sei pure riuscito a far piangere uno stoico nano!

Ale ha detto...

Beh dai, qui un po' ci ho ricamato...