lunedì 29 luglio 2013

373 - IL SEME DELL'ACQUA

"Come... come è potuto succedere?"
Isabel guarda confusa il sangue spandersi nelle acque attorno al cadavere di Aghmar. Rune e Gimble accorrono: "Questo sì che è un pasticcio" commenta il monaco.
"Ha solo avuto quel che si meritava, il bastardo..." afferma Hearst.
"Sarà anche vero, ma che diavolo vi è saltato in mente di attaccarlo?" chiede adirato Juan.
"Ma se tu l'hai praticamente giustiziato!" replica il guerriero.
"E cosa avrei dovuto fare? La situazione era già compromessa, non potevo lasciarlo reagire! Accidenti, non cambiate discorso, vi ho fatto una domanda!"
"Non sono... non sono riuscita a trattenermi, è stato più forte di me."
"Per Myara, ma... cosa è successo qui?" la sorpresa di Bovak tornato dalla sua esplorazione interrompe la discussione in atto. "Come pensate di spiegarlo ora ai nomadi?"
"C'è poco da spiegare" risponde Gimble. "Isabel hai detto di non essere riuscita a trattenerti. E tu Hearst?"
Il guerriero aspetta alcuni secondi prima di rispondere: "Mi è solo sembrata la cosa giusta da fare."
"Stai pensando che sia stata la Regina della Notte a farli agire?" chiede Rune.
Lo gnomo annuisce.
"Potrebbe essere una pianta semisenziente, con una capacità di influenza mentale come meccanismo di difesa" interviene Bovak. "Forse è per questo che i sotterranei erano murati."
"E' possibile. Ad ogni modo non perdiamo altro tempo. Aghmar è morto, le sue cose non gli serviranno più." Gimble pronuncia una breve filastrocca evocando l'incantesimo di individuazione del magico. "Hearst, prendi la sua roba, ce la divideremo poi. Bovak, la scimitarra è magica. Sei di certo quello che la sa usare meglio, tienila almeno fino a quando non saremo fuori di qua."
Il nano sorride, impugnando l'elsa ingioiellata: "La Mezzaluna del Deserto..."
"A proposito, hai trovato ciò che cercavi?"
Bovak spiega della brocca da cui sgorga acqua infinita rinvenuta nell'altra ala del sotterraneo.
"E' il Seme che cercavi?" chiede lo gnomo.
"Non lo so. Forse."
"Da quel che dici la brocca è la fonte di vita di queste piante" Rune avanza i suoi timori. "Se tenterai di portarla via, è possibile che la Regina della Notte ci usi per impedirtelo."
"Il monaco ha ragione" dice Gimble. "Bovak, la scelta è tua. Noi saliremo ora, così che la pianta non possa influenzarci. Fai in fretta, avremo bisogno anche del tuo aiuto per andarcene."

Scegliere. Per Bovak non è mai stato semplice. Ma esiste qualcuno per cui è semplice?
Era partito con le migliori intenzioni, pieno di certezze. Trovare il Seme dell'Acqua, portare la prosperità nell'arido deserto. Non aveva pensato che tutto si sarebbe ridotto ad una scelta. E poi quale scelta? Scegliere se la brocca *è* il Seme? Scegliere se rimuoverlo da Ma'Habb, uccidendo la Regina della Notte, per donarlo ai popoli del deserto. Scegliere a chi donarlo, chi potrebbe farne l'uso migliore?
Bovak era pieno di certezze che ora sente vacillare sotto il peso delle scelte. Le sue convinzioni a un passo dall'obiettivo sono crollate perché la loro esistenza è legata unicamente ad una sua scelta. Una scelta che potrebbe anche rivelarsi errata.
Bovak chiama Gimble e i compagni, chiedendo di aspettarlo.
Ha scelto. Ha scelto di non scegliere. Ha scelto di non mutare un equilibrio in favore di un altro, perché non sa arrogarsi il diritto di decidere.
Forse perché raggiungere un obiettivo lascia il posto alla paura di non averne più uno.
Comunque sia, la Regina della Notte non morirà per mano sua.

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Personalmente se giocassi un druido non penso che farei nulla per modificare un ecosistema, soprattutto se quello che faccio rischia di comprometterlo, in questo senso la scelta di Bovak mi sembra giusta. Ora si vedrà come riusciranno i nostri eroi a svignarsela da sotto il naso dei nomadi. A proposito mi è piaciuta la scena della "cannibalizzazione" dell'equipaggiamento del fu Aghmar! ;)

Ale ha detto...

Concordo sul fatto che la scelta (o non scelta) di Bovak sia in linea con la "dottrina" del druido, ma se anche avesse scelto diversamente alterando l'ecosistema non credo sarebbe stata una scelta errata. Ciò che si prefiggeva era un obiettivo basato sul suo credo, che era corretto perseguire. In questo caso i dubbi gli hanno impedito di andare fino in fondo, non tanto il fatto di essere in linea con il credo druidico.

PS: è ovvio che la cannibalizzazione dell'equipaggiamento è stata la prima preoccupazione di tutti i PG dopo il "fattaccio" (quando ti ricapita di ammazzare a sangue freddo un PNG grazie al fatto che hai fallito i TS per evitare il controllo mentale? Niente morto sulla cosienza e bottino da depredare!)

Mr. Mist ha detto...

Non so Ale non avendo mai considerato il druido solo come un tipo di sacerdote ma proprio come un guardiano della natura e dell'ecosistema (qualunque ecosistema) ho più difficoltà a percepire la superiorità di un obiettivo del credo contrapposto a quello generale dell'ambiente.

Ale ha detto...

Ma in questo caso poteva trattarsi di sacrificare un ecosistema per dare prosperità a molti altri. Perché un druido non dovrebbe perseguire uno scopo come questo? Trovo che molto spesso classi come il druido e il paladino vengano giocate un po' "ciecamente" seguendo gli archetipi classici, senza tenere conto che, come tutti i personaggi, sono posti davanti scelte che li possono portare oltre il loro codice senza che "infrangerlo" significhi sbagliare nell'interpretazione.

Mr. Mist ha detto...

Alla fine sono scelte personali Ale, dal mio punto di vista, se per salvare molti ecosistemi tu ne sacrifichi uno la cosa ci sta, se invece ne sacrifichi uno per modificarne altri (che comunque a modo loro funzionano) solo per avvicinarli a quello che viene identificato come "ambiente ideale" sicuramente più prospero allora, sempre dal mio punto di vista, le cose sono molto differenti! Per il resto sono d'accordissimo anche io odio le interpretazioni "dogmatiche" e cerco di mediare tra ciò che comunque la classe m'impone e ciò che io voglio dare al mio personaggio o a come lo sento!