giovedì 9 agosto 2012

308 - SOPRUSI E INDENNIZZI

Zero si fa largo spintonando gli avversari con lo scudo a spuntoni, lasciando campo libero per gli assalti del mazzafrusto di Turl e degli altri suoi uomini. Quegli idioti hanno fatto un grave sbaglio ad attaccar briga, e sebbene siano dei buoni combattenti sono solo in quattro. La superiorità numerica presto darà i suoi frutti...
Un lampo azzurro. Poi un tuono, e schegge e calcinacci che volano dappertutto.
Quando Zero riesce a superare lo stordimento si rende conto di essere stato scaraventato via. L'aria crepita di elettricità e piccole scosse residue danzano attorno al dannato scettro nelle mani di quella sacerdotessa.
Quattro dei suoi sono riversi a terra in preda agli spasmi. E' evidente che non si rialzeranno mai più.
"Basta!" urla il mercenario indietreggiando, e ordinando ai suoi di fare lo stesso. "Qui il vino fa veramente schifo, meglio cambiare aria!"
I mercenari abbandonano lentamente la taverna senza rinunciare ad una parvenza di spavalderia, dando calci ai tavoli, alle sedie e alle panche, spaccando quel poco che è rimasto integro.
Abel si rialza con circospezione da dietro il banco, la porta della cucina si spalanca e la donna corpulenta affianca il marito. Con la sua mano pesante gli scuote la spalla per farlo riprendere dallo choc, quindi gli ordina di andare a chiamare le guardie.
L'oste annuisce: "Certo Hafida" e se possibile ancora più pallido, esegue come un cagnolino. Ecco chi comanda veramente.

"Abel!"
L'oste si gira. E' il monaco.
Il suo volto è tanto cinereo da strappare a Rune una frase tranquillizzante.
Il poveretto cerca a fatica le parole, ancora scosso: "Non preoccupatevi, dirò alle guardie che vi siete difesi, non preoccupatevi..."
"Sei tu a non doverti più preoccupare Abel, noi non abbiamo nulla da temere"
"Grazie, grazie signore. Se non fosse stato per voi... erano... oddio... erano diventati insopportabili, non potete immaginare i soprusi che ho dovuto sopportare. Grazie... grazie..."

La donna corpulenta conta i cadaveri che Hearst sta perquisendo. Le sue sopracciglia folte disegnano un'espressione scocciata. Dopo un silenzio di qualche minuto, ad esplicita domanda di Gilead, Hafida risponde senza mezzi termini che le hanno causato un gran danno. L'affermazione coglie di sorpresa gli avventurieri, che non si capacitano di come la donna potesse tollerare il comportamento che quei buzzurri riservavano al marito.
"Quei mercenari saranno pur stati chiassosi, ma bevevano come delle spugne e pagavano, pagavano eccome! E ora chi diavolo mi risarcirà delle perdite? Guardate qua! La taverna mezza distrutta e neanche l'ombra di un cliente!"
Hearst pianta sul bancone svariate monete rimediate dai cadaveri, proprio mentre Rune rientra dalla porta d'ingresso: "Ecco il tuo indennizzo. Per il disturbo di essere morti qui."
Hafida raccoglie avidamente l'oro. Questa donna sarebbe capace di tutto.
Hearst fa un cenno a Rune, che d'intesa tira fuori lo scialle della wight.
"Donna, hai mai visto questo scialle prima d'ora? Sai se apparteneva a una donna di nome Amina, o qualcosa del genere?"
Hafida nega, ma a Rune e Hearst non sfuggono quel balenio di sorpresa nei suoi occhi e quell'attimo di esitazione.
Il monaco decide di indagare oltre, ma prima che possa proferir parola la porta si apre. Xandru fa il suo ingresso seguito da Abel e da due guardie cittadine. L'espressione del sergente non tradisce emozioni, tranne per un veloce sorriso complice con l'angolo della bocca.

1 commento:

Ferdi ha detto...

Mancavano Gimble e Juan, le TESTE CALDE !!!!

e guarda che succede !!!! XDXDXD

ora pure 4 MORTI !!!!