martedì 22 maggio 2012

293 - PERDERSI IN CITTA'

Districarsi a Bakaresh è complesso.
Le vie sono un dedalo incredibile e caotico per chi non le conosce, ma soprattutto non hanno un nome e si assomigliano tutte, stracolme di mercanti, venditori di strada e gente impegnata in un infinito andirivieni da chissà dove.
Non ci vuole molto perché i nostri eroi si perdano nel marasma cittadino, vagando a caso nella speranza di ritrovare qualche punto di riferimento. Ad un tratto, il loro cammino li porta nei pressi di una sorta di grande arena.
Ancor prima che i compagni possano consultarsi, la curiosità spinge Hearst ad avvicinare tre vecchi seduti su una panchina. Gravissimo errore. In men che non si dica il guerriero e si ritrova invischiato nei logorroici racconti degli anziani, senza del resto cavar fuori alcuna informazione sul luogo. Solo un pronto intervento di Isabel che lo reclama ai tre, palesando la sua appartenenza alla chiesa, lo salva da un pomeriggio di terrore.
Senza perdersi d'animo e fiduciosi nell'orientamento elfico di Gilead, gli avventurieri riprendono la loro ricerca della bottega di Octalius.
Dopo un altro paio di strade trafficate, come per magia il suq si staglia di fronte a loro. Il mercato, con la sua struttura coperta, è quanto di più caotico i nostri eroi possano ricordare a loro memoria. una sola occhiata basta per scorgere mercanti ed acquirenti intenti in estenuanti trattative, al limite della farsa e della sceneggiata, con tanto di finte arrabbiature, finte complicità, finti pianti disperati e finte riappacificazioni con abbracci finali in occasione della conclusione dell'affare. E' risaputo che a Bakaresh nulla ha un prezzo esatto. Il giusto è determinato da quanto l'acquirente reputa di dover pagare la merce che compra, e da quanto chi la vende è disposto a ricevere. Un affare fatto a Bakaresh è un affare che rende felice chi compra e rende felice chi vende, altrimenti semplicemente non avviene.
Ad un tratto un rumore di zoccoli e un vociare intenso precede il passaggio di un drappello di guardie cittadine che costringe la gente a spostarsi a bordo strada. Gli armigeri sfilano fieri sui loro destrieri, sfoggiando sulle loro casacche nere il simbolo di Bakaresh, il drago dorato inscritto in un cerchio.
"Evitiamo il mercato, finiremmo per perderci ulteriormente" afferma Gilead. "Secondo le indicazioni di Khalid, la bottega del cartografo non dovrebbe essere distante..."
Le ultime parole famose.
Quando dopo venti minuti gli avventurieri sbucano poco sotto le pareti a picco della città alta, Gilead sospira sconsolato: "Ci rinuncio, è peggio di un labirinto! Una foresta ha più punti di riferimento di questa dannata città!"
Alle sue parole fa eco il gracchiare del corvo dal cornicione di una casa, sopra di loro.
"Il tuo uccellaccio non ci può far strada?" chiede ironico Hearst, riscuotendo uno sguardo sdegnato dall'elfo.
"Certo che se avessimo chiesto informazioni prima..." sbuffa Isabel. "Per voi uomini trovare la strada in maniera autonoma sembra una questione di virilità!"
Detto fatto, la chierica si avvicina alla bancarella di un acquaiolo. L'uomo esaudisce le richieste di indicazioni della sacerdotessa con ossequiosa cortesia, guadagnando in cambio l'acquisto di un paio di brocche per placare la sete dovuta al sole e alla polvere.
"Visto? Non ci voleva molto..." afferma sarcastica Isabel.
Con le nuove indicazioni gli avventurieri arrivano in una zona insolitamente ordinata e tranquilla, in forte contrasto con la Bakaresh conosciuta finora. Una faccia inattesa della città, fin troppo silenziosa, in cui la vita sembra scorrere lenta e sonnolenta. Giunti alla svolta che dovrebbe condurli alla bottega del cartografo, approdano invece ad un cortile privato, dove una signora velata ricama merletti seduta su una panca ombreggiata.
Isabel non si cura delle risatine dei compagni, mentre apprende dalla donna che hanno sbagliato di nuovo (e non di poco). Comprendendo le difficoltà degli stranieri, la signora chiama a gran voce un ragazzino in un dialetto rauco e incomprensibile.Sul suo volto compare un sorriso sdentato e sincero: "Non temete sorella, vi accompagnerà fino alla bottega del cartografo. Che il Drago vi protegga."

6 commenti:

jamila ha detto...

Caspita, due post in rapida successione! Evviva!

Mr. Mist ha detto...

Hai visto J? Pim pum pam ed ecco un nuovo post sulla difficoltà di muoversi in città straniere senza una buona guida a fianco quanto di più semplice ed efficace per dar filo da torcere ai giocatori!

jamila ha detto...

Sì, anche a noi è capitato di vagare in giro per qualche ora...

Ale ha detto...

Vi stupirò! In questi giorni ho un po' di tempo e potrei raggiungere un record di post mensile d'altri tempi...

Detto questo, l'idea del caos cittadino e dell'impossibilità di orientarsi deriva da un'esperienza di viaggio personale: Marrakech (da cui anche l'assonanza del nome). Nel suq della città marocchina è impossibile non perdersi, le vie non hanno nome e anche quelle che ce l'hanno spesso sono introvabili se non dopo un paio di giorni di "girovagare alla cieca"!

jamila ha detto...

Bene! Così con i post mi regalerai qualche minuto di svago in queste giornate che invece per me sono stracolme!
Immaginavo che dietro al "caos cittadino" ci fosse l'esperienza personale, è reso benissimo.

Ale ha detto...

Il caos e il disordine in contrasto con una mentalità per certi versi rigida saranno una costante a Bakaresh, città dalle tante contraddizioni!