venerdì 17 giugno 2011

239 - FALSE SPERANZE

"Fate in fretta! Mettetevi al sicuro nelle aperture!" urla Isabel ai compagni.
Senza esitare ognuno cerca di passare di catena in catena il più rapidamente possibile, sperando di non essere il successivo bersaglio del Diavolo.
A Gimble non manca molto, ma la stanchezza si fa sentire. Lo gnomo decide di far ricorso alla magia bardica per aiutarsi. Reggendosi ben saldo con le gambe, recita una filastrocca di evocazione puntando il dito verso l'apertura ad alcuni metri da lui. In una voluta di vapori arcani, un grosso ragno si materializza sulla soglia dell'arcata.
Grolac, poco dietro lo gnomo, s'interroga sul suo piano. Il ragno sputa un lungo filo di bava, fino alla catena a cui è appeso Gimble, fissando l'altro capo alla bordo dell'apertura e tessendo rapido la sua tela. Quando lo spessore è sufficiente - cosa che richiede non più di mezzo minuto - Gimble vi si aggrappa con gambe e braccia, usandola come un ponte di corda per giungere prima alla salvezza.
"Bella idea, gnomo!" esclama il nano. "Ma reggerà anche il mio peso?"
Prima che Gimble possa dare risposta un rumore di ferraglia scuote le catene. Il Diavolo cade verso il bardo come un fulmine, orientando verso di lui le sue lame.
Gimble si affretta disperato, è questione di centimetri, di frazioni di secondo. Il mostro precipita ridendo come un ossesso, sventagliando le estremità taglienti.
Le catene sfiorano Gimble aprendo lunghi tagli sulla sua pelle, graffiandolo, provocando fortunatamente solo ferite superficiali, ma la ragnatela viene recisa di netto tra lo gnomo e la catena nera da cui era partito.
Gimble sente il vuoto prendergli lo stomaco, si tiene stretto mentre il suo appiglio descrive un arco verso la parete del pozzo. L'istinto reagisce al posto del pensiero razionale. Usa la tela come una liana, si lascia andare, afferra una catena, gli uncini lo trafiggono, ma la presa è salda.
Lo gnomo non sa nemmeno cosa ha fatto. La catena dista qualche piede dalla parete, se si fosse schiantato...
Solleva lo sguardo, l'apertura è pochi metri sopra.

Juan e Gilead si avvicinano all'arcata oltre la metà del pozzo. Il Diavolo sta risalendo dopo aver attaccato il povero Gimble e questo dà loro un indubbio vantaggio.
I due aguzzano la vista: dal corridoio oltre l'apertura sembra provenire un bagliore dorato.
"Il sole! Il sole!" esclama speranzoso Juan. "Dev'essere l'uscita..."
Tuttavia, le loro speranze vanno in frantumi quando, approdando al corridoio, realizzano che si inoltra per alcuni metri per poi chiudersi su sé stesso.
La luce dorata proviene da un piccolo piedistallo in fondo al passaggio, su cui è posata religiosamente una sorta di bacchetta magica. Una delle estremità dell'oggetto è costituita da una sfera di vetro, dal cui interno proviene la calda luminescenza.
Gilead la ignora, scagliandosi verso la parete sul fondo, esaminando ogni fuga tra i mattoni nella speranza di trovare una porta segreta: "E' impossibile! Maledizione! Deve esserci un'uscita!"
Juan lo lascia fare, quindi, vedendo che l'elfo non trova nulla, sospira rassegnato.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Qui più che FALSE SPERANZE trattasi di VERE IN**LATE!

steve ha detto...

approvo....approvo!!

MetalDave ha detto...

Davvero sono curioso di vedere come c@zzo si liberano di 'sto yoyo... qui mi sa che il bieco picchia-picchia non funziona...

Ale ha detto...

Ovviamente uno "scontro frontale" sarebbe suicida...