mercoledì 2 luglio 2014

422 - L'ARENA

Gli avventurieri scendono nella parte bassa attraverso l'Arco di Dyarx e la Piazza dell'Obelisco. Serpeggiano rapidi tra la folla intenta nei festeggiamenti, come cominciano a serpeggiare le voci di quello che è avvenuto al Tempio, frettolosamente bollate come frutto della fantasia di chi ha esagerato con le celebrazioni del nuovo anno.
Superata la piazza, il caotico dedalo di viuzze che porta all'Arena diffonde, oltre alle consuete fragranze esotiche, l'odore pungente del sudore di chi schiacciato nella moltitudine cerca di farsi strada disordinatamente in una direzione o nell'altra.
Fortunatamente, mettendo da parte la delicatezza, Hearst sposta a spintoni chi li intralcia fungendo da cuneo, tirandosi tuttavia addosso ogni sorta di maledizione nel dialetto incomprensibile di queste terre.
La confusione è comunque troppa, ed i nostri eroi hanno troppa fretta. Chiesta qualche indicazione per capire la giusta direzione in linea d'aria, Hearst sfonda le porte di un paio di riad tagliando attraverso i cortili privati, e incurante delle lamentele dei proprietari guida i compagni fino allo spiazzo antistante l'ingresso meridionale dell'Arena.
"Levatevi di mezzo" continua il guerriero scansando coloro che occupano ammassati il tunnel d'accesso agli spalti, accalcandosi attorno agli allibratori.
Finalmente emersi alla base delle gradinate, gli avventurieri si guardano attorno. Sugli spalti regna una relativa tranquillità.
Nel circo di sabbia centrale, avvolto e separato dalle gradinate da una muraglia alta come due uomini, le chiazze di sangue lasciano intendere di cadaveri già rimossi, conseguenza dei feroci combattimenti precedenti. Uomini armati della guardia cittadina stanno tuttavia già risollevando la saracinesca dei sotterranei che si trovano dal lato diametralmente opposto per far entrare i mostri del successivo spettacolo.
Oltre all'entrata meridionale e al passaggio per i sotterranei, l'Arena presenta altri due ingressi laterali, uno ad est ed uno ad ovest. Sopra quello occidentale si staglia bene in vista il palco delle autorità, una struttura soprelevata in legno dotata di un baldacchino porpora, su cui sono allineate tre file di scranni imbottiti ad appannaggio della nobiltà e delle personalità importanti.
Ekelorn è facilmente riconoscibile, unico elfo a sedere sul palco. Bovak chiede conferma ad alcuni spettatori lì vicini, fingendosi semplicemente curioso di sapere chi è l'organizzatore degli incontri.
Il mago, l'assassino di Rabiaa, è a neanche quaranta metri da loro. Agghindato nelle sue ampie vesti color verde acqua, segue l'apertura della grata settentrionale appoggiato al bracciolo della sua sedia sostenendosi il mento con la mano, come se sovrappensiero, o annoiato.
"Il palco è protetto da diverse guardie" fa notare Gimble indicando gli armigeri dalla casacca nera attorno ad esso, "ma non sono molte, come del resto quelle incaricate di mantenere l'ordine nel resto dell'Arena" continua facendo scorrere gli altri soldati alla base degli spalti, certamente più interessati al prossimo spettacolo che al loro lavoro.
Tuttavia, l'analisi di Gimble viene interrotta dal coro di stupore che sale dalla folla. La gente guarda e indica la città alta, dove da diversi edifici a ridosso della parete di roccia si levano dense colonne di fumo. Le case bruciano.
I nobili attorno ad Ekelorn osservano preoccupati ciò che accade nella zona ricca. Il mago invece resta impassibile, nonostante il nervosismo tra i suoi ospiti si faccia sempre più marcato.
Quella voce assurda serpeggiata tra la gente sulla morte del Granduca, diventa all'improvviso più che verosimile. E il panico esplode.
La gente impaurita comincia ad accalcarsi verso le uscite dell'Arena e le poche guardie disseminate tra gli spalti possono fare ben poco per contenere l'emergenza. C'è chi urla, scappa, spinge, cade.
I nobili in preda all'isteria si raccolgono attorno ad Ekelorn, protetti dai soldati di stanza al palco, cercando nell'elfo organizzatore rassicurazioni, una via di fuga sicura.
Ekelorn cerca di calmarli, ma tradisce nervosismo e disgusto quando questi lo scuotono e lo toccano.
La situazione sta precipitando, ed Hearst decide di non attendere oltre. Afferra il suo arco lungo e incocca la freccia assassina di Ghazeer. Mentre tende la corda la folla attorno a lui si apre gridando impazzita di terrore. Ha la visuale libera, prende la mira. Ekelorn respinge i nobili, tende le braccia per tenerli a distanza, apre uno spiraglio tra le loro fila.
Hearst trattiene il respiro, punta al suo cuore. E tira.

8 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Uhm... già dalle prime righe del post mi immaginavo che Hearst avrebbe cercato d'ammazzare Ekelorn alla prima occasione possibile!
Non posso biasimarlo, anche se forse prenderlo vivo (anche se non per forza illeso) sarebbe stato utile per avere maggiori informazioni sulla cospirazione.
C'è da dire che, come spesso accade, il post finisce lasciandoci tonnellate di suspance sull'esito del tiro di Hearst! ;-)

Anonimo ha detto...

Da buon master (sadico), Ale è un maestro della suspance!

MI auguro che i dadi che muovono Hearst siano più ragionevoli di "altri" che ben conosciamo...
J.

Ale ha detto...

Master = sadico, eccoci a ribadire ancora questa equazione! Prima o poi mi iscriverò al sindacato dei master! Ecco! ;)

Anonimo ha detto...

Ma io volevo farti un complimento... ;)
J.

Ale ha detto...

Ah... allora cambia tutto! Grazie grazie, vado a stracciare la tessera del sindacato... ;)

Mr. Mist ha detto...

Ale invece di stracciare la tessera, corri a scrivere il seguito del post che stiamo soffrendo! ;)

Anonimo ha detto...

quoto!
J.

Ale ha detto...

Farò del mio meglio... ma temo che dovreta aspettare ancora qualche giorno...