lunedì 2 dicembre 2013

391 - UN MESSAGGIO GALEOTTO

Hearst si ferma dietro un angolo nei corridoi deserti del palazzo di Sherzod, gettando solo un'occhiata per controllare che Amirarshad e Farah si siano effettivamente fermati. Dopo aver lasciato la sala del banchetto ha seguito i due fantini di nascosto, arrivando fino all'ala dove presume si trovino le loro stanze.
I due stanno discutendo animatamente, con Amirarshad che rimprovera la sorella di aver dato troppa confidenza ad un estraneo. Farah protesta per l'eccessiva protettività del fratello, lamentandosi della sua chiusura mentale e non vedendo nulla di sbagliato nei suoi comportamenti.
La discussione viene troncata da un monito imperativo di Amirarshad nei confronti della sorella, e dall'ordine perentorio di andare a dormire. Farah, arrabbiata e avvilita, obbedisce.

Hearst non riesce a togliersi dalla testa la scena vista poco prima, mentre ozia sdraiato sulle ricche lenzuola che ricoprono il baldacchino della sua stanza, con le mani giunte dietro la nuca. Sfrega tra loro gli stivali, incurante del lordume che scaricano sulle coperte pregiate, pensando a come agire. Poi balza in piedi e si porta allo scrittoio, prende un ritaglio di pergamena, intinge la penna nel calamaio e verga un messaggio.
Vorrei conoscerti meglio, vediamoci nei giardini vicino alle fontane. H.
Lo richiude, apre la porta e richiama un inserviente appostato appena fuori, che con un inchino si pone al suo servizio.
"Ehi janni, devi consegnare questo messaggio a Farah, portalo alla sua stanza. Vai!"
Quindi esce ad aspettare nel luogo prestabilito.
Passano i minuti, le ore, ma di Farah nemmeno l'ombra. Quando nota i compagni di ritorno dalle scuderie decide di aver atteso a sufficienza, e riunitosi a loro se ne va a dormire.

Hearst viene svegliato bruscamente da un bussare energico alla sua porta, e dal suono attutito di una voce cristallina che implora di calmarsi. Scrollatosi il primo intontimento di dosso, il guerriero apre senza timore l'uscio.
Di fronte a lui un Amirarshad livido di rabbia gli sbatte in faccia il suo biglietto, mentre dalle stanze vicine anche i compagni mettono fuori il naso per vedere cosa accade.
"Che diavolo significa questo? Era sotto la porta della stanza di Farah! Che razza di intenzioni hai, maledetto!"
Idiota di un servitore! pensa Hearst. Ha ben pensato di lasciare il messaggio ben in vista sotto la porta anziché svegliare Farah per consegnarglielo direttamente. Ecco perché non l'ha mai raggiunto nei giardini.
Il guerriero si mostra impassibile, e nega l'evidenza scrollando le spalle: "Dovrei saperne qualcosa?"
"E' firmato da te!" ribatte incredulo Amirarshad.
"E' solo una H. Nulla di più. Io sono ben più di una H."
"Ti prendi gioco di me, maledetto" ringhia strappando il messaggio in pezzi. Poi gli punta l'indice a un palmo dal naso. "Ti metto in guardia una volta per tutte: lascia in pace mia sorella, o te ne pentirai!"
"Ora basta!" urla Farah trascinando via per un braccio il fratello che finora ha ignorato le sue suppliche di lasciar perdere.
Amirarshad si libera con uno strattone, quindi si allontana furente.
"Posso spiegarti..." sussurra Hearst alla giovane janni. Lei lo guarda con gli occhi pieni di turbamento. Si gira di scatto e raggiunge il fratello, e tremante lo segue testa bassa.

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Mai lasciare qualcosa di importante e delicato nelle mani di un png senza indicazioni molto precise che non lascino dubbi, è come dare al master carta bianca per farti del male!

Però grande la frase:"... Io sono ben più di una H."

Mitico!

steve ha detto...

Non è importante! Bisogna creare zizzania! E se capitava bene....

Sommo Kuduk ha detto...

Il buon Hearst non ha perso lo smalto!!!