lunedì 19 agosto 2013

375 - DELUSIONE E MERAVIGLIA

E' il tramonto quando gli avventurieri ritornano in una Bakaresh molto più frizzante di quella che avevano lasciato. La città freme di attività e preparativi in vista del matrimonio che si celebrerà tra meno di due settimane, le strade polverose brulicano di persone, colori e profumi. Una babele di voci e dialetti si mischia nelle vie del suk, dove mercanti provenienti da tutta Kal-Mahda e dalle terre confinanti contrattano per vendere le loro merci alla moltitudine affluita nella capitale.
Sono passati quattro giorni da quando i nostri eroi hanno lasciato Ma'Habb in tutta fretta a seguito dell'assassinio di Aghmar. Il cammino si è dimostrato faticoso come previsto, e senza cammelli non ce l'avrebbero mai fatta se non fosse stato per la magia druidica di Bovak. Per questa ragione al nano è stato concesso, nonostante i patti iniziali sulla spartizione dei tesori, di tenere la scimitarra del capo kinnin.
Il resto del bottino, consistente in una Piuma di Quaal in grado di tramutarsi in piccione viaggiatore, una polvere per occultare le tracce, svariate pozioni e oggetti alchemici, é stato spartito invece dal resto del gruppo.
Sistemato Batuffolo fuori città, gli avventurieri si dirigono verso la bottega di Octalius per consegnargli quanto ritrovato e ottenere il loro pagamento. Hearst tuttavia, rimasto di cattivo umore per tutto il viaggio di ritorno, lascia che i compagni lo precedano.
"Vi raggiungerò più tardi dal cartografo, ho un paio di faccende da sbrigare" afferma il guerriero restando vago. "Devo ritirare il mio arco..." aggiunge giustificandosi di qualcosa che nessuno gli aveva chiesto. Si passerà a prendere l'arco, è vero. Ma è altrettanto vero che freme per incontrare Rabiaa, vuole vederla, andrà a casa sua.
"Bene, a dopo Hearst" gli risponde distrattamente Gimble. "Vedi di non cacciarti nei guai."

Hearst vorrebbe soffermarsi di più a saggiare le potenzialità del suo nuovo arco realizzato dall'armaiolo ashfar della Torre del Drago. Un'arma veramente ben fatta, che vale fino all'ultima le monete che è costata. Tuttavia il buio è già calato su Bakaresh e lui deve affrettarsi.
Percorrendo a passi svelti le scale della torre prima e le vie illuminate dalle fiaccole della città alta poi, raggiunge la lussuosa abitazione di Rabiaa. Le luci delle torce e delle candele all'interno della villa rischiarano le bifore, i drappi bianchi alle arcate dei balconi ai piani superiori svolazzano sospinti dalla brezza. La maga è in casa, Hearst la immagina distesa sul baldacchino della terrazza mentre accarezza un gatto nero, aspettando solo che lui arrivi.
Quando si presenta alla porta le sue fantasticherie vengono bruscamente infrante da un inserviente: "La signora questa sera non riceve nessuno, mi ha dato ordine perentorio di non disturbarla."
Hearst accenna un minimo di insistenza, ma nulla sembra smuovere il servitore che può solo consigliare al guerriero di tornare il mattino seguente. Improvvisamente nella sua mente la maga è in compagnia di un amante elegante, non di un rude combattente. La immagina brindare con bevande raffinate servite dal genio, incrociando i calici nelle tiepide acque della piscina. L'impulso di spingere da parte l'inserviente ed entrare è forte, ma poi gli tornano alla mente le parole di Gimble e quel suo tono falsamente superficiale di chi ha capito tutto; in questo lo gnomo è imbattibile. Il guerriero decide di tenersi la sua gelosia e ascoltare per una volta il consiglio dell'amico. Nervoso e deluso, si dirige verso la città bassa.

Octalius accarezza con la punta delle dita i papiri e i reperti di Ma'Habb, visibilmente eccitato.
"Sono magnifici, magnifici" continua a ripetere mentre ascolta il resoconto della missione di Bovak.
Il cartografo è estremamente soddisfatto dei ritrovamenti e sborsa la bellezza di centocinquanta monete, oltre ad offrire ospitalità agli avventurieri per la cena. Nel frattempo Hearst fa ritorno, scuro in volto, e nemmeno l'atmosfera conviviale della serata sembra rallegrarlo un po'.
"Bovak, ora che hai concluso la tua cerca cosa farai?" chiede Octalius pulendosi le labbra dal sugo speziato dello spezzatino con un pezzo di pane.
"Onestamente... non saprei..."
risponde il nano spiazzato da quella domanda. "In realtà ora non ho né una meta né un obiettivo."
"Perché non vieni con noi?" propone Gimble.
"Ma tu sei pazz--ahi!" non fa in tempo a dire Juan prima di prendersi un'occhiataccia da Isabel e una gomitata da Rune.
Bovak rimane sorpreso e pensoso per un istante.
"Le tue abilità e quelle di Batuffolo ci farebbero comodo" continua lo gnomo.
Il nano fissa quei cinque che nulla al mondo sembrerebbe poter tenere assieme. Eppure...
"E' un'idea... ehm... gnomo. Penso che si possa fare almeno per ora."
Un improvviso vociare stupito dalle strade distrae i commensali dalla conversazione. Octalius aggrotta le sopracciglia, si alza e si dirige verso l'uscio per controllare.
Quando esce nel vicolo il cartografo non può trattenere un'esclamazione di stupore. I suoi ospiti si alzano incuriositi per vedere coi loro occhi la ragione di tanta meraviglia.
E quando lo raggiungono non possono fare a meno di restare stupiti a loro volta.

3 commenti:

Ale ha detto...

Perdonate la scarsa presenza sul blog, sarò lontano da casa ancora per un po' e ho difficoltà a collegarmi ad internet... tuttavia cercherò di pubblicare il più regolarmente possibile!

Ursha ha detto...

Abbiamo veramente un Hearst innamorato...
In altri casi a quest'ora ci avrebbe già dato del sodo...

Mr. Mist ha detto...

Ciao Ale sono arrivato da poco dalle ferie e vedo che la storia prosegue bene e piena di suspance adesso mi metto in pari con la lettura! Hai passato buone ferie?