lunedì 19 marzo 2012

280 - CORSARI E PIRATI

Le parole di Magroldes rimbalzano nella mente di Gimble mentre il legale si perde in una lunga e noiosa spiegazione su come si svolgono i processi a Salamanca. Un sistema peculiare per cui, dopo che un araldo ha reso pubblica l'udienza, tutti coloro che sono testimoni o parti offese saranno invitati ad iscriversi in un registro. Queste persone, se fidate e timorate di Dio per essere degne di credibilità, verranno quindi chiamate a portare la loro testimonianza davanti a un giudice imparziale.
Il fatto che una delle parti lese sia il Governatore stesso, che è anche colui che nomina i giudici, non alleggerirà certo la posizione del pirata, che Magroldes pare dare già per spacciato.
All'uscita dal palazzo del notaio, Juan non nasconde nervosismo e malumore, tant'è che vedendo il bardo particolarmente tranquillo e con un mezzo sorrisetto stampato sul volto, non riesce a trattenersi: "Cosa ti fa ridere gnomo? Vedermi inebetito davanti all'azzeccagarbugli che con paroloni altisonanti e spiegazioni intricate mi dice che mio padre verrà appeso? Sei stato tu a spedirmi da lui per fare un buco nell'acqua e adesso la cosa ti fa sghignazzare?"
Gimble, colto alla sprovvista, si fa serio di colpo e fissa il coloviano dritto negli occhi: "Non scherzerei mai con i sentimenti verso un familiare, mai. Ricordalo sempre Juan." Poi sul suo volto torna il consueto sorrisetto. "In realtà stavo pensando alle parole di Magroldes e mi è venuta un'idea. *La sua unica possibilità sarebbe quella di non essere mai stato tale* ha detto. E se fosse così? Se tuo padre non fosse un pirata?"
"Ma allora lo prendi davvero per il culo..." si lascia scappare Hearst, fino a quel momento silenzioso.
Gimble scuote la testa, ignorando il guerriero: "E' chiaro che tuo padre è un *pirata*... ma se fosse un *corsaro*?"
Gimble legge la perplessità sui volti dei compagni: "I corsari sono pirati - scusate il gioco di parole - al servizio di un governo con lo specifico compito di saccheggiare le navi dei regni nemici. Costoro, sebbene agiscano esattamente come dei comuni filibustieri, ottengono lo status di combattenti per mezzo della cosiddetta *lettera di corsa*. Questo li rende automaticamente, al momento della cattura, dei prigionieri di guerra anziché dei semplici criminali! E come ben saprete, i prigionieri di guerra non si giustiziano..."
"Ma nessun Governatore si avvale in maniera così spudorata dei corsari!" esclama Juan. "E soprattutto, dove la troviamo una lettera di corsa simile? Per essere credibile dovrebbe quantomeno portare il sigillo di Luis Pinilla di Granada. Anche ammettendo di avvicinare e convincere Pinilla - cosa già di per sé estremamente improbabile - mio padre dondolerebbe appeso alla fune prima del nostro ritorno da Nuova Speranza."
Il sorriso di Gimble si fa ancora più beffardo: "Non sei attento Juan... ho detto che ci serve una lettera di corsa, non una *vera* lettera di corsa..."

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Geniale, semplice (almeno all'apparenza ), e con rischio relativamente basso per il gruppo! Hai capito lo gnomo!

Ferdi ha detto...

vedi.......mi dovevano venire in mente i corsari.....!!!!!

ma che ci volete fare, io sono solo un onesto mercante, pensare a queste cose così meschine per imbrogliare la legge, non me ne sarei mai fatto carico

Ale ha detto...

...onesto mercante...

... ma cosa mi tocca sentire...

Sommo Kuduk ha detto...

Complimenti!!! bell'idea dello gnomo... è un sottile differenza, ma comunque una differenza che cambia molto la situazione...

Ale ha detto...

...e soprattutto permette di dare un risvolto all'avventura che esula dal classico (quanto suicida) "scontro frontale per liberare qualcuno". Un modello di avventura diverso che arriva direttamente dai giocatori a volte è una rarità!