giovedì 23 febbraio 2012

277 - PER IL LUSTRO DI SALAMANCA

Correia si appoggia allo schienale del suo scranno e congiunge le dita davanti al volto, con gli indici che toccano le labbra. Se lo aspettava.
"Vi prego di avere pietà di lui" dice Juan. "Utilizzatelo, è cocciuto ma sono certo che riuscirò a convincerlo a collaborare col tempo..."
"Tempo non ce n'è, ragazzo!" taglia corto il Governatore. "Mi dispiace, ma non posso fare ciò che mi chiedi. Salamanca è da sempre il baluardo contro la pirateria, e Black Bart è da sempre una nostra spina nel fianco. Per quanto umanamente possa capire come ti senti, il mio ruolo mi impone di fare ciò che deve essere fatto. Tuo padre dovrà essere giudicato e con molta probabilità verrà condannato all'impiccagione. E' questo che la gente di Salamanca si aspetta."
Juan batte le mani sul tavolo in preda a un'ira disperata: "Dannazione, mio padre potrebbe anche essere santo che non esitereste a sacrificarlo per la vostra dannata politica! Il vostro obiettivo non è né la giustizia, né di ottenere un vero vantaggio sulla pirateria, ma solo quello di mantenere i vostri equilibri senza sentir ragione, di dare al popolino il capro espiatorio, di dimostrare a Granada di non essere un debole!"
Luìs Correia fissa Juan con un'espressione durissima: "Hai ragione e torto, giovane sciocco! Credi che nella mia posizione possa permettermi di prendere decisioni a cuor leggero, in base all'umore del giorno? No, non posso."
Il Governatore si alza in piedi senza distogliere gli occhi da Juan: "Mi accusi di facili equilibrismi politici, ma dimentichi che tuo padre ha solcato i mari vivendo di crimini, e queste sono le conseguenze cui doveva aspettarsi di andare incontro! Mi chiedi di avere pietà di lui... io ti chiedo: di quanti lui ha avuto pietà? Gente onesta che ha perso la vita, una persona cara o tutti i suoi averi grazie al leggendario pirata! Cosa credi che si aspettino costoro da me ora? Clemenza?"
La voce di Correia tuona nella sala: "Dimostrarmi clemente sarebbe un atto di debolezza verso la mia gente e verso Granada, che sovvenziona o tollera molti di quelli come tuo padre per recarci danno! E usare Black Bart per i nostri scopi sarebbe diventare come quel maledetto di Rojas Pinilla!"
Juan cerca di restare calmo, nonostante senta ribollirsi il sangue nelle vene. Non riesce, non può accettare che suo padre venga condannato a morte per il lustro di Salamanca. E' giusto che venga punito, che paghi con il carcere, ma la sua vita non può essere usata per i giochi di guerra delle Isole.
"Se Salamanca vuol tanto ergersi a difensore delle Isole perché non attacca direttamente Granada o il covo pirata di Madera? Perché non debellate una volta per tutta la piaga della pirateria?"
"Una guerra destabilizzerebbe le Isole in questo momento" ribatte il Governatore, "ed inoltre Salamanca non può permettersi uno scontro frontale con Granada, sarebbe un bagno di sangue. Tuttavia ritengo che il pattugliamento e la cattura dei pirati - che sono pur sempre dei fuorilegge - può portare man mano Granada a indebolire la sua posizione di garanzia nei loro confronti. E quando Rojas Pinilla, che è un cane ma non uno stupido, vedrà che i pirati saranno commercialmente più scomodi che convenienti, non tarderà voltar loro le spalle!"
Correia chiude la mano a pugno come a mimare di schiacciare il nemico: "Credo che a questo punto non ci sia altro da dire. La riunione è sciolta."
Lentamente i presenti defluiscono dalla sala dopo che il Governatore se ne è andato. Juan resta con le mani sul tavolo e lo sguardo basso, facendo lunghi respiri per riacquistare la calma.
Juanito gli si avvicina, appoggiandogli una mano sulla spalla: "Figliolo, quanta pena ho di te! Io stesso per salvare mio figlio ho condannato una città. L'amore per i propri cari oscura la ragione, fa perdere il senno, non si accetta mai che meritino il loro destino. Non posso fare nulla per mutare le decisioni di Correia, ma sappi che io capisco e ti sono vicino..."
Juan resta solo nella sala, i compagni lo attendono appena fuori. Il pensiero che suo padre - un padre che ha odiato fino a ieri - possa non esserci più non gli dà pace. Credeva di averlo cancellato, ed invece è sempre stato presente sotto la cenere, più di quanto egli stesso si rendesse conto.
Come posso rassegnarmi a vederlo morire?

6 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Non resta che organizzare una bella evasione e dopo Isla del Quittrin, la cosa è possibile, ormai il gruppo ha una certa esperienza!

Anonimo ha detto...

impiccalo più in alto!

Llukas

Sommo Kuduk ha detto...

quoto mr mist

Ale ha detto...

far evadere un criminale?!? ma chi in questo gruppo di persone giuste e rette sarebbe disposto a tanto?

Ferdi ha detto...

Ha ragione il Master

nelle isole coloviane
Legge funziona a dovere, non come nella realtà.

Giusto che venga processato, non voglio essere un figlio snaturato, ma io stesso venni giudicato, processato, condannato.
Dalla stessa nave che ora affonda ;-(((

Ghostdog ha detto...

ho visto che hai rilasciato il primo libro, grande!!

però posso romperti ancora un pò? :)

è in pdf, e la conversione in epub (formato per gli ebook reader) fa un pò schifo

non potresti rilasciarlo anche come epub?

se non sai come farlo e/o non hai voglia di sbatterci la testa, puoi mandarmi il file originale e provo farlo io, poi nel caso riesca te lo spedisco :)

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