lunedì 18 luglio 2011

247 - QUARTO INTERLUDIO

Per un istante fuggente, un attimo che dura un battere di ciglia, il volto di Carnegie si contrae in una smorfia di sorpresa ed ira repressa.
"Nessuno... nessuno era mai sopravvissuto alla Sala degli Uncini..."
A chiunque sarebbe sfuggita quella sfumatura sul viso del Duca, ma a lei no. Conosce tristemente bene il suo carceriere.
Questi ultimi prigionieri gli stanno dando filo da torcere come nessun altro prima. Ma non è solo questo che lo spaventa, del resto sono ancora nelle sue mani, ne può fare ciò che vuole.
Ciò che è nuovo rispetto a chi li ha preceduti è la perseveranza. Anche quando la situazione è disperata non rinunciano a lottare, contro ogni logica probabilità di riuscita.
La rassegnazione, la rassegnazione ad un destino ineluttabile è sempre stata la vera forza di Carnegie, la forza con cui ha piegato una ad una le sue vittime traendone il piacere della vittoria, della superiorità.
Ma costoro no, non si arrendono. Potrebbe chiederle di spazzarli via senza pietà, e tutto sarebbe finito. Eppure sarebbe una sconfitta bruciante per il Duca: loro, come tutti gli altri, devono anelare la morte.
Un brivido la percorre.
Non si arrendono... non si rassegnano... anelare la morte...

Cosa c'è di diverso tra lei e quei disgraziati di cui è carnefice? Che lei si è *già* arresa, che ha *già* desiderato di morire, che è *già* una vittima del Duca. Lei è la peggiore dei prigionieri, morta nell'animo senza lottare, ridotta a servire il suo carceriere. L'esempio di quegli avventurieri è davanti ai suoi occhi, a ricordarle la sua codardia, la sua miseria. Gli umani di cui non le è mai importato nulla le stanno dando la più dura lezione della sua vita.
Come ha potuto ignorare finora che non c'è via d'uscita da quest'inferno senza opporsi a Carnegie? Deve... deve agire...
Tuttavia la disperazione è dietro l'angolo. I vincoli magici che la tengono imprigionata da quando il Duca l'ha evocata non le permettono di affrontarlo. Carnegie può avere ragione di lei in un batter d'occhio con il suo scettro. Cosa può fare? Come può opporsi?
No, non può farlo apertamente... ma lentamente un'idea si fa breccia nella sua mente. Li può aiutare, ma il Duca non deve capire o sarà tutto finito.
Carnegie si volta verso di lei, sul suo viso è tornato il consueto piglio di sfida. Si sistema il pizzo con la punta delle dita.
"Mia cara, è la prima volta che superano il Pozzo, l'avevo detto che avremmo dovuto ingegnarci di più"
Il Duca raccoglie uno dei cristalli colorati all'interno del cerchio magico che la imprigiona.
"Lasciali riposare, ma poi... voglio che tu crei qualcosa di unico, di meraviglioso. Qualcosa... che desiderino essere la loro tomba..."
Lei afferra il cristallo, accingendosi a tesserne il colore. Lo farà, e li porterà all'estremo, come vuole Carnegie. Ma se davvero la loro tempra è quella che crede, allora...

4 commenti:

jamila ha detto...

Grande Ale, post in rapida successione!

Ale ha detto...

mi porto avanti in vista delle vacanze... :)

Mr. Mist ha detto...

Cavolo mi immaginavo arrivasse più tardi l'interludio, poco male allora la libertà è decisamente più vicina per i nostri eroi, anche se la prova finale sembra presentarsi veramente dura!

Ale ha detto...

Sì ho usato gli interludi con frequenza negli ultimi post, chiamandoli impropriamente interludi solo perché come nei precedenti ho usato il cambio di punto di vista per narrare eventi fuori dalla portata dei personaggi; eventi che mi tornano utili per una migliore comprensione della trama.