giovedì 19 marzo 2009

80 - XOKLENG!

Il villaggio del Popolo del Fuoco si estende in una radura arida e rocciosa, in cui la foresta sembra aver lasciato il posto ad un eruzione di terreno secco e brullo. Tutta la zona delle capanne è circondata da grosse fosse di catrame scuro e caldo, che emana un odore acre e pungente, ed inevitabilmente richiama nella mente degli avventurieri gli avvenimenti di poche notti prima. Una piccola collinetta si erge al limitare sud dell'area, sovrastando il villaggio, anch'essa pressoché priva di vegetazione. Il contrasto tra la giungla e le caratteristiche vulcaniche della zona è forte, quasi innaturale.
L'osservazione è permessa grazie proprio al rituale che si svolge al centro del villaggio: un grande idolo di pietra, alto come due uomini, di cui si riconoscono solo un corpo tozzo e una testa abbozzata, arde con vigore, cosparso della nera e peciosa sostanza delle fosse. Le fiamme illuminano i corpi scuri dei nativi, che danzano ritmicamente accompagnati dai tamburi attorno al fuoco, intonando cantilenanti una singola parola: Xokleng! Xokleng!
La visione crepuscolare dei semiumani permette anche di notare altri corpi scuri muoversi nei pressi delle fosse di catrame, sentinelle silenziose che non prendono parte al rituale, pronte ad avvistare possibili pericoli provenienti dalla vegetazione.
Ad un tratto, la monotonia della scena s'interrompe. Il terribile indigeno capo dei Desana, l'uomo con in testa il teschio di capro, esce da una delle capanne più grandi. Lo sciamano alza di scatto le braccia al cielo, e con un boato la sua gente lo acclama: Xokleng è il suo nome!
Dopo l'arrivo di Xokleng, un secondo boato scuote la tribù quando da un'altra capanna escono due energumeni Desana, che trascinano un ragazzo tramite due corde legate alle braccia di quest'ultimo. Il giovane, probabilmente un debole, si dimena nel disperato quanto inutile tentativo di fuggire, di liberarsi.
I due guerrieri muovono decisi verso l'idolo in fiamme, mentre la loro vittima urla in preda al panico. Xokleng abbassa le braccia. Gli energumeni tendono le corde, e passando ognuno da un lato dell'idolo infuocato, fanno sì che il corpo del malcapitato vada lentamente ad appoggiarsi sulla pietra, tra le fiamme del loro feticcio.
Le grida di dolore del ragazzo Desana riempiono la notte, nel silenzio degli spettatori, accompagnate solo dal rullare del tamburi. Nessuno fiata, tutti attendono, tutti assaporano ogni goccia dello strazio legato al sacrificio all'Idolo del Fuoco.
Isabel si copre il volto inorridita, Gilead ha l'istinto di intervenire, ma viene afferrato per un braccio da Rune, che pur condividendo il suo sentimento, scuote la testa: non c'è nulla da fare.
Quando anche l'ultimo respiro della vittima è stato divorato dalle fiamme, Xokleng si avvicina al cadavere, e le fiamme lo investono. Come durante la battaglia di Pinàr, il suo corpo si incendia, senza che il fuoco lo ferisca. Egli alza di nuovo le braccia al cielo, e di nuovo il Popolo del Fuoco esplode in un barbaro boato di giubilo...
(Ill. Tribal Shaman, by Christiaan De Wet Klopper)

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