martedì 5 marzo 2013

347 - INSEGUIMENTO SUI TETTI

Gimble, Isabel e Rune entrano nell'edificio fatiscente, un vecchio magazzino abbandonato; Hearst e Juan sono appostati nei vicoli circostanti, pronti ad intervenire in caso di necessità.
Il sole filtra dal soffitto parzialmente crollato, illuminando il pulviscolo che aleggia nell'ambiente. Le macerie che ricoprono il pavimento sono coperte da grandi chiazze di guano di gabbiani e piccioni.
Ad un cenno di Gimble, Isabel si concentra invocando con una breve preghiera il potere divinatorio di Erevos. La sacerdotessa chiude gli occhi, visualizza nella sua mente una tessera di ceramica, e subito si materializza in lei la consapevolezza della presenza dell'oggetto nelle vicinanze.
"E' di là, in una di quelle stanze sul retro" afferma.
Gli avventurieri avanzano sul pavimento sconnesso, Gimble è il primo ad affacciarsi su uno dei locali indicati da Isabel. Lo gnomo intravede una sagoma in un angolo, ma prima che possa rendersene conto, la figura scatta come un gatto impaurito, catapultandosi fuori dalla finestra oscurata da un telo di iuta.
"No! Fermo!" urla Gimble. "Juan! Juan! E' tuo!"
Il coloviano vede l'individuo ammantato balzare nel vicolo pochi metri davanti a lui. Sente le urla dello gnomo e si getta all'inseguimento, mentre i compagni sbucano a loro volta alle sue spalle dalla finestra del magazzino.
Il fuggitivo balza su delle casse accatastate all'angolo della via, e da lì su una tettoia da cui si accede ad uno dei tetti degli edifici limitrofi attraverso una trave: una via di fuga sicuramente predisposta in anticipo. La sua agilità è notevole, ma quella di Juan e Rune non è da meno, tanto che con balzi ben calibrati si gettano all'inseguimento sui tetti, mentre i compagni cercano di tenere il passo nelle vie sottostanti.
Il ladro scavalca i cornicioni dei tetti piatti di Bakaresh saltando dall'uno all'altro laddove i vicoli sono più stretti, sfruttando travi e appigli. La sua conoscenza della città lo pone in una condizione di vantaggio mentre si muove verso aree via via più trafficate, rendendo difficile l'inseguimento degli altri avventurieri dalle strade. Tuttavia Rune e Juan non mollano il passo.
Il fuggiasco si guarda indietro preoccupato. Arrivato a ridosso di una via larga e trafficata, un colpo di fortuna sembra assisterlo: un carro stracolmo di casse in legno sta passando proprio in quel momento. Senza pensarci su salta verso il centro della via atterrando sul carro, quindi usa la posizione mobile soprelevata per aggrapparsi ad un cornicione dal lato opposto della strada e continuare la sua corsa sui tetti.
Juan e Rune capiscono di essere stati fregati, il carro si sarà già spostato quando arriveranno al limitare della via. Devono tentare il tutto per tutto. Presa la massima rincorsa, si lanciano nel vuoto.

Rune rotola a terra tra i gridolini scandalizzati della gente di passaggio. Per fortuna grazie alla sua capacità di attutire le cadute ha solo qualche graffio. Solleva lo sguardo, cerca Juan. Il coloviano si sta tirando su dal cornicione opposto, ce l'ha fatta! Quel mantello del salto s'è rivelato provvidenziale.

Il ladro non molla, Juan neppure. Il suo nervosismo è palpabile dalle volte in cui si gira per controllare la posizione dell'inseguitore. Nelle vie sottostanti un viavai di persone tra le numerose bancarelle al riparo di grandi teloni parasole è indice della vicinanza del suk.
Con uno scarto improvviso il fuggitivo si tuffa sui teli di una bancarella, scombinandone le mercanzie ma atterrando morbido, e senza badare alle proteste del mercante e della gente attorno si perde tra la folla.
Juan lo segue a ruota, atterrando a sua volta sulla stessa bancarella. Il mercante infuriato lo afferra e lo spintona, il coloviano fatica mantenere l'equilibrio, urta una donna che porta sulla testa una giara di spezie, la quale cade fracassando il prezioso carico. Diversi uomini cercano di acciuffarlo, ma Juan sguscia via come un anguilla, inseguendo la sua preda nel suk. Dietro di lui, distanziati di misura, scorge i compagni, che a loro volta si fanno largo tra la folla che invade le strade.
Il ladro devia inoltrandosi nei luridi vicoli secondari del mercato di Bakaresh, schiantando a terra le giare d'acqua accantonate vicino ai muri per ostacolare il suo inseguitore, ma per Juan evitarle è un gioco da ragazzi. Il suo passato sulle navi, le acrobazie tra il sartiame, le gare sui barili rotolanti per il beccheggio l'hanno reso pronto a sfruttare ogni sporgenza, ogni appiglio per non fermare la sua corsa. Ormai la sua preda è stanca, presto cadrà in errore, è solo questione di tempo.
Ed infatti il farabutto si infila in un vicolo lungo, troppo lungo, che lo obbliga a una corsa rettilinea. Juan non esita un secondo, sfila un coltello e lo scaglia senza fermarsi. La lama trafigge il fuggiasco alla coscia facendolo rovinare a terra. Un attimo dopo il coloviano è su di lui.

6 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Un'esaltante cronaca di un inseguimento al cardiopalma! Il mantello del salto è stato di grande aiuto ma a Juan vanno i miei complimenti! Riguardo alla difficoltà di questa missione di cui si discuteva nei post precedenti, devo dire che, almeno finora, le cose "sembrano" essere filate per il verso giusto, per il resto vedremo!

Ale ha detto...

Ormai il "sembrano" virgolettato è d'obbligo... com'è che nessuno si fida più della cara vecchia linearità di un povero master innocente?

Nicholas ha detto...

Mai, e dico mai, mettersi contro la potente lobby dei carrettieri, nelle mie campagne i pg la temono molto più delle guardie cittadine :)

Ursha ha detto...

Forse i giocatori non si fidano perché i master lineari sono una razza estinta?

jamila ha detto...

invece quelli innocenti non sono mai esistiti...

Ferdi ha detto...

Grazie Mr Mist

tutto sommato è stato un gioco da ragazzi....

lasciamo stare il mantello, purtroppo me lo sono trovato in mano, come potevo rifiutarlo
Ma il pugnale lanciato è una chicca ;-))))))
IMPAVIDO inseguitore XDXD