mercoledì 31 dicembre 2008

60 - TUTTI A LA MAYOR!

Il sole del mattino brucia sulla pelle, mentre i nostri eroi si apprestano a mettersi in cammino. Gli incantesimi di cura divina di Isabel sono stati di grande aiuto per ristabilirsi dall'impegnativo scontro notturno, e persino Gilead è già pronto a ripartire, seppur con un gran mal di testa.
Il gruppo raggiunge la spiaggia in poco tempo, e raggiunge la Mandibuona in prossimità della barriera corallina. Il bagno nelle calde acque tropicali verso la via del ritorno sembra quasi ristorare gli avventurieri, e per alcuni istanti le onde portano via i dubbi, le paure, le incertezze delle scelte che li attendono a Salamanca.
L'equipaggio della Mandibuona accoglie con entusiasmo la compagnia. Vasco Tenzio abbraccia uno ad uno i componenti del gruppo come se li conoscesse da una vita, come fratelli, talmente fratelli da non accorgersi della mancanza di Grey...
La Mandibuona è pronta a ripartire.
"Penso che non dovremmo tornare a Tavistock" dice all'improvviso Gimble.
Vasco lo guarda interrogativo, come del resto i suoi compagni di viaggio.
"Non so, ho un presentimento. Questa reliquia sembra interessare a troppi. Non vorrei che a Tavistock ci sia qualcuno ad *attenderci*."
"Mmmm... è vero, cambiare rotta potrebbe essere comunque una buona cautela. Ma dove ci potremmo dirigere?" dice Rune.
"A La Mayor!" interviene Juan, che seduto a gambe conserte sta cucendo abilmente con ago e filo un paio di pantaloni nuovi. "E' la terza cittadina dell'isola di Salamanca, si trova a sud della capitale e delle Colline dello Zucchero. Il suo porto è piccolo, adatto alle imbarcazioni da pesca, ma ci basterà. D'altra parte anche la Mandibuona è un peschereccio..."
"Ottima idea! Ma... Juan che diavolo stai facendo?" chiede Gimble, ridacchiando tra sé e sé.
"Il sarto... non si vede? Ho comprato quest'ottima stoffa a Salamanca ed è un peccato non farne un nuovo paio di pantaloni..." ribatte il giovane con naturalezza.
I compagni si guardano perplessi, mentre la Mandibuona solca il Mar delle Colovie verso nord, destinazione La Mayor.
(Ill. Needle, by Somebodyhere)

martedì 30 dicembre 2008

59 - IL GORILLA

"Ormai è buio pesto, non possiamo rischiare di perderci, è meglio fermarci qui" dice Gilead.
Il villaggio abbandonato dei coboldi non è certo il luogo più accogliente al mondo, ma sicuramente è meglio della foresta tropicale.
Gli avventurieri decidono di riposare qua e raggiungere la spiaggia la mattina seguente.
Mentre preparano il campo per la notte, un grido rabbioso, probabilmente di una grossa scimmia, riempie la notte.
"Non era lontano..." dice preoccupato Gimble.
"No, non era per niente lontano. Teniamo gli occhi bene aperti e facciamo turni di guardia questa notte. Ma non dovremmo essere in pericolo: le grosse scimmie di solito non attaccano se non vengono disturbate" gli risponde il ranger.

Hearst tenta disperatamente di non addormentarsi. I turni di guardia non sono mai stati il suo forte.
Ad un tratto due grida orrende si diffondono nella tranquillità della notte, talmente forti e vicine, che non c'è bisogno che il guerriero svegli i compagni per metterli all'erta.
Un rumore violento di vegetazione spezzata segue le grida, assieme all'incedere rapido di passi pesanti.
Gli avventurieri si armano, ma a parte Hearst, nessuno degli altri ha il tempo di vestire le proprie protezioni, prima che una enorme scimmia inferocita sbuchi dalla foresta fitta facendo il suo ingresso nella radura dei coboldi. Il grande primate volge il suo sguardo sul gruppo, ruggendo minaccioso.
Gilead suggerisce ai compagni di indietreggiare e lasciarlo fare. L'elfo osserva la scimmia e i suoi comportamenti: si tratta di un gorilla, una femmina; viste le mammelle, probabilmente ha avuto da poco dei piccoli, ma non sono con lei.
Gilead non vuole combattere con la scimmia. Proverà a calmarla con le sue abilità di empatia animale.
Il ranger la fissa negli occhi. E' una questione di sguardi e gesti, di comunicare tranquillità alla bestia. Gilead si rende conto fin da subito che il compito è arduo: questa gorilla è inferocita, probabilmente... cerca i suoi piccoli... estenuata dai non morti... cerca tra i cadaveri degli zombi attorno, senza trovari i suoi figli...
La bestia grida feroce alzando le braccia. Per Gilead è come risvegliarsi da una trance mentre l'empatia si spezza. "Attenti!!!" urla ai compagni, provando una ritirata, ma il gorilla gli è addosso e lo colpisce violentemente con un pugno d'esterno. Gilead sente solo il gusto del sangue in bocca, mentre cade a terra senza sensi.
Gli avventurieri si gettano sull'animale ferendolo ripetutamente, ma la bestia è resistente e i suoi colpi di una forza inaudita. Rune e Isabel subiscono gravi ferite, e solo grazie ai poderosi colpi di Hearst alla fine il gorilla cade a terra stremato, esalando il suo ultimo respiro.
(Ill. Silverback, by Miss--B)

mercoledì 24 dicembre 2008

58 - DOVERE E VIRTU'

Grey se n'è andato. Il portale creato con il rosario magico l'ha inghiottito verso una destinazione sconosciuta, all'inseguimento del malvagio Sharuk. Tra gli avventurieri regna un silenzio insolito, mentre si avviano all'esplorazione del covo del mezzelfo, alla ricerca di tesori e oggetti utili. Poco dopo, il gruppo si riunisce nella grotta principale per dividere il bottino.
"Dovremmo muoverci ora, e riportare la Reliquia a Larus" dice Rune.
"Non mi sembra una buona idea..." ribatte Juan. "Larus e Grey non si sono comportati in modo corretto con noi. Perchè non sono stati chiari fin da subito? E poi, che cosa se ne fa Larus della Reliquia, chi è Larus per rivendicarne il possesso?"
"E' vero" dice Rune, "ma tuttavia abbiamo un patto con Larus. Inoltre mi è sembrata una brava persona..."
Hearst interrompe il monaco: "Sappiamo tutti quanti che la Reliquia fu sottratta a Nargis più di vent'anni fa, e dopo un sacco di tempo eccola rispuntare non nelle mani della Chiesa, ma di un fantomatico borghese o nobiluomo che sia, e del suo gregario paladino. Se permettete, il Monsignore non sarà simpatico quanto Larus, ma rappresenta l'istituzione ecclesiastica! Vi siete forse dimenticati a chi era destinata la Reliquia quando il Barone Olerias la portò a Salamanca?"
"Miei nobili compagni" interviene Gilead, "devo rammentarvi che in effetti il nostro primo accordo è stato con il De Warance... è vero che non sappiamo come sia entrato in possesso della Reliquia, ma il furto risale a molti anni fa, e chissà per quante mani è passato quel calice. Larus e Grey non hanno agito in modo limpido, ma il paladino ci ha dato la sua fiducia, e in base alle sue parole, voglio continuare a credere che aiutare Larus sia la cosa giusta da fare. Se avesse voluto, non credo avrebbe faticato a sottrarci la Reliquia e riportarla a casa. Inoltre nemmeno la Chiesa pare aver agito correttamente... un Monsignore che si affida al furto per ottenere un qualcosa che ritiene suo?"
Hearst controbatte: "Continuiamo a ignorare però l'utilizzo che Larus vuol fare della Reliquia: cos'è, un suo cimelio personale? Per quanto ne so io, l'uso che Larus farà della coppa potrebbe anche essere peggiore di quello che progettava Sharuk. Solo la Chiesa ci ha dato certezze... o sbaglio Sacerdotessa?"
Isabel, che finora era stata pensierosa in silenzio, sussulta: "Non... non saprei. Non è una scelta facile. La Chiesa è importante, ma è pur sempre fatta da uomini, ed in mia coscienza non mi sento di definirla infallibile... dovremmo... dovremmo provare a capirci di più..."
"Già, fuori è quasi il tramonto e noi siamo impegnati in una discussione senza risposte, almeno per ora. E' meglio tornare a Salamanca e decidere là il da farsi, una volta chiarite meglio le intenzioni di Larus... per quanto mi riguarda, prenderò la mia decisione solo dopo aver discusso con lui..."
Detto questo Gimble si incammina verso l'uscita della grotta. "Ed ora andiamo..."

lunedì 22 dicembre 2008

57 - BATTAGLIE SENZA NOME

Grey cade in ginocchio esausto. La battaglia è terminata. I cadaveri dei sicari di Sharuk e i resti dei coboldi zombi giacciono a terra illuminati dalla fievole luce dei bracieri.
Il paladino si volta verso i nostri eroi, che lo osservano con sguardi carichi di interrogativi.
E' Rune a rompere il silenzio: "Perché ci hai mentito Grey... che fine ha fatto il tuo voto di non violenza?"
Grey si rialza: "E' vero, non c'è nessun voto di non violenza. Ma dovevo raggiungere Sharuk senza che mi sentisse avvicinarsi. Il mio avversario può percepire la presenza della mia spada, Candido Splendore. La mia arma è allo stesso tempo la sua allerta e la sua nemesi. Per questo Larus ed io abbiamo convenuto di rivolgerci a voi..."
"...per usarci e fare il lavoro sporco!!! Ti sarebbe bastato portarti un'arma di riserva invece che inventare questa messinscena, a partire dal sotterfugio del cofanetto. Tutta questa storia inizia a puzzarmi di presa in giro!!!"
dice Hearst, irritato.
"Calmati Hearst" interviene Gilead, "sentiamo le sue giustificazioni."
Grey non perde la calma che lo contraddistingue: "Vi chiedo perdono se vi siete sentiti usati, e vi capisco... ma non è così semplice... ed ora non c'è tempo per spiegare. Sappiate solo che il vostro aiuto è stato e sarà importante in una battaglia che dura da molto tempo contro il nemico che avete incontrato, una battaglia in cui sono coinvolte forze molto potenti. Come insegna il Santo Senza Nome, spesso sono coloro che agiscono sconosciuti a compiere grandi gesta, e costoro si avvicinano alla Santità nel silenzio, senza onori, senza gloria. Il mondo non ha bisogno di grandi eroi, ma di persone come voi, che insieme ad altri contribuiscano ad estirpare il Peccato: solo così, lentamente, passo passo, il Male verrà sconfitto e nostro Signore potrà tornare tra di noi, in un luogo identico al Paradiso originale che Egli aveva creato."
Grey si gira verso il luogo dove si ergeva lo specchio di vapori violacei: "Ora devo di nuovo chiedere il vostro aiuto: devo inseguire Sharuk al più presto prima che le tracce astrali lasciate dal portale si esauriscano. Più passa il tempo, più sarà improbabile raggiungere le vicinanze del luogo dove si è rifugiato."
Detto questo il paladino estrae un rosario e asporta alcune sfere.
"Ho bisogno che mi aiutate a creare un portale. Questo rosario aprirà un varco astrale verso il luogo in cui si è diretto Sharuk, ma è necessario canalizzare tutta l'energia divina possibile. Vi chiedo di raggrupparvi attorno a me mentre recito il rituale, e pregare. Isabel, ti supplico, guida i tuoi compagni attraverso la preghiera."
Lo sguardo di Grey si posa sulla Reliquia del Beato Berdingal nelle mani di Juan. Il suo sguardo incontra quello di tutti gli avventurieri.
"Sarete voi a portare la Reliquia a Lar..."
Gimble lo interrompe: "Grey sarò schietto con te: tu e Larus non siete gli unici a volere la Reliquia. Non so quale sia il motivo per cui fosse in vostro possesso, né quale sia la sua utilità per voi. Quello che so è che un oggetto sacro normalmente appartiene alla Chiesa, e pertanto la Chiesa la reclama..."
Lo sguardo benevolo di Grey si posa sullo gnomo: "Gimble, la Reliquia è nelle vostre mani. Voi vi siete fidati di me, ora io non posso fare a meno di fidarmi di voi. La scelta è vostra, qualunque essa sia". Grey sorride al gruppo: "So che farete la cosa giusta..."

mercoledì 17 dicembre 2008

56 - CANDIDO SPLENDORE

Per Juan è come se il tempo si fosse fermato alle parole di Sharuk. Quando realizza il pericolo, istintivamente corre verso il piedistallo alla massima velocità e afferra d'impeto la Reliquia. I tre globi attorno all'altare vibrano violentemente ed esplodono in un turbinio di energia negativa.
Ma Juan è rapido di riflessi, agile e fortunato: poggia un piede sul blocco di pietra e fa leva spiccando un salto mortale all'indietro, e attutendo la caduta con una capriola. Subito si rialza e fa per scattare verso l'uscita.
Tuttavia anche il nemico ha i suoi assi nella manica. L'Ombra oltre lo specchio proferisce tetre formule arcane, materializzando e circondando il giovane coloviano con sei coboldi zombi, quasi avesse letto nella mente di Juan la sua repulsione verso i non-morti. Poi scompare.
La fuga di Juan è frenata e Sharuk avanza inesorabile verso di lui.....

Grey avanza deciso nella sala a grandi passi, come un angelo grigio. La sua mano destra passa sopra la spalla, sfiorando i capelli scuri e afferra l'elsa della spada.
"SHARUK!"
La voce di Grey rimbomba nella caverna, frenando la corsa del malvagio mezzelfo, che voltandosi verso il paladino si mette immediatamente in guardia, sorpreso e preoccupato.
"GREY!?! Maledizione...!!!"
Il paladino sfodera la sua spada con un movimento rapido. La lama risplende al'istante di un fulgore grigio e brillante, che invade la grotta, accecante, che annulla i colori e li appiattisce dipingendo la scena come fosse in bianco e nero.
Sharuk riprende immediatamente il controllo dei suoi nervi e si prepara al combattimento.

I nostri eroi si gettano in aiuto a Juan, mentre i coboldi zombi incalzano. Hearst attacca a colpi di spadone i non-morti, supportato dalle arti marziali di Rune e dalle frecce di Gilead, mentre Gimble intona una melodia magica per ispirare la battaglia dei compagni. Isabel fa appello al potere di Erevos, canalizzando l'energia divina sul suo simbolo sacro, e scagliandola sui nemici per annientarli, o sugli amici per benedirli.
"Juan, porta in salvo la Reliquia!!!" urla Rune. Senza farsi pregare, Juan compie un paio di acrobazie per destreggiarsi tra i nemici, li supera e scatta verso l'uscita. Tuttavia il giovane non si accorge che nella sua fuga è inseguito da due gregari di Sharuk, assassini al soldo del mezzelfo che
sbucati da chissà quali ombre della caverna, balzano silenziosi verso Juan con le loro lame sguainate, pronti a colpirlo alle spalle in modo preciso e letale.
Ma i sicari non hanno fatto i conti con Gilead: grazie alla sua proverbiale vista, intuisce il pericolo in tempo.
L'elfo afferra rapido due frecce dalla faretra: una la pone tra i denti, l'altra incoccata nel suo arco lungo. Deve essere veloce e sistematico... concentrazione... mira... scocca: il dardo si pianta dritto nel cuore di un assassino, che cade rantolando mentre rivoli di sangue sgorgano dai lati della bocca.
L'altro assassino balza per colpire Juan, con il braccio dell'arma che tirato verso la spalla opposta, pronto e carico per sferrare un colpo mortale... concentrazione... mira... scocca: la freccia sibila nell'aria, centrando la fronte dell'assassino e regalandogli una morte immediata prima ancora che il suo corpo tocchi terra.

Sharuk si piega quasi per parare con il suo scudo nero il poderoso fendente di Grey. Il paladino risulta essere un combattente letale, ma la guardia nera non è da meno, e la sua risposta non si fa attendere. Sharuk vibra un rovescio insidioso con la sua mazza, che costringe Grey ad una parata impegnativa. Il cozzare delle armi sprigiona energia grigia tutt'attorno.
"Ahahahah!! Grey... è tutto qui quello che sai fare?!? Sei stato astuto a raggiungermi senza che ti sentissi arrivare, ma non ti basterà!!"
"Sharuk... questa volta non mi sfuggirai, siamo alla resa dei conti... aaaaarrrrrghhhh!!!!" ribatte rabbiosamente Grey mentre sferra di sorpresa un colpo di taglio che oltrepassa le difese del nemico e penetra leggermente l'armatura nera. Il mezzelfo ringhia di dolore per la ferita al fianco.
Il combattimento tra Sharuk e Grey è epico e procede tra colpi di energia spaventosa, lampi grigi accecanti che si sprigionano nella grotta.
Ad un tratto però, con una mossa di risposta ad un tentativo di disarmare di Sharuk, Grey sferra un attacco decisivo; Sharuk si fa trovare scoperto e Grey rotea la spada colpendo con violenza. Sharuk d'istinto cerca di pararsi con il suo scudo nero, ma è in ritardo e la lama di Grey gli mozza il braccio sinistro.
Il sangue sgorga copioso, rosso nell'assenza di colori della caverna. La guardia nera sgrana gli occhi ed emette un grido strozzato per l'immane dolore.
Sharuk tentenna, ma Grey, stanco per la battaglia, non è sufficientemente veloce per approfittare del suo vantaggio.
Il mezzelfo sa di aver perso la battaglia, e tenendosi il braccio mutilato indietreggia rapido verso lo specchio di vapori neri e viola, gettandovisi dentro appena in tempo per evitare un dritto fatale di Grey, e sparendo nel nulla, assieme all'oscuro portale.

domenica 14 dicembre 2008

55 - JUAN SIQUEIRA ROBERTS

Ci sono momenti in cui tutta la vita sembra scorrerti dinanzi in un secondo... e per Juan era uno di quei momenti.
Quando Juan si unì a Gimble per poche monete quella sera alla taverna "Barracuda" di Tavistock, disse di essere stato da poco "licenziato" in malo modo da suo padre Bartholomew Roberts, abile mercante Coloviano, capitano di un maestoso galeone usato per solcare i mari delle Isole.
Il mestiere del commercio via mare fruttava molti soldi ai Roberts, ed il profumo del denaro attirò sempre più affari e belle donne attorno al galeone del padre di Juan.
Sua madre Dolores, la moglie di Bartholomew, era bellissima. Juan la vide bellissima fin da bambino.
Il tempo passava, e raggiunta l'adolescenza, Juan si rese conto che quella strana attrazione provata per la madre era qualcosa che non lo lasciava dormire la notte, qualcosa di insano che rasentava l'ossessione. Juan amava sua madre, ma non come madre...
Dolores, per il giovane, era la figura voluttuosa che incarnava ed esprimeva il desiderio e la passione che Juan sentiva dentro sé.
Juan era innamorato di sua madre, di un'attrazione che crescendo non sapeva più tenere a freno. I suoi approcci verso Dolores si fecero via via sempre più insistenti ed espliciti. Dolores non contraccambiava, ma allo stesso tempo proteggeva Juan facendo come se niente fosse, per evitare che il padre venisse a conoscenza di questa incresciosa situazione.
Ma a bordo di una nave, è difficile mantenere i segreti...
Non si sa come, Bartholomew venne a sapere del tradimento. Quel giorno entrò sbattendo la porta nella cabina di Juan, imprecando sonoramente. Alcuni marinai lo aiutarono e Juan si ritrovò in men che non si dica a camminare su un'asse di legno a babordo. Dolores non c'era... dov'era sua madre?
"Ringrazia Iddio che non t'ammazzo!" furono le ultime parole che udì da suo padre.
Poi le acque salate del Mar delle Colovie lo accolsero...

mercoledì 10 dicembre 2008

54 - L'OMBRA OLTRE LO SPECCHIO

“...Sì, mio Signore. Ho fatto come mi avete chiesto.”
La voce decisa del mezzelfo rimbomba nella grotta.Grey si agita teso, sembra voglia gettarsi nella stanza. Juan gli fa un cenno, intimandogli di stare fermo dov'è, in silenzio.
Il marinaio Coloviano si sporge un altro po', arrischiandosi in una posizione leggermente più illuminata per vedere meglio. La grande sala naturale in cui si trova il nemico è illuminata da pochi bracieri disposti qua e là, che proiettano la loro luce fioca su una sorta di piedistallo al centro della grotta, probabilmente ciò che resta di un altare dedicato a qualche divinità sconosciuta da popolazioni primitive.
Sul piedistallo è appoggiata la Reliquia del Beato Berdingal, la coppa d'avorio, avvolta dalla mano del beato fusa magicamente. Attorno all'antico altare sono posizionati tre globi del diametro di un braccio, disposti a triangolo, che sembrano essere costituiti da gas denso di colore nero, perturbato sulla superficie da misteriosi flutti violacei che come serpenti emergono e si rituffano nel mare oscuro della sfera.
Lo sguardo di Juan si sposta su Sharuk, obbligandolo a sporgersi oltremodo. Il mezzelfo si erge statuario nella sua spaventosa armatura, vicino alla parete a destra della grotta, dinanzi ad una sorta di specchio magico costituito da fumi viola e neri in cui si agita un'ombra indefinita, di cui sono visibili solo gli inquietanti occhi rossi spalancati sul mondo.
“Sharuk hai agito bene. Tutto procede secondo i piani. Il potere della Reliquia sta venendo meno, ed il Beato Berdingal tra poco non sarà altro che un vano ricordo.”
La voce, bassa e imperiosa, sembra provenire dall'oltretomba...
Juan si volta verso i compagni, bisbigliando loro: "Lasciate fare a me..."
Il comportamento insolitamente coraggioso di Juan coglie di sorpresa il gruppo, mentre questi varca la soglia della grotta.
"No, Juan..." tenta invano di fermarlo Grey, ma è troppo tardi.
Furtivo e silenzioso come solo lui sa essere, il giovane marinaio si muove accorto tra le zone d'ombra della grotta, in un percorso irregolare che punta dritto verso il suo obiettivo: la Reliquia.
Ogni passo è rapido, ogni passo è fondamentale, ogni passo è decisivo. L'appoggio del piede, molleggiato per attutire il rumore, la rapidità nel decidere dove muoversi per sfruttare la penombra, la mente, la concentrazione... Juan stringe i denti: "Forza Juan, manca ancora poco... gli occhi rossi non mi vedranno... gli occhi... gli occhi..."
L'ombra si agita convulsa nello specchio. Sharuk si gira di scatto, sfoderando la mazza e preparando lo scudo. Un sorriso malevolo si stampa sulle sue labbra.
"Sei morto!"

domenica 7 dicembre 2008

53 - L'OMBELICO DEL MONDO

Rune sale rapido e agile su una delle palme più alte, aiutandosi con un pezzo di corda legato ai piedi. Il suo sguardo scruta con attenzione la fitta vegetazione dall'alto, soffermandosi su quella che sembrerebbe un'ampia radura in direzione sud.
Ridisceso comunica quanto osservato ai compagni, che concordano di recarsi in quella direzione.

In mezz'ora circa, i nostri eroi giungono a destinazione: quella che all'alto poteva sembrare una radura, si rivela essere in realtà un lago sotterraneo, che si affiora all’interno di un vero e proprio cratere roccioso. Il cratere si apre improvvisamente nella fitta vegetazione, e si immerge a picco nel terreno per una dozzina metri. La forte umidità della foresta pluviale condensa dai rami degli alberi e gocciola nelle acque scure del profondo lago sottostante, che riempie praticamente tutta la superficie del cratere ad eccezione di un paio di piccole spiagge di ciottoli.
Juan compie un intero giro intorno al cratere, per poi tornare dai compagni e comunicare che da una delle due spiagge parte una grotta che si perde nell'oscurità del sottosuolo.
"Siamo vicini, lo sento! Il covo di Sharuk è qua sotto!" dice Grey.
Scendere non è semplice. Le pareti di roccia sono rese scivolose dall'umidità opprimente, e le liane che penzolano dagli alberi che circondano il cratere potrebbero non sostenere i più pesanti del gruppo... e un tonfo nell'acqua, seppur non letale, potrebbe mettere in guardia Sharuk o i suoi scagnozzi, vanificando l'effetto sorpresa. I nostri eroi fissano dunque delle funi alle radici resistenti di un grosso albero, in modo da calarsi esattamente sulla spiaggia di ghiaia dove sorge la caverna.
La grotta è buia, ma gli avventurieri decidono di fare comunque a meno della luce. Finché possibile, Gilead e Gimble guideranno gli altri grazie alla loro visione crepuscolare, che permette loro di vedere come i gatti nella notte.
Il gruppo si muove compatto fino ad un antro nascosto, che dà su una grande sala da cui fuoriesce una fievole luce di torcia. Juan si appiattisce contro il muro e si avvicina per sbirciare, con i compagni che lo seguono il più silenziosamente possibile.
Il marinaio butta un'occhiata rapida oltre l'ingresso della sala. E il suo cuore batte rapido, mentre la tensione sale...

giovedì 4 dicembre 2008

52 - AVVENTATEZZA

Gilead si muove silenzioso tra le piante, abile e sicuro nel suo ambiente naturale, leggermente in avanscoperta rispetto al resto del gruppo.
La vegetazione è fitta e rende difficoltoso il movimento. La natura tutt'attorno è stranamente silenziosa, rotta solo di quando in quando dal canto gracchiante di lontani uccelli tropicali.
Ad un tratto, un improvviso tanfo di putrefazione insospettisce i nostri eroi. Prima che possano anche solo dire una parola, una creatura umanoide esce di colpo dalla boscaglia, muovendosi con fare rapido ma impacciato. Gli artigli della creatura si protraggono verso Isabel, la quale si scosta lanciando un istintivo urlo di spavento. Hearst si getta in sua difesa, mentre Gilead, allarmato, torna rapidamente verso il gruppo.
Un primo fendente dello spadone di Hearst non risparmia il nemico, ma subito dopo altre due creature si gettano sul gruppo. Juan si allontana, ritraendosi schifato: "So... sono... coboldi *morti*!!!"
Rune colpisce uno dei nuovi arrivati a pugni e calci, proprio mentre una freccia di Gilead gli sfonda il cranio. Infine Hearst si lancia sull'ultimo rimasto, all'inseguimento di Juan, colpendolo con violenza alle spalle.
Grey osserva la scena: "Coboldi zombi... non può essere altro che opera di Sharuk. Significa che non siamo lontani."
I nostri eroi si rimettono immediatamente in marcia, arrivando ben presto al limitare di un ampia radura dove sorgono parecchie capanne di legno e foglie di palma. Un totem crollato al centro del villaggio indica la disfatta e l'abbandono del luogo.
"Stiamo attenti" dice Gilead. "Non mi piace questo posto. Sicuramente questo è ciò che resta del villaggio dei coboldi, è facile che ce ne siano ancora in giro."
"Verifichiamo subito!". Spavaldamente Hearst si incammina verso il totem.
"Ma è impazzito!?!" esclamano i compagni all'unisono.
Hearst si erge al centro del villaggio come fosse un totem lui stesso, mentre dalle capanne cominciano a uscire un gran numero di coboldi zombi.
"Razza di idiota!" esclama preoccupato Gimble.
"Non temete, ci penso io!" dice Isabel, estraendo il simbolo di Erevos. La cantilena che accompagna il rituale contro i non-morti illumina di luce blu il simbolo sacro. Quando la sacerdotessa scandisce le ultime parole della sua preghiera, la luce investe gli zombi, bruciandone la carne, polverizzandone le ossa.
"Hearst, volevi farti ammazzare?!?" rimprovera Gimble.
Il guerriero guarda lo gnomo, sorride, e fa spallucce...

lunedì 1 dicembre 2008

51 - PARADISI TROPICALI

"Teeerrrrraaaaa!!!!"
L'urlo del marinaio di vedetta, "il Ciuccia", così soprannominato per suo perenne vizio di biascicare, soffia come una ventata di ottimismo al tramonto del terzo giorno in mare. L'arcipelago delle Isole Blu è vicino! I nostri eroi concordano con Vasco di attraccare poco al largo dell'isola dove si nasconde Sharuk, per poi sbarcare il mattino seguente. Non è il caso di avventurarsi in quel luogo sconosciuto di notte...
Il risveglio il giorno dopo è accompagnato dallo strido dei gabbiani e dalla luce accecante del sole, splendente nel cielo limpido e senza nubi.
Salendo sul ponte, i nostri eroi non possono fare a meno di ammirare la natura incontaminata di quelle isole paradisiache. Spiagge bianche finissime si estendono lungo tutta la costa, tuffandosi in un mare di purezza cristallina.
Gli avventurieri scendono uno alla volta dalla Mandibuona. L'acqua è bassa nonostante la distanza dalla costa sia un centinaio di metri, ed arriva più o meno al petto. Il gruppo si incammina verso la riva, aiutando Gimble in evidente difficoltà a causa della sua statura.
Il livello delle acque decresce rapidamente e dopo poco è evidente il perché: una maestosa barriera corallina fa da corona alla magnifica costa isolana. Al di là della barriera il fondale sabbioso si abbassa rapidamente, ma mai oltre le spalle, per poi salire fino alla spiaggia.
Giunti in prossimità della riva, i nostri eroi notano qualcosa di strano: ci sono dei corpi a terra nella sabbia, disseminati qua e là.
La compagnia si avvicina, constatando che si tratta di cadaveri di coboldi, oramai preda di uccelli e parassiti. Gli umanoidi riportano ferite di arma da taglio, ma anche morsi, sebbene i segni delle dentature non facciano pensare a mostri feroci, bensì ad altri umanoidi.
L'esame dei morti viene interrotto quando Gilead, forte dei suoi sensi elfici, rileva un rumore a poca distanza, invitando i compagni ad allontanarsi, e incoccando una freccia nel suo arco. Pochi secondi dopo, dalla sabbia fa capolino il carapace di un grosso granchio, dal diametro di più di un metro e mezzo!
Basta una rapida occhiata per decidere che non è il caso di perdere tempo ed energie con un nemico come questo. Di concerto il gruppo batte in ritirata verso la vegetazione alle spalle della spiaggia, imboccando quello che sembra essere un piccolo sentiero che si tuffa tra le palme.