mercoledì 29 aprile 2015

458 - DISCESA NELLE TENEBRE

Le pareti della caverna scorrono veloci nella corsa a precipizio dei nostri eroi, finché - quasi all'improvviso - il cunicolo si spalanca su un ambiente talmente vasto da provocare un senso di vertigine.
Gli avventurieri si guardano attorno spaesati: il tunnel li ha portati a sbucare nell'immensa voragine centrale, su un costone roccioso di poco soprelevato rispetto ad una più ampia spianata a precipizio sulla fossa che pullula di mutanti, umber hulk e negromanti nemici.
Nei pochi istanti che intercorrono prima che tutti si accorgono di loro, valutano la situazione. Tornare indietro nelle braccia di Rakoud sarebbe suicida. Alla loro destra, ma su un camminamento diversi metri più in alto, arriva il montacarichi che avevano incrociato in precedenza, mentre a sinistra un secondo montacarichi a fune sembra essere appena risalito dalle profondità del baratro con il suo carico di mostruosità: un negromante, un umber hulk e due mutanti.
Senza pensarci troppo, e considerando che la concentrazione di nemici in quest'ultima direzione è inferiore, Hearst si fionda in avanti per aprire un varco.
La fossa si riempie di urla di sorpresa e odio quando l'intrusione è ormai palese, presto sovrastate da un nuovo, terribile rombo che si scatena dall'abisso. Hearst fa da cuneo falciando senza pietà i nemici che gli capitano sotto tiro. In preda ad una furia cieca e ricoperto dal sangue e dall'icore delle creature colpite avanza inarrestabile, seguito e supportato dai compagni che arginano la marea che si chiude su di loro.
Il negromante sul montacarichi sta ancora sbraitando ordini come un ossesso quando il guerriero lo decapita di netto con Candido Splendore, prima di trovarsi faccia a faccia con il grosso umber hulk alle sue spalle. I compagni irrompono a loro volta sul montacarichi: Juan che mette alle strette uno degli schiavi formian contro un parapetto, Batuffolo che azzanna e atterra l'altro mutante, Bovak, Rune ed Isabel che combattono per arginare la massa di inseguitori e tenerli giù dall'elevatore.
Gimble studia rapidamente la situazione: il montacarichi è azionato da due argani normalmente manovrati dagli schiavi mutanti, ognuno al momento bloccato da una leva frenante. Lo gnomo potrebbe sgusciare fino ad essi passando tra le gambe dell'umber hulk, ma se la bestia se ne accorgesse ed ignorasse Hearst, basterebbe una sola manata per sbalzarlo nel vuoto.
La pressione dei nemici si fa sempre più insistente e Gimble sa di non poter esitare. Invocando l'arte bardica materializza una mano magica con cui rilascia il freno di destra. La rimozione del blocco fa oscillare bruscamente la piattaforma.
Hearst non riesce a mantenere l'equilibrio e cade, mentre l'umber hulk per tenersi sfascia un palo portante e parte del parapetto. Ciò non impedisce tuttavia al mastodontico insetto di assoggettare i nemici alla confusione provocata dal suo sguardo.
Gimble non capisce più dov'è, cosa deve fare, e la mano magica si dissolve nel nulla. Allo stesso modo Batuffolo molla spaesato la sua preda.
L'umber hulk si avventa su Hearst cercando di stritolarlo, mentre il guerriero da terra risponde con violente spadate che spezzano il carapace protettivo delle gambe del mostro.
Isabel incita Gimble, che non risponde, ancora intontito: ha capito le sue intenzioni.
"Rune, Bovak! Tenete duro!" urla abbandonando la posizione e lasciando che la coprano i compagni. Scatta verso il secondo argano, parando malamente con lo scudo un poderoso pugno dell'umber hulk che la sospinge tuttavia verso il suo obiettivo. Quindi, con un colpo di mazza, rilascia anche il secondo freno.
Con un contraccolpo secco, la piattaforma senza blocchi scivola bruscamente lungo la fune in discesa libera. La partenza tumultuosa sbilancia l'umber hulk oltre il parapetto già spaccato, costringendolo ad aggrapparsi ad uno dei pali portanti per non cadere. Anche Juan e il formian impegnati in lotta vengono sbalzati fuori dal parapetto. Il coloviano si avvinghia con tutte le sue forze all'intelaiatura in legno, ma a sua volta il nemico rimane aggrappato a lui, abbracciandolo in vita. Juan lo prende a calci mentre il montacarichi precipita nella fossa a velocità sempre più folle, ma quello non molla la presa. Una, due, tre pedate. Juan lo sente avvinghiarsi disperato: non è un nemico, è un poveraccio a cui è toccato un destino terribile, e che con tutte le forze resta aggrappato alla sua misera esistenza. Ma non c'è scelta, si tratta di salvare la propria pelle. Una tallonata ben piazzata sul muso fa perdere la presa al formian che precipita silenzioso nell'oscurità del baratro sottostante. Dopo pochi istanti la mano salda di Rune accorre in soccorso a Juan, aiutandolo a ritornare sul montacarichi.
Gimble, nel frattempo ripresosi dallo stordimento, aziona il freno di destra per rallentare la discesa, provocando un ulteriore contraccolpo che fa sì che l'umber hulk, anche'esso impegnato nel tentativo di tornare a bordo, debba aggrapparsi con forza per non volare via. Con un orrendo sibilo il mostro fa appello a tutte le sue forze per tornare sulla piattaforma con uno slancio.
Poi un tonfo sordo e osceno, l'intelaiatura che si sfascia e assi che si spezzano, la struttura del montacarichi che oscilla pericolosamente, la pressione dell'aria che chiude le orecchie.
Il fulmineo e fortunoso ingresso in un tunnel dall'altro lato della voragine non ha lasciato scampo all'umber hulk.
Hearst gattona fino al secondo freno e lo tira. L'azione combinata dei blocchi decelera la caduta, ma quello di destra si spezza improvvisamente sotto le sollecitazioni dell'argano. Il guerriero stringe i denti cercando di mantenere il proprio in posizione.
Infine lo schianto, violento. Polvere, rocce e schegge di legno esplodono tutt'attorno. Poi solo silenzio.

lunedì 20 aprile 2015

457 - NE' RANCORE NE' RIMORSO

Isabel riapre gli occhi a fatica. Ogni rauco respiro le provoca un bruciore immane ai polmoni, ma riconosce quella sensazione come l'effetto della pozione curativa che le è stata fatta ingerire. Capisce di essere stata ad un passo dalla morte. Con lo sguardo cerca i compagni: Hearst sta stabilizzando le emorragie di Bovak e della sua pantera, ma non vede gli altri. Il corpo di Grey giace immobile, il suo sangue si mischia a quello degli altri prigionieri sacrificati o vittime della battaglia colando nel foro al centro della fossa.
Si rialza. L'effetto della pozione è veloce, percepisce le ferite richiudersi. Non può spendere altro tempo a riposarsi, il suo aiuto, i suoi incantesimi curativi, sono urgenti per salvare la vita al nano e ristabilire i compagni feriti.
Hearst nel frattempo ricompone il corpo di Grey. Lo spoglia dell'armatura, il Difensore Grigio; al collo il simbolo sacro dell'Umile è annerito, come se fosse passato attraverso le fiamme. Gli sfila la spada, ancora stretta nella rigida presa della morte, e lo scudo.
Non prova rancore, né rimorso. Solo tristezza, e il peso di qualcosa di inevitabile sulle spalle. Si sente vittima, come lo è stato Grey, di un qualcosa di più grande che non comprende appieno, in cui si è trovato invischiato assieme ai suoi compagni quasi per caso. Un gioco tra santi e demoni in cui sono solo pedine, come su una scacchiera, combattivi fino all'ultimo ma manovrati, pronti ad essere sacrificati all'occorrenza.
"Mi dispiace, amico mio" sussurra. Quindi si infila la corazza di piastre del paladino, stringe le fibbie, l'aggiusta al suo corpo. Impugna Candido Splendore, la rinfodera e se la lega alla schiena.
"Laverò via il sangue delle ingiustizie che hai dovuto compiere con quello dei nostri nemici. Te lo prometto."
Mentre Juan, Rune e Gimble spogliano Sharuk di tutto ciò che potrebbe tornare utile e si curano, Bovak usa la magia druidica per ristabilire Batuffolo e sé stesso dopo le prime cure della chierica.
Isabel e Hearst si apprestano a liberare i prigionieri sopravvissuti, quando un urlo dalla balconata d'accesso li pone in allerta.
"Sono qui!" esclama una sentinella prima di essere freddata da una freccia di Hearst in mezzo alla fronte.
Un nutrito rumore di passi si avvicina dalla caverna. Juan tira con l'arco su coloro che vede sopraggiungere, uomini dalle casacche nere, che rispondono con imprecisi colpi di balestra. Rune cala una corda per aiutare la risalita dei compagni sulla balconata dove hanno affrontato Sharuk.
Sono attimi preziosi, il coloviano scaglia una pioggia di frecce per tenere lontani gli avversari e coprire gli alleati. Una volta riunitisi, i nostri eroi si fiondano a perdifiato nell'unico passaggio che diparte dalla balconata, sapendo di avere l'occasione di distanziare gli avversari, che si troveranno ora a dover risalire il crepaccio. Juan è l'ultimo ad abbandonare la posizione. Quando cessa di tirare i soldati invadono la caverna e irrompono nella sala del massacro. Le casacche nere col drago d'oro della Guardia di Bakaresh precedono di un istante l'ingresso nientemeno che di Rakoud. Il coloviano si volta e corre. Dietro di sé il ruggito furente del Granduca testimonia la macabra scoperta della loro più recenti vittime.

lunedì 13 aprile 2015

456 - ISTERIA

Sharuk ride in preda ad una incontenibile isteria. Il destino è ancor più beffardo di quanto si aspettasse e ciò gli dona un'eccitazione senza pari. Grey morto per mano dei suoi alleati, per mano di coloro che aveva chiamato amici tempo addietro. Quale estasi implicita nel piano del suo signore quando aveva catturato il paladino, che anziché ucciderlo aveva deciso di soggiogarlo con un elmo maledetto! Ora che l'elmo gli è scivolato dalla testa, ed il controllo esercitato è svanito, per quanti lunghi istanti prima di morire egli ha potuto realizzare ciò che aveva compiuto, per mano di chi stava morendo, e quanto il male da lui compiuto era l'empio sangue che li stava portando verso il nuovo mondo?
Sharuk ride nell'immaginare il disorientamento del suo eterno nemico, poi il suo strazio ed infine la disperazione nell'avvicinarsi all'oblio. Nonostante le numerose ferite che gli rendono sempre più difficile tenere a bada i tre avversari che l'accerchiano, nulla potrebbe dargli più gioia, tanto che vaneggiamenti sull'orlo della follia gli sgorgano dalle labbra: "Il bene che uccide il bene! Questo è il trionfo del Peccato! Il cerchio si chiude e si completa e presto saremo liberi, liberi da questa vile condizione mortale! Saremo angeli di luce e di tenebra, e voi, voi siete gli inconsapevoli alfieri della rinascita!"

Il negromante appeso come un ragno al soffitto ha già capito da un po' che le cose si stanno mettendo male, ma il gufo evocato da Gimble lo tormenta. Il maledetto rapace ha già vanificato le sue immagini illusorie, rendendolo decisamente vulnerabile.
"Hearst!" urla lo gnomo, indicandolo. "Sta scappando!"
Il guerriero molla lo spadone e in men che non si dica sta già impugnando il suo arco. Il negromante sente di esser sotto tiro, deve solo raggiungere la caverna dall'altro lato... alla svelta... gli manca poco, se non fosse per quell'uccellaccio.
I suoi pensieri si tingono di rosso quando la prima freccia gli trafigge la schiena e gli toglie il respiro. Subito dopo una seconda gli trapassa la gola e si pianta nella roccia, prima di essere spezzata e trascinata nella caduta dal suo stesso peso.

Sharuk mena un rovescio impreciso verso Rune che evita facilmente. Tre avversari sono troppi anche per lui, e nonostante siano tutti provati sono più volte riusciti a fiancheggiarlo e ad infliggere altre ferite debilitanti. Juan approfitta di un tentennamento per un colpo preciso e letale sotto l'ascella destra. La sua lama affonda togliendo il fiato a Sharuk, che con un riflesso istintivo si gira rapido sul coloviano. Il colpo è così rapido e innaturale da cogliere di sorpresa Juan. La mazza lo prende dolorosamente alla base del collo, e l'impatto è tale da scaraventarlo all'indietro, dove la terra gli viene a mancare sotto i piedi. Dopo il volo dalla balconata, lo scontro col terreno è duro.
Rune non si lascia distrarre o impressionare, e quando Sharuk si volta per fronteggiarlo di nuovo e atterrarlo con una sventagliata, lui gli è già addosso: il suo pugno sinistro colpisce duro sul bicipite della guardia nera, rivoltandogli contro la stessa forza impressa nel suo attacco. Il muscolo cede e l'osso si spezza, ma Sharuk non può nemmeno urlare perché il monaco lo tempesta con una raffica di colpi di destro. Un dritto gli fracassa il setto nasale, costringendo la testa all'indietro, e contestualmente Rune afferra l'elsa della spada conficcata da Juan per non lasciarsi sfuggire il nemico e compromettere gli organi interni. Senza tregua affonda con le dita tese sulla trachea, poi di taglio alla base dell'orecchio sinistro per sfondare la scatola cranica, grazie al rilascio della sua energia interiore sui punti deboli del nemico.
Poi, ormai ridotto ad uno straccio, lo spinge indietro scatenando su di lui una combinazione di calci, pugni e leve che gli spezzano le ossa e spappolano gli organi vitali.
Quando la furia di Rune si placa, il corpo senza vita di Sharuk crolla a terra come un burattino disarticolato.

giovedì 2 aprile 2015

455 - IL SANGUE DI UN AMICO

Rune si defila con un'acrobazia per evitare gli affondi di Grey, senza nemmeno avere il tempo di constatare se Isabel è ancora viva. Il paladino rotea su di sé sventolando l'arma per raggiungerlo, tagliando in due nell'intento una prigioniera malauguratamente sulla sua strada.
Sulla balconata Sharuk incalza Juan ridendo sguaiatamente. Il coloviano evita come può i colpi della guardia nera, ma la superiorità in combattimento di quest'ultimo è indubbia. Rune sa di doverlo aiutare, è l'unico che può arrampicarsi agilmente. L'opportunità si presenta quando Hearst e Batuffolo tornano alla carica su Grey.
Nello stesso istante in cui Rune risale, un elementale della terra evocato da Bovak si materializza corpo a corpo con Sharuk, mentre contemporaneamente il leone di sotto scompare con lo scemare dell'incantesimo di convocazione che l'aveva richiamato.
Rune si getta nella mischia: circondato da tre avversari Sharuk viene ferito ripetutamente, ma in preda ad una frenesia isterica la sua determinazione viene esaltata dalla situazione difficile in cui si trova. Con poderose mazzate sbriciola letteralmente l'elementale, incalzando quindi Juan e Rune. Sebbene malconcio sembra riuscire a tener testa ad entrambi.
La situazione si complica ulteriormente quando il negromante scaglia dalla sua mano spettrale un incantesimo di indebolimento sul monaco, rendendo i suoi colpi ancor più inefficaci.
Gimble, accortosi della pericolosità dell'arcanista, evoca un falco da cui si fa prima trasportare sulla balconata dove si trovano i compagni, quindi lo manda all'attacco del mago.
Gli attacchi del falco vanificano alcune delle immagini speculari del negromante, finché questi non lo riesce ad afferrare con la sua mano spettrale, riservando al rapace una stretta folgorante che lo neutralizza. Tuttavia Gimble non si perde d'animo: evoca con la magia un grosso gufo e lo manda all'attacco: sa che tenere occupato il negromante in questo momento è vitale.
Lo gnomo crea a sua volta attorno a sé alcune immagini illusorie e si lancia in mischia con Sharuk.

Lo scambio di colpi tra Grey e Hearst è impressionante. Il paladino è una fortezza impenetrabile, ed è solo grazie alla forza del toro che il guerriero, quelle poche volte che è riuscito a superare le sue difese, è stato in grado di procurargli danni di rilievo.
Hearst invece è una maschera di sangue: ha incassato numerose ferite, ma è ben lungi dal mollare. Stringe i denti e carica, ma Grey frappone lo scudo. Parata, finta, un fendente, una spinta. Hearst è scansato di lato contro la parete, ma il paladino viene subito assalito da Bovak, trasformatosi grazie ai suoi poteri druidici in un grosso coccodrillo.
Grey viene azzannato dalla morsa letale del druido-rettile, e subito assalito al fianco da Batuffolo. Le fauci gli procurano profonde ferite mentre cerca di divincolarsi senza successo. La situazione imprevista sembra destabilizzare la terribile freddezza di Grey. Si agita per liberarsi, menando fendenti devastanti sui due avversari con una furia senza precedenti. La sua spada fa scempio del coccodrillo e della pantera, li incalza indomabile con tutta la sua energia, li massacra lasciandoli entrambi esanimi a terra, ma compie l'errore imperdonabile di perdere il controllo della situazione.
Quando si accorge di Hearst è ormai troppo tardi. Lo spadone cala su di lui entrando all'altezza della scapola. La lama penetra per più di una spanna nella carne costringendolo in ginocchio per l'energia impressa, affonda in profondità, lacera le arterie e il cuore. Grey muove le labbra con gli occhi inespressivi all'insù mentre il suo sangue gli lorda l'armatura mischiandosi a quello delle sue vittime. Riversa indietro la testa, da cui l'elmo si sfila rimbalzando a terra. Hearst gli appoggia lo stivale sul petto e spinge per estrarre la sua arma. Il cadavere resta per parecchi istanti così, in ginocchio con gli occhi sbarrati verso un cielo che non c'è, prima di cadere.