giovedì 24 luglio 2014

425 - NOTTE DI TERRORE

Juan scivola controcorrente tra la gente per raggiungere il cadavere di Ekelorn. Il corpo del mago giace isolato sulle gradinate settentrionali ormai abbandonate dagli spettatori in fuga.
Nessuno bada a lui, come nessuno bada a Hearst, che vede con la coda dell'occhio rialzarsi dalla sabbia e raggiungere il muro di cinta, per sgattaiolare indisturbato verso l'uscita meridionale.
Tutte le attenzioni sono concentrate sulla viverna, siano esse per combatterla o per sfuggirle.
Risale gli spalti, raggiunge il cadavere. Un fugace sguardo alla freccia e al volto del mago paralizzato in una smorfia a metà tra il dolore e l'incredulità. Nessuna empatia per lui, se la meritava tutta una morte così.
Le mani del coloviano frugano rapide tra le ampie vesti, poi sfilano gli anelli, il ciondolo che aveva al collo, il diadema e anche la stola di stoffa che gli cinge la vita. I maghi spesso incantano dettagli del loro abbigliamento con magie di protezione. Ci sarà tempo per capire cosa è utile e cosa no.
Nient'altro. Juan cerca ancora, a costo di rischiare. Non può farsi sfuggire possibili indizi che permettano di sbrogliare l'intrigo attorno a Ekelorn, a Nezabal, a Rakoud, a Zaran. Eppure niente.
Il barrito acuto della viverna richiama la sua attenzione riportandolo alla realtà del momento. La bestia è stata ferita con dei lunghi ronconi sotto le ali e viene costretta a terra dagli uncini delle armi in asta. Il mostro colpisce frenetico con morso e coda, uccidendo gli armigeri che lo trattengono, ma altri prendono il loro posto inchiodandolo al terreno, mentre altri ancora con le spade trafiggono la sua pelle spessa.
A Juan è immediatamente chiaro che è solo questione di tempo. Per quante vittime possa fare ancora la viverna, presto soccomberà. Ma lui allora sarà già sparito.

La città è nel panico. Le voci sugli omicidi di questa notte sono il seme del caos. La morte scesa sull'Arena. La festa che si tramuta in terrore. Le case bruciano, l'incertezza per ciò che sarà, la certezza su chi sono i colpevoli, scatena antichi rancori e regolamenti di conti e vendette, specie a danno dei semiumani.
I fuochi colorati nel cielo vengono rimpiazzati dalle volute di fumo denso, le espressioni di giubilo sostituite dalle urla strazianti delle violenze e dei soprusi.
Il contrasto con ciò che Bakaresh era solo qualche ora prima è surreale.
Gli avventurieri si affrettano da Declan. Tutti pur senza essersi accordati si ritrovano lì. Qualunque cosa accada la mia porta sarà sempre aperta per voi, aveva detto.
Si barricano in casa con il mercante, stremati. Hanno bisogno di riposare, almeno a turno, da quanto tempo non dormono?
Declan è incredulo, l'angoscia traspare sul suo viso. Vorrebbe poter fare qualcosa, ma non c'è nulla da fare, se non aspettare che tutto passi. E' notte fonda e sarà una notte di paura, finché le tenebre non lasceranno il posto ad un'alba di sangue.

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

In poco tempo una città ricca, civile e festante si è trasformata in un luogo pericoloso e violento, è inquietante come, anche nella realtà, il terrore ed il caos trasformino tutto distruggendo ogni barlume di pietà e civiltà!
Proprio stamattina mi domandavo dove si sarebbero ritrovati i due gruppi, ed anch'io pensavo alla casa di Declan, anche se non ricordavo quella sua particolare frase!
Speriamo almeno che il bottino di Juan sia in qualche modo d'aiuto ai personaggi!

Ale ha detto...

La realtà è un ottimo esempio di come spesso bastino dei semplici pretesti per far precipitare equilibri precari nascosti dietro un'apparente tranquillità.

jamila ha detto...

Davvero, a volte la realtà è più difficile da "credere" e comprendere della finzione...
Altro bel post.