Mentre Isabel e Rune, una volta chiesta udienza ad Ashanti presso il Tempio del Drago d'Oro, consegnano al Maestro dell'Ordine le tessere di Nezabal spiegandole il terribile rinvenimento, e ottenendo la promessa che la Chiesa farà di tutto per dar pace a quelle povere anime, dall'altra parte della città alla locanda Spinarossa gli argomenti di cui parlare sono decisamente più frivoli.
Hearst, intenzionato ad acquistare un dono per Rabiaa, è impegnato in una estenuante discussione sul miglior regalo con Kamal, reincontrato nei pressi della Piazza dell'Obelisco. Contemporaneamente Gimble e Juan ricevono da Khalid notizia di essere stati cercati da un messo della Corporazione dei Mercanti. A quanto pare Sutta e Declan li vogliono incontrare domani mattina.
Il tono della discussione tra Hearst e Kamal sovrasta il vociare dei gruppi di persone che affollano la locanda, più numerose del solito, segno che molta gente sta affluendo verso Bakaresh per partecipare ai festeggiamenti che cominceranno tra una settimana, protraendosi dalla metà di dicembre fino al culmine di capodanno.
Dopo che Kamal è arrivato a sbraitare che non ha mai visto nessuno che capisce così poco di donne quanto Hearst, i due convergono su un regalo di rappresentanza, che non abbia valore simbolico né scopra le carte prima del tempo: un semplice barattolo di tè di Spinarossa. Nonostante il guerriero pensi che regalare del tè a una donna sia equivalente a stroncare in partenza qualunque velleità amorosa, la convinzione con cui Kamal insiste sul fatto che a Bakaresh questo sia un dono estremamente elegante ed apprezzato lo convince che le usanze del luogo vanno rispettate.
"Dunque Hassa ripartirà per Gahar, come aveva promesso..." chiede Rabiaa.
Rune annuisce: "Sì, lascerà Bakaresh domani mattina. Non vede l'ora di riabbracciare suo padre e chiedergli perdono. Forse questa volta la lezione gli è servita."
Rabiaa sorride con approvazione. Man mano il discorso si sposta su quello che Isabel e Rune si sono detti con Ashanti, quindi sull'esigenza della maga di condurre le sue indagini nei prossimi giorni. Al momento non ha altri compiti da affidare agli avventurieri, per cui potranno dedicarsi ad altro.
Il continuo parlare di lavoro sembra innervosire Hearst, che sperava in una serata diversa e si trova invece tagliato fuori dalla complessità delle questioni "magiche". Più il tempo passa e più il guerriero vede sfumare la possibilità di far colpo su Rabiaa. Spesso cerca invano di riportare la conversazione su argomenti più frivoli, fino ad arrivare, in un disperato tentativo, ad esibirsi in complimenti espliciti nei confronti della maga, a lodarne il carattere e la bellezza senza che questi siano minimamente legati al contesto della discussione, col risultato di far calare sulla tavola gelidi momenti di imbarazzo.
Quando gli avventurieri si avviano a congedarsi Hearst chiede di poter rimanere ancora un poco. Nonostante i modi poco consoni alla situazione da parte del guerriero fino a quel momento, Rabiaa, probabilmente per educazione, acconsente concedendogli di accompagnarla sulla terrazza.
Rabiaa si accomoda su un baldacchino, lo sguardo perso sulla città bassa, verso il mare. Una brezza fredda le lambisce la pelle. Nessuno dei due parla, stanno lì, soli, a fissare il panorama. Per la prima volta Hearst sente di essere davvero in difficoltà con una donna. Sa di aver sbagliato tutto stasera. Ma la cosa che più lo amareggia è che questo fatto gli fa male, ha paura di non poter recuperare, di perderla prima ancora di cominciare. Durante il lungo silenzio la sua mente si agita in un turbine di pensieri, alternando rimproveri verso sé stesso a possibili soluzioni per rimediare.
"Scusami" è l'unica cosa che riesce a dire alla fine. "Scusami per averti messo in imbarazzo... davanti agli altri..."
Rabiaa si volta e lo guarda. Con le gambe piegate, stringe le ginocchia tra le braccia, e vi appoggia il viso. Sorride.
"Non importa. Davvero. A volte penso che sia giusto così, i tuoi modi diretti... così schietti, senza sotterfugi, niente etichette, niente apparenze. In questo momento ti stavo invidiando."
Il volto di Hearst assume un'espressione interrogativa, mentre la maga continua a guardarlo benevola.
"Invidio il tuo mondo Hearst, dove si è giudicati per ciò che si è e ciò che si fa. Senza le trame, gli inganni, le finzioni che invece caratterizzano il mio. Mi sembrano mondi così... lontani."
Hearst annuisce. Ora sa di non dover dire nulla, solo ascoltare.
"Vivo ogni giorno dietro la maschera che mi sono costruita per difendermi ed affermarmi. A volte mi chiedo se sono ancora io..."
"Intendi il tuo aspetto?" chiede Hearst cercando di interpretare il suo sfogo. "La prima volta alla festa di Declan sembravi più vecc... ehm... meno giovane."
"Sì, c'è anche questa assurdità Hearst. Sono giovane e sono donna. Mostrarmi più matura nelle occasioni pubbliche mi garantisce un rispetto che altrimenti non avrei. Senza questo stratagemma agli occhi di molti sarei solo una ragazzina presuntuosa. Ma questo è solo uno degli aspetti del mondo di falsità in cui devo destreggiarmi."
Rabiaa guarda ancora verso il mare: "Sei tu a dovermi perdonare, non era mi a intenzione metterti in difficoltà durante la cena. Trovo... così complicato rapportarmi in modo sincero con le persone, che quando altri lo fanno con me alzo istintivamente le difese."
Un nuovo lungo silenzio.
Hearst non si aspettava tutto ciò. Aveva apprezzato Rabiaa per la sua bellezza, quindi per la sua forza e determinazione. Ora gli stava mostrando, incantandolo, tutta la sua fragilità.
"Si è fatto tardi" sussurra dolcemente la maga.
Hearst annuisce. E' ora di andare, ogni parola, ogni momento in più sarebbe di troppo.
7 commenti:
molto carino. Questi momenti molto gdr sono quelli che apprezzo di più.
Llukas
Hearst number one...
Hearst ha mostrato il suo lato romantico! Grande come sempre!
Mi domando una cosa Ale: la ruolata è avvenuta in prima persona con dialoghi diretti tra Steve/Hearst e tu che impersonavi Rabiaa, o la cosa è stata gestita indirettamente con Steve che indicava cosa diceva e cosa faceva Hearst durante il banchetto e tu in base agli eventuali controlli di carisma hai determinato i risultati?
La giocata è avvenuta sempre per mezzo di discorsi diretti tra me e Steve (ovviamente per la narrazione romanzata ci ho messo del mio, la scena al tavolo non è stata esattamente così e nemmeno così "romantica"). Non ho chiesto nemmeno un tiro di dado. So bene che le regole richiederebbero certe prove, ma non me la sento di spezzare le parti di interpretazioni con tiri di dado, quando gli eventi possono seguire un corso logico a prescindere dal risultato voluto dai dadi!
Tanto di cappello, giostrare queste scene è sempre un casino, per esperienza ho visto che nelle mischie o nelle scene d'azione si è sempre in show e i pg descrivono con vividezza ciò che combinano (da poco siamo passati a far descrivere a ogni pg l'effetto del suo attacco se spettacolare), mentre in queste situazioni si passa al tell "il mio personaggio gli dice che", "il mio personaggio gli fa dei complimenti".
Ma anche il master non è esente "la ragazza sembra apprezzare la cosa".
Di solito riassumo questo comportamento nella summa:
"Il duca ti pone domande pertinenti"
"Rispondo in maniera esaustiva"
:)
Io ho imposto come regola obbligatoria l'uso del discorso diretto tra PG-PG e PG-PNG. Non tollero eccezioni. Tutto deve essere fatto ingame, a parte rare eccezioni, proprio per evitare generalizzazioni tipo "gli dico che...", ecc. ecc.
Questo approccio è uno di quelli che alla lunga ha pagato di più in termini di miglioramento dell'interpretazione e coinvolgimento da parte dei giocatori.
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