martedì 31 gennaio 2012
274 - ROTTA VERSO CASA
Le parole di Garzes superano di poco le continue imprecazioni di Grolac mentre viene condotto sotto coperta, tenuto saldo da due armigeri.
Il pensiero di tutti corre a Juan e a Black Bart, anch'essi custoditi di sotto. Garzes intuisce il malessere degli avventurieri.
"Capisco il vostro disappunto, ma il mio dovere mi impone di essere inflessibile."
Rune non riesce a continuare a far finta di nulla: "La tua inflessibilità condurrà entrambi alla forca, o al meglio risparmierà Juan concedendogli una vita dietro le sbarre. Credo che dovresti considerare bene le sue azioni e tutte le attenuanti del caso. Non poteva fare altro, si trattava di suo padre. Eppure Juan è anche colui che ti ha salvato da morte certa, capitano, e il fatto che si trovasse sulla nave era solo un caso. Juan non è un pirata, e si trovava sulla Sable Drake per lo stesso motivo per cui noi eravamo lì, a seguito delle vicende di cui ti abbiamo raccontato dopo la nostra cattura a Puerto del Principe."
Garzes ascolta in silenzio, senza tradire emozioni. Alla fine annuisce: "Non posso garantirvi nulla, ma vi prometto che rifletterò sulla questione, e prenderò una decisione una volta giunti a Tavistock."
La conversazione tra i nostri eroi e il capitano continua parlando degli avvenimenti accaduti durante il mese e mezzo di prigionia a Isla del Quitrin.
Dal Capitano Garzes apprendono come la situazione a Puerto del Principe sia via via degenerata dopo la loro scomparsa. Juanito è stato destituito a favore di Bulloza - che gli avventurieri non esitano ad accusare come persona probabilmente invischiata nella tratta degli schiavi - ed esiliato a Salamanca, mentre di suo figlio Nataniel si sono perse le tracce.
Luìs Correia, forte delle informazioni avute da Juanito, non ha esitato a offrire l'aiuto di Salamanca a Daniel Batista di Castellòn de la Plana per affrontare i problemi di Puerto, ma il Governatore pare intenzionato a lavarsi i panni sporchi in casa, continuando l'isolamento della città, che soffre sempre di più dell'incedere della malattia.
La discussione tocca anche l'intollerabile situazione di Isla del Quitrin. Garzes confida molto nel fatto che grazie alla loro fuga, le ripetute violazioni di Carnegie alle leggi imperiali verranno portate alla luce del sole, e che nessuno dei Gorvernatori delle Isole potrà stare con le mani in mano dinanzi a tali evidenze.
E' l'ultimo giorno della prima decade di novembre quando la fregata di Salamanca entra nel porto di Tavistock. La cittadinanza festante accoglie le milizie lungo la via principale, e la stessa folla copre d'infamia i pirati che vengono trasportati nelle segrete sotto il municipio.
Gli avventurieri, sempre in compagnia del Capitano Garzes, incontrano e salutano vecchie conoscenze. Don Adelmo, Nargis, il sindaco Mendoza. E là, tra la gente, Gimble intravede anche il Rauco, il proprietario della taverna Barracuda. A ricordargli che Juan non è lì con loro per festeggiare con una bevuta.
mercoledì 25 gennaio 2012
273 - L'ONORE DI UN PIRATA
Black Bart solleva la lama per finire il morente Garzes, ma Juan
passa di fianco al capitano inginocchiato frapponendosi tra lui e suo
padre. Il coloviano rinfodera la spada corta.
Black Bart guarda il figlio incredulo: "Che cosa significa Juan! Questo cane non merita di vivere!"
"Basta padre. Hai perso. Ucciderlo non servirà a nulla!"
"Servirà
invece! Anche se sto per perdere tutto, anche se il mio tempo è giunto
alla fine, ne avrò salvo il mio onore di pirata, portando a Correia la
testa del suo mastino preferito!"
Juan non trattiene una smorfia:
"Per il *tuo* onore! Che insensatezza padre! Se vuoi ucciderlo, allora
dovrai uccidere anche me." e allarga le braccia a protezione di
Garzes. "Per il tuo onore hai già ucciso tuo figlio una volta, sono
certo che non sarà un problema farlo una seconda!"
Un silenzio
teso invade la stiva. Black Bart fissa Juan con gli occhi colmi di
collera, le labbra serrate e la sciabola alzata sopra la testa, pronta a
falciare il coloviano indifeso. I secondi passano con una lentezza
innaturale.
Poi il pirata lascia cadere la spada in segno di resa.
Bart
abbassa lo sguardo passando per gli occhi di Juan. Il coloviano tira un
sospiro, ma il senso di angoscia che porta dentro di sé non
l'abbandona. Sa di essere nemico di Salamanca per ciò che ha fatto, sa
di essere allo stesso tempo colui che ha posto fine alla leggenda di un
uomo che in fondo ha sempre ammirato. Un uomo che pensava di aver
cancellato dalla sua vita, e che invece, nonostante tutto quel che è
accaduto, non è capace di ignorare. I suoi pensieri corrono veloci
mentre alle sue spalle Isabel si affretta a dar soccorso al capitano
Garzes.
Cosa c'era negli occhi di suo padre? Ira, rassegnazione,
rispetto, delusione... Benché non voglia ammetterlo, il giudizio di quel
vecchio pirata in cuor suo lo fa soffrire.
Gli uomini di
Salamanca lo afferrano e lo legano,e lo stesso fanno con Black Bart. Juan
abbassa lo sguardo, maledicendo la sua indecisione, la sua incapacità di
essere forte, o crudele, come Luìs. Maledicendo di essersi trovato a
scegliere tra l'affetto per suo padre e la cosa giusta da fare.
Gimble
osserva la Sable Drake bruciare, dopo che Garzes ha fatto portare
schiavi e merci a bordo del mercantile. Un altro mito di questo tempo
che scompare...
"Ci sarebbe da farci uno sceneggiato teatrale..." commenta Grolac alle sue spalle.
Gimble
sente il sangue ribollirgli nelle vene. Nessuno lo fa
imbestialire quanto il nano per ogni parola che dice, ma questa volta è giunta l'ora
della vendetta.
"Black Bart era pur sempre suo padre..." sospira il bardo appoggiandosi al parapetto.
"Ehhh...
alla fine, per quante incomprensioni ci possano essere, alla lunga il
tempo guarisce tutte le ferite..." Grolac gesticola poetico. "In un
certo senso anche io sono stato a lungo la tua vera famiglia..."
"Già... il tempo affievolisce il rancore..."
Gimble fa una lunga pausa.
"Grolac,
io ho rispettato la mia parte del nostro accordo, ti ho tirato fuori da
quell'inferno in cui ci avevano cacciati Zaran e le Lacrime Rosse. Ora
tocca a te... io... devo sapere di Bleena..."
Il nano annuisce,
appoggiandosi a sua volta al parapetto: "Maledetto il giorno in cui ho
fatto affari coi BlackRabbit, non mi sarei mai cacciato in questo
pasticcio. Loro erano coinvolti nella tratta degli schiavi tanto quanto i
pirati di Madera. In tutta onestà non so dove li portino, non so dove
sia Bleena, ma presumo che la destinazione comune sia Bakaresh..."
"Perché Bakaresh? Cosa se ne fanno là?" chiede Gimble.
Grolac
alza le spalle: "Non ne ho idea. Non mi sono mai voluto addentrare
nella faccenda. E ho fatto bene, visto che quel poco che so mi ha già
fatto passare non pochi guai!"
Gimble si volta e fa per andarsene. Il capitano Garzes è già con i compagni vicino all'albero maestro.
"Nano tu non sei mai stato la mia famiglia... mai. E' ora che tu paghi per tutte le tue malefatte."
Grolac impallidisce: "Non... non puoi farlo... sono stato come un padre per te quando i tuoi genitori ti hanno venduto!"
"Taci
nano! Sei solo la persona che più ho odiato al mondo! Ho saputo quello
che dovevo da te, non mi servi più! Tuttavia sono certo che potrai
raccontare le tue storie al capitano, sarà molto interessato a chiarire
il tuo ruolo in tutta questa vicenda!"
giovedì 19 gennaio 2012
272 - VITTORIA E SCONFITTA
Gimble sgattaiola veloce tra le gambe dei contendenti fino alle scalette che portano sul cassero di poppa. Ignorato dai più, sugli scalini giace riverso il cadavere del mago di Berenzan, il corpo trafitto in più punti da numerosi dardi di balestra. Con mani veloci lo gnomo fruga tra i suoi averi, appropriandosi di un pugnale e di un sacchetto di monete. Sudato e teso, Gimble si prepara a giocarsi il tutto per tutto per fermare questa follia, una battaglia che porterà ad un massacro da entrambe le parti, ma che alla fine Salamanca è destinata a vincere.
Lo gnomo torna sui suoi passi verso il centro del ponte, si ferma a poca distanza da Luìs. Quando il pirata finisce un suo avversario, intona una cantilena accompagnata da gesti rituali. Le sue parole tessono nell'aria una trama magica invisibile, suoni mistici che si concentrano nella mente del suo bersaglio.
Luìs sente i muscoli paralizzarsi, le braccia e il corpo duri come pietra non rispondono più al suo controllo, all'improvviso è diventato una facile preda. Il respiro si fa corto, gli occhi guizzano attorno terrorizzati, mentre lo gnomo balza agile su una botte fortunosamente vicino alla sua vittima. Gli prende i capelli e li tira, scoprendo la gola su cui poggia la punta del pugnale. Una goccia di sangue cola lungo il collo.
"Diego!" urla a squarciagola.
Pirati e guardie si girano, ma lo sguardo più eloquente è quello del fratello minore.
"Arrendetevi! Ordina ai tuoi di gettare lo armi o gli apro la gola!"
Gimble prega che il suo piano funzioni. Diego è tra i due fratelli quello moralmente più debole, e Luìs è per lui una guida irrinunciabile. Allo stesso tempo, con Luìs sotto scacco e Black Bart rintanato sotto coperta, Diego rappresenta ora l'unica autorità per l'equipaggio della Sable Drake.
"Mi hai sentito?!?" intima Gimble, facendo scorrere per qualche millimetro la lama sul collo di Luìs, Diego cerca il consiglio del fratello, che con occhi di terrore lo guarda senza poter proferire parola, le labbra sigillate dall'incantesimo del bardo. Le armi tacciono per istanti che sembrano infiniti.
Poi Diego getta a terra la spada: "Fate... fate come dice!"
Un boato corre tra gli uomini di Salamanca.
"Perché Juan..." sussurra Garzes a denti stretti.
Juan tace.
"Hai fatto la scelta giusta figlio mio..."
Bart attacca feroce, Garzes scansa il suo colpo con lo scudo girandosi per fronteggiare Juan. Il coloviano è già scattato in avanti con una piroetta su sè stesso, e ruotando solidale al movimento dell'avversario si porta di fianco al capitano, oltre la portata della sua spada. Quindi impugnando al rovescio e con entrambe le mani l'elsa della spada corta affonda un colpo all'indietro sotto la sua stessa ascella. La lama trafigge Garzes dal basso all'alto sotto le costole, attraverso le giunture della corazza. Il capitano sente il respiro venir meno, barcolla allargando le gambe per mantenersi in piedi.
Black Bart ne approfitta menando un fendente alle spalle che recide di netto i bicipiti femorali.
Juan estrae la lama finendo la sua piroetta, terminando faccia a faccia con Garzes che cade sulle sue ginocchia, gli occhi puntati sul coloviano e la bocca spalancata da cui sgorga sangue. Alla mercé dei suoi nemici.
Bart guarda il figlio con compiacimento e ammirazione, preparando la sua sciabola a mietere l'ennesima vittima.
"No, è finita!" urla Gimble dalle scale che scendono dal ponte. "Arrenditi Bart! E' finita! Salamanca ha vinto! I tuoi uomini si sono arresi!"
Il vecchio pirata sorride. Ha vinto e perso tutto allo stesso tempo, ormai è evidente. Ma nulla al mondo gli toglierà il piacere di uccidere il cane di Salamanca.
martedì 10 gennaio 2012
271 - IL SOLDATO ED IL PIRATA
Il capitano avanza circospetto, con lo scudo alzato e l'arma pronta, mentre il monaco e la chierica indietreggiano per lasciargli spazio.
All'improvviso però una voce profonda attira l'attenzione di tutti verso una porta spalancata dall'altro lato del sottocoperta, la porta che conduce alla stiva destinata al tabacco, dove Black Bart aveva fumato la sera prima. Il famigerato pirata avanza chiamando Garzes "cane di Salamanca", con la sciabola impugnata a due mani che ondeggia davanti a sé.
Il Capitano della guardia contrae le labbra, digrignando istintivamente i denti prima di parlare: "E' la fine, maledetto fuorilegge! Il vostro tempo è finito, presto le vostre scorrerie saranno solo un ricordo, e i commerci potranno finalmente fiorire in pace! Salamanca raderà al suolo uno ad uno i vostri covi, non avrete scampo! Arrenditi e accetta di essere giudicato finché puoi, e ti sarà garantita clemenza!"
"Puah!" Black Bart sputa con una smorfia disgustata. "Parli come un damerino effemminato, reciti a memoria la filastrocca che ti ha insegnato quel rammollito di Correia! Siete come vermi di terra che galleggiano su una foglia e si credono padroni del mare! Quando tu ciucciavi il latte di tua madre, io già solcavo queste acque e continuerò a farlo dopo che ti avrò spiccato la testa dal collo!"
Con un ruggito di rabbia il pirata si getta all'assalto di Garzes. Rune e Isabel si spostano di lato per evitare la carica, il monaco afferra l'avambraccio della sacerdotessa facendole cenno verso la scala che porta alla sentina. Diverse persone vestite di cenci e in evidente patimento per gli stenti della prigionia si stanno ammassando, spinte da altre che dietro di loro provano ad uscire, ma impossibilitate nell'avanzare per il rischio di essere coinvolte nel violento combattimento che si svolge nel bel mezzo della stiva.
Bart incalza il suo avversario con una serie di colpi che lo costringono ad indietreggiare riparandosi con lo scudo, poi una finta costringe Garzes a scoprirsi. Il pirata riesce a colpire con una secca piattonata sull'elmo, il capitano barcolla, il sangue cola abbondante dal naso e da una tempia. Black Bart rotea la sciabola per finirlo, ma Garzes appoggia il ginocchio destro a terra per avere stabilità e spinge energicamente riparandosi dietro lo scudo, deviando il colpo e aprendo la guardia del nemico. Il capitano mena rapido un fendente di rovescio, squartando la coscia del pirata. La corsa della spada è accompagnata dal trascinamento di schizzi di sangue e dalle urla di dolore di Bart, che indietreggia zoppicando nel tentativo di riprendere la posizione di difesa.
Garzes ghigna soddisfatto: "Mi hai sottovalutato, bastardo, e hai fatto la tua scelta... preparati a morire!"
Juan si affretta e si getta in ginocchio a lato della griglia di legno marcio che copre la botola di carico della stiva, da cui provengono le voci di Garzes e di suo padre. Bart è ferito ed ogni suo passo traccia sulle assi del pavimento scia di sangue.
"Smettetela dannazione! Non è... non è... necessario!" urla ai contendenti. Ma le sue parole suonano vuote e inascoltate, persino a sé stesso.
Il giovane coloviano sente una morsa allo stomaco. E' giunta l'ora di decidere, di scegliere da che parte stare. L'ora in cui non si può rimanere neutrali. Tradire il suo presente o riscattare il suo passato.
Juan solleva la griglia e balza giù con l'agilità di un gatto.
mercoledì 4 gennaio 2012
270 - BATTAGLIA IN MEZZO AL MARE
"Fino alla morte!" incita Black Bart, mentre il clangore del primo confronto si diffonde, e i lamenti di dolore non tardano ad arrivare.
Juan grida il suo dissenso, ma la sua è una voce tra mille nella furia della battaglia. Suo padre, dopo aver impartito i suoi ordini, si ritira nella porta del ponte anteriore che conduce verso la stiva del tabacco, come se lo scontro fosse un diversivo divertente regalato alla sua ciurma, e allo stesso tempo uno spettacolo troppo vile e di poco interesse per il capitano.
Che macabra ironia!, pensa Juan facendosi largo tra i pirati. La migliore milizia di Salamanca, prova del forte impegno del Governatore Correia nel debellare la piaga pirata, li sta per affondare, senza sapere che così condannerà anche gli schiavi a morte certa. E ancora più beffardo è pensare che solo grazie al loro aiuto a Pinàr del Rio Salamanca ha potuto destinare gli uomini impegnati a sedare le rivolte dei nativi al pattugliamento dei mari.
Sangue e legno bruciato. Cantano le spade.
Le sciabole di Luìs e Diego falciano senza pietà. Nonostante l'organizzazione della guardia del Governatore sia superiore, e Garzes abbia tutta l'esperienza per dare una lezione a quelli che a confronto sembrano una banda malviventi sgangherata, la resistenza tenace dei pirati rende ben lontana la possibilità di una facile vittoria.
Juan si trova a spalleggiare Luìs quando Garzes ha da poco incrociato le armi con il fratello. Il Capitano lo riconosce, Pinàr del Rio è un ricordo ancora fresco. L'istante di distrazione dà occasione a Luìs di affondare, sbilanciando il suo avversario, aprendogli un taglio lungo il bicipite che strappa un lamento di dolore.
Garzes indietreggia ripristinando la guardia. Nei suoi occhi c'è l'evidente speranza di un aiuto inatteso dal suo vecchio alleato.
"Juan! Aiutaci! Salamanca ti sarà grata due volte!" chiede ansimando per la fatica.
La possibile risposta viene interrotta dall'incalzare sul coloviano di un uomo della milizia, che Juan si limita a respingere e mettere fuori gioco con uno sgambetto. Luìs nel frattempo ringhia e attacca ripetutamente Garzes, che tiene con difficoltà la posizione parando di spada e scudo. Suo fratello è sempre stato un abile spadaccino.
"No Garzes! Ferma le balliste e i dardi infuocati! La nave è carica di schiavi! Moriranno tutti!"
Il Capitano si ripara dietro lo scudo e carica a testa bassa spingendo indietro Luìs. Il pirata urta Juan, entrambi perdono l'equilibrio intralciandosi a vicenda.
Garzes li supera con un balzo, mentre Juan sente le mani della guardia che aveva atterrato stringersi attorno al suo collo, e il peso dell'energumeno sopra di sé. Il coloviano ne afferra gli avambracci, vede gli occhi furenti e sente il suo fiato sanguigno a un palmo dal naso.
Stringe i denti, sente la voce del Capitano allontanarsi, verso la stiva, crede di sentirgli dire che la nave è piena di innocenti. Ma sono urla come tante in mezzo al frastuono delle spade.
La presa del suo avversario è ferrea e Juan fatica a divincolarsi; i secondi diventano minuti ed ogni tentativo di liberarsi sembra vano. Finalmente, con un colpo di reni riesce a spostare di poco il corpo del nemico, quindi sferra una poderosa ginocchiata. L'avversario gonfia le guance e strabuzza gli occhi, le sue mani passano dal collo di Juan ai gioielli di famiglia. Il coloviano balza in piedi, si rassetta la casacca e sferra un calcio in bocca al suo avversario. Ora deve muoversi a trovare Garzes.