mercoledì 10 giugno 2009

97 - SUICIDIO

La morte di Azawak scuote il tempio.
Un ruggito profondo si diffonde dalle profondità, seguito dal rumore di pesanti catene che sferragliano, e tutto trema violentemente. La polvere si solleva dal pavimento, e precipita dagli interstizi tra le pietre del soffitto.
"Dio mio... ma cos'è?" bisbiglia preoccupato Gimble.
"C'è un passaggio che continua nelle profondità, dietro la parete che ho aggirato" dice Juan. "E' da lì che provengono questi lamenti."
Dopo essersi curati e aver recuperato alcune pozioni dai cadaveri degli imperiali, gli avventurieri si avvicinano al passaggio indicato da Juan.
Una grata blocca il passaggio, ma dopo una rapida ispezione Gilead non fatica a trovare il meccanismo di apertura.
"Non avrete intenzione di andare là dentro, vero?" realizza preoccupato Juan. "Se Azawak era chiamato Custode dell'Apocalisse... vuol dire che oltre quel corridoio buio troveremo l'Apocalisse... e vi confesso che non ho molta voglia di incontrarla! Su ragazzi... non mettiamoci nei guai... il nostro compito era sistemare Xokleng, poi è diventato uccidere Azawak, ora non vorrete mettervi contro l'Apocalisse! Con Azawak morto il problema è già risolto... questi selvaggi sono a posto e non romperanno più le scatole a Pinàr, andiamocene!"
"Juan non ha tutti i torti..." constata Rune.
"Tuttavia c'è ancora qualcosa che non torna: gli imperiali. Perché erano qui? Dobbiamo scoprirlo, e non mi tolgo dalla testa che chiariremmo molte questioni in sospeso" dice Gimble.
"Ma chi se ne frega! Non troverai tua sorella qui gnomo, te lo garantisco! E poi gli imperiali sono in questa sala, MORTI! Non oltre la grata..." ribatte Juan.
"Gimble ha ragione, potrebbe essere importante. Il fatto che alcuni imperiali siano morti qui non esclude che altri abbiano proseguito nel passaggio" dice pensieroso Gilead. "Suggerisco di proseguire per scoprirlo, ma evitiamo altri scontri, non siamo nelle condizioni di combattere ancora..."
I compagni annuiscono, Juan scuote la testa.

Il corridoio è buio e freddo. Insolitamente freddo. Alla luce delle torce, Gilead indica a Juan qualcosa a terra, poco più avanti. E' una spada, malloreana, abbandonata. Vicino ad essa macchie di sangue rappreso.
"Qualcuno è già passato di qua... e non era nelle sue migliori condizioni..."
Un rumore sordo accompagna l'ennesimo tremore, assieme allo sferragliare di catene. Questa volta ben udibile. Vicino. L'istinto di fuggire pervade gli avventurieri.
"Andiamocene, dannazione!" bisbiglia Juan. Ma Gilead prosegue facendo cenno ai compagni, ancora un po'.
Dopo alcuni metri giace a terra un altro cadavere, sempre un imperiale. La visione crepuscolare di Gimble e Gilead inoltre intuisce che oltre il raggio di illuminazione della torcia, il corridoio si apre su una stanza. Il rumore di catene trascinate a terra è ben udibile, accompagnato da sommessi grugniti.
Gilead avanza verso il cadavere, seguito a breve distanza dai compagni. L'espressione dell'elfo non riesce a trattenere una certa sorpresa: il corpo del soldato di Mallorea giace trafitto dalla sua stessa spada, con le mani ancora serrate sull'elsa!
La mente di Gilead si riempie di interrogativi e paura... suicidio? o cos'altro? cosa può aver spinto a un simile gesto? L'elfo solleva lo sguardo scrutando nella stanza di fronte a sé, aguzzando la sua proverbiale vista per cercare indizi nell'oscurità... delineando i contorni, le sagome...
E capisce...

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