lunedì 18 maggio 2009

92 - UN RITROVAMENTO INATTESO

La fiaccola rotola fino a scontrarsi con la pietra di un'antica porta. Una grossa apertura, grande abbastanza per permettere ad un uomo di entrare, sembra essere stata ricavata a colpi di piccone. Detriti e macerie giacciono a terra vicino alla torcia lanciata da Rune.
La luce tremolante permette a Gilead di scorgere alcune sagome accasciate nella grande sala buia che si estende oltre l'apertura: "C'è qualcosa la dentro, sembrano... cadaveri..."
"Vado avanti io, copritemi" dice Hearst. Il guerriero si avvicina alla porta, afferra la torcia, e si china quel che basta per passare nella parte distrutta. L'odore della morte lo assale con i suoi miasmi.
I compagni lo seguono fino alla fenditura, con i sensi tesi, mentre Isabel accende un'altra fiaccola per illuminare la retroguardia.
Hearst osserva la sala: è molto grande e alta, più larga che lunga, composta con monotonia dai grandi blocchi di pietra con l'occhio in bassorilievo. La luce della torcia fatica ad arrivare alle estremità laterali della stanza, dove si ergono due balconate, una per lato, che ne percorrono tutta la lunghezza con la loro architettura semplice e squadrata.
Lo sguardo di Hearst si posa rapido anche su un'altra porta di pietra, dal lato opposto all'entrata, che sembra aver ricevuto lo stesso trattamento poco delicato della precedente.
Hearst fa cenno di avanzare. Gimble è il primo a passare oltre l'apertura, seguito dagli altri.
"Sono quattro cadaveri." dice Hearst mentre si china ad esaminare quello più vicino.
Gli occhi del guerriero osservano rapidi... un uomo in armatura, ma non un avventuriero... tutti i cadaveri hanno la stessa "uniforme" e ottimo equipaggiamento: una corazza di piastre, spada lunga, scudo pesante... le ferite sono ferite di artigli, di perforazioni... sono morti in battaglia contro un nemico che non è qui...
Un brivido percorre la schiena di Hearst come se si aspettasse ciò che stava per vedere. Con le dita il guerriero accarezza il simbolo sulla corazza del soldato. Una rivelazione inquietante. Ma inequivocabile.
Il simbolo di Mallorea graffiato per l'usura fa capolino su uno degli spallacci. Soldati Imperiali... milizia dell'Imperatore... in questo posto dimenticato da Dio... a oltre mille miglia da Millenia, la capitale dell'Impero... lontano dai feudi, in queste colonie dove i legionari sono così rari; no nemmeno nelle colonie, in un'isola di selvaggi!!
Le domande si affollano nella mente di Hearst, così come in quella dei compagni che, avvicinatisi, realizzano il misterioso ritrovamento e vengono colti dagli stessi inquietanti interrogativi.
Gimble, con lo sguardo stupito di chi accede ad un'improvvisa rivelazione, bisbiglia le parole che ricorda pronunciate da Xokleng: "...i tuoi fratelli bianchi dalla pelle di ferro che vennero e rubarono l'Idolo del Fuoco..."
Ma mentre pronuncia queste parole, ad un tratto, una nebbia fitta si solleva nella stanza...

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