sabato 28 novembre 2009

137 - GIU' NEL POZZO

"Ecco qua" dice Gilead "ci sono diversi oggetti interessanti, pozioni curative e pergamene magiche."
Gimble si concentra, richiamando alla mente la filastrocca e i gesti che gli servono per individuare le aure magiche. Quando lo gnomo recita l'ultima rima, ai suoi occhi il mucchietto di oggetti raccolti da Gilead comincia a brillare di una leggera luce azzurra.
"Percepisco un'aura magica legata a incantesimi di protezione attorno ai bracciali del mezzorco e al corpetto di cuoio borchiato di Kade, che peraltro sembra calzarmi a pennello. I suoi pugnali invece non sono magici, anche se sono di ottima qualità. Le pergamene di incantesimi di Mara mi torneranno utili in futuro. Dividiamoci le pozioni..."
"Rune, tu non hai alcuna protezione, credo che i bracciali ti possano essere utili." dice Isabel.
Il monaco compie un inchino leggero: "Se il vostro desiderio è quello di donarmeli, li accetto con gratitudine. Ne farò uso per difendere le nostre vite."
Gilead, pensieroso, si avvicina alla porta da cui era fuggito Zaran: "Direi che abbiamo perso fin troppo tempo. Se questo Zaranzargûl è invischiato in tutta la faccenda come si evince dalle lettere che abbiamo ritrovato, è bene acciuffarlo e fargli qualche domanda a riguardo..."

Il Pozzo. Ecco il motivo del nome di questo quartiere di Salamanca.
Oltre la porta, in una grossa stanza dove dominano il buio e l'umidità, il Pozzo affonda nelle profondità della collina di Salamanca. Un buco nel cuore della città, con un diametro di una ventina di piedi, di cui è impossibile vedere il fondo.
Hearst si sporge con una torcia per vedere: una scala stretta scende nell'oscurità lungo le pareti. Dalla scala, ad intervalli regolari, finestre ad arco si aprono nei muri di mattoni sul baratro, creando l'effetto ottico di una spirale di arcate che si perde nelle profondità silenziose del Pozzo.
Il tempo è scandito dalle gocce di condensa che si staccano dagli archi e dal soffitto della stanza, cadendo sulla pietra e nell'acqua invisibile in fondo al pozzo.
"Da qui Zaran non si vede..." constata Hearst. "Ma non diamoci per vinti. La discesa non è difficile, gli scalini sono in buone condizioni, andiamo!"
I nostri eroi cominciano la discesa, con Juan che chiude la fila. Il suo volto ha un'espressione disgustata, e a Gimble che gli chiede se c'è qualcosa che non va, risponde: "Sai che non mi piacciono i luoghi sporchi, umidi e che puzzano di sotterraneo: ecco, questo è uno di quelli..."

martedì 24 novembre 2009

136 - GIUSTIZIA SOTTO LA LUNA PIENA

"Per tutti i santi, sai solo tu come hai fatto..."
L'immagine sfocata di Isabel è la prima cosa che Hearst vede quando apre gli occhi. La testa gli fa male, anzi, fa male dappertutto. Deve aver dormito mille anni.
Le mani della sacerdotessa s'illuminano di blu: il dolore si placa un poco, e anche la consapevolezza si fa strada nel caos dei pensieri del guerriero.
Isabel fa ricorso a tutte le sue preghiere, a tutte le sue energie per curare i compagni. Rune, ancora dolorante, aiuta Juan: la pozione guaritrice e gli incantesimi della chierica l'hanno salvato in extremis da morte certa.
Gimble guarda i cadaveri dei nemici, mentre una strana sensazione lo assale, fatta di tristezza e angoscia. La stanza sembra un teatro degli orrori, c'è sangue dappertutto: il corpo di Mara giace accasciato in posizione innaturale, con l'osso del collo spezzato dai colpi del monaco; Kade, prono, tende in avanti il braccio, nell'ultimo insensato tentativo di cercare l'aiuto della sua guardia del corpo, uccisa nel rigore di una paralisi che non l'abbandona nemmeno dopo la morte.
E poi quell'uomo. Il lupo. Un viso sconosciuto, un perfetto nessuno, a terra, nudo, col costato trafitto dalla spada di Hearst. Nessun tatuaggio delle Lacrime Rosse sul suo corpo. Chi era?
Parziali risposte attendono lo gnomo oltre la porta sfondata dal licantropo dalla quale era uscito il misterioso negromante Zaran. All'interno della piccola stanza vi è una gabbia, con il lucchetto aperto, in cui il lupo mannaro veniva probabilmente tenuto prigioniero.
Ma perché? si chiede Gimble. All'improvviso lo gnomo realizza. Ma certo! Non uno, ma *due* lupi mannari! Meis non era responsabile degli omicidi sulla gente comune. Meis usava la sua malattia per colpire i criminali... oltre i vincoli e i limiti della Guardia cittadina. Di giorno il metodico generale attento alla gestione dei problemi da dietro una scrivania, o attorno ai tavoli delle sale consiliari, in equilibrio tra politica e dovere. Di notte un giustiziere, creduto un mostro, ma implacabile...
Le Lacrime Rosse hanno usato un Licantropo per stanarlo, a loro volta.
"Gilead, dai un'occhiata ai corpi, vedi se c'è qualcosa che ci può essere utile". Gimble si volta verso Juan: "Juan, vieni con me, ho bisogno del tuo aiuto. Credo che qui dentro troveremo non poche cose interessanti sui traffici di questi furfanti... e forse anche qualche notizia sul nano dalla faccia di ferro..."

"A posto..." bisbiglia Juan, strizzando l'occhio allo gnomo. La serratura dello scrigno davanti a loro non è più un problema.
Ma la testa e gli occhi di Juan sono altrove, oltre le sbarre che dividono in due la stanza al piano superiore. Scrigni, denaro, quadri, oggetti d'arte: la tesoreria delle Lacrime Rosse. Un tesoro degno di questo nome, imponente frutto delle attività illecite del malvagio Kade. Mentre Gimble apre lo scrigno senza curarsene, Juan non riesce a resistera al fascino di tale ricchezza.
Spasmodicamente s'avventa sulla serratura della porta metallica: un meccanismo dannatamente difficile, ma può farcela... ha solo bisogno di calma...
Un tentativo, un secondo, poi un altro e un altro ancora. Niente da fare. E' troppo difficile, ma ci deve essere una maniera... Juan riprova, ancora, e ancora...
"Dannazione!"
Gimble si volta verso il giovane coloviano: "Juan! Lascia perdere! Se anche ci riuscissi, gli altri non sarebbero d'accordo..."
Juan fissa lo gnomo: che gliene importa degli altri?
"Quelli è un tesoro che, del resto, appartiene a Salamanca" continua Gimble. "Non riusciresti nemmeno a portarlo via, prima dell'arrivo di Jeros e della guardia cittadina. Piuttosto, guarda qua..."
Lo gnomo mostra a Juan alcune monete recanti l'effigie della duchessa Berenziah di Berenzan, come quelle che Grolac aveva ottenuto dai pirati BlackRabbit.
"Grolac è stato qui, non può essere altrimenti... e quel bastardo di Kade lo sapeva, ma me l'ha sempre nascosto..." sibila Gimble rabbioso. Non sa spiegarsi perché Grolac fosse con le Lacrime Rosse. In verità non ne ha nemmeno la certezza. Ma se lo sente, ne è certo. I poco di buono vanno a braccetto con i poco di buono...
Juan e lo gnomo rovistano rimediando alcune pozioni, tra cui un antidoto per veleni.
"E questa cos'è?" dice Gimble srotolando una missiva.

K.,
Zaran potrà darti una mano con la questione del Licantropo. Egli sostiene di poter insinuare la malattia su uno schiavo per creare un secondo lupo mannaro che colpisca degli innocenti, in modo da far salire la rabbia cittadina. In questo modo la Guardia non potrà più ignorare la presenza del mostro in città, e, anche nell'eventualità che lo faccia, potrai utilizzare il nostro Licantropo per attirare in trappola quello originale. La nuova tratta proposta da Zaran ci sta facendo fare un mucchio di soldi, i nostri amici pirati non si sono certo tirati indietro su un affare così redditizio. Continua a inviarci gli schiavi che riesci ad ottenere. Il nano dalla faccia di ferro che si è comprato la libertà e che mi hai mandato, si sta rivelando un ottimo affare, grazie a un'ottima idea di Zaran: il fatto che si sia comprato la libertà è stato quasi più vantaggioso per noi che per lui. Finché ci servirà bene lo terremo dalla nostra parte. Quando non ci servirà più, lo venderemo a Rakoud.
H.

"Torniamo dagli altri" dice Gimble "credo sia meglio metterli al corrente di tutto ciò..."

mercoledì 18 novembre 2009

135 - LA FINE DI KADE

Mara lancia un urlo gettandosi di lato, mentre il grosso licantropo uscito dalla porta chiusa da Zaranzargûl si scaglia nella stanza. La sorpresa nel vedere un altro lupo mannaro lascia sconcertati gli avventurieri, che non hanno la prontezza di riorganizzarsi. Juan non ha vie di fuga. Il lupo si getta su di lui, mentre Isabel gli urla di fuggire. Gilead afferra le frecce d'argento che gli rimangono e comincia a tirare sulla terribile bestia.
Kade approfitta della distrazione per tentare di sgattaiolare via, ma Gimble è attento: lo gnomo afferra la bacchetta dei dardi incantati e la punta sull'halfling: un globo violaceo disegna una traiettoria curva nella stanza, lasciando dietro di sé una scia di luce. Il dardo magico si abbatte senza errore su Kade, che scivola, cacciando un urlo di dolore stridulo. La magia di Gimble dà a Rune e Hearst il tempo di recuperare il mefitico nemico, ed incalzarlo con i loro attacchi. L'halfling alle strette combatte con la forza della disperazione, sgusciando tra gli attacchi dei nostri eroi, aprendo profonde ferite con i suoi coltelli.
Lo spadone di Hearst è un'arma troppo lenta per il rapidissimo halfling.
"Non mi avrete! Non mi avrete! Mara uccidili!!!" urla impazzito Kade. Mara, allontanatasi dal lupo, non si fa pregare e assale Rune alle spalle, affondando le sue spade nelle carni del monaco.
Nel frattempo Juan è in seria difficoltà alle prese con il licantropo.
"Hearst, Juan è in pericolo! Prendi il mio Bagliore argenteo!" grida Isabel.
Hearst si disimpegna, esponendosi tuttavia agli attacchi di Mara. Le spade della donna lo feriscono durante la sua ritirata.
Il guerriero raggiunge la sacerdotessa, e afferra il suo unguento: con gesti rapidi lo spalma sullo spadone, poi si volta, pronto a caricare il licantropo.
"Aspetta!" Isabel lo afferra per un braccio. La chierica bisbiglia una preghiera dolce, mentre la sua mano si illumina di blu. Le ferite di Hearst si rimarginano. E non sono solo ferite del corpo. Da quella sera alla Stella del Sud, erano state poche le parole tra i due.
"Grazie..." sussurra Hearst. Quindi con un urlo spaventoso si precipita all'attacco del mostro.

Rune vede solo Kade. I colpi dell'halfling e di Mara lo fanno sanguinare, ma lui non ci bada.
La risata del malvagio mezzo uomo accompagna una delle coltellate all'addome del monaco: "Ihihihihahah!!!..... Huh!?!"
Kade osserva allibito i pugni di Rune stretti attorno alle lame dei suoi coltelli. Sanguinano, ma non sembrano provocargli dolore.
"Mara aiuto! Uccidilo! Uccidilo!!!"
Ma Rune subisce impassibile gli attacchi della donna. Non sente dolore. Nella sua mente c'è solo Kade. Quando la sua concentrazione è massima, il monaco stringe ancora di più i pugnali del nemico e scatena su di lui un primo calcio, poi un secondo, e un terzo, una raffica. Kade non ha scampo, immobilizzato, le sue ossa si frantumano sotto gli incalzanti colpi di Rune. Con un ultimo, poderoso, calcio girato il monaco finisce l'halfling, trovandosi già voltato a fronteggiare Mara.
La donna lo osserva terrorizzata, consapevole che non sfuggirà alla sua ira.

Quando Hearst si avvicina alla bestia, le frecce di Gilead l'hanno già ridotto a un puntaspilli, ma il lupo non sembra vacillare. Juan ha combattuto valorosamente, tenendo il mostro lontano dai compagni, ma ora giace a terra senza sensi, in un lago di sangue.
Gli artigli del lupo raggiungono il guerriero: la bestia è infuriata, e molto forte. Hearst è già provato e non riesce ad evitare gli attacchi efficacemente. Basta una distrazione e un'artigliata supera le sue difese: le unghie gli perforano l'addome. Hearst strabuzza gli occhi, mentre sente il calore del suo sangue colargli sulle gambe. La vista s'appanna di rosso, le ginocchia cedono.
Non posso mollare... Hearst sa che se cede ora, Juan morirà, e anche i compagni. Il guerriero fa ricorso alle sue ultime forze, stringendo l'elsa dello spadone, mentre il licantropo si scaglia su di lui. Istintivamente Hearst spinge la lama verso il mostro. Poi sente il sangue, solo il sangue...

sabato 14 novembre 2009

134 - ACROBAZIE DI LAME

Rune balza indietro, appena in tempo per evitare il pugno devastante del mezzorco. Hearst lo guarda, col fiatone. Anche Rune, come lui e come Juan, presenta profondi tagli su tutto il corpo. Il sangue cola dappertutto, appesantendo i vestiti. Kade è letale in braccio alla sua guardia personale.
Il mezzorco muto è il suo punto d'appoggio da cui balzare sui nemici, con acrobazie degne di una scimmia. Kade può scrutare dall'alto la situazione, mentre gli avversari non riescono nemmeno ad avvicinarsi al poderoso energumeno: una sorta di fortezza vivente. Quindi, al momento adatto, Kade sfrutta la sua agilità per spostarsi sulla testa, sulla spalla, su un braccio o aggrappato alla schiena, e da lì portare i suoi attacchi con le lame affilate o con i pugnali da lancio.
Dalle retrovie Gilead bersaglia i nemici con le frecce, ma non gli è facile andare a segno nella concitazione del combattimento: il rischio di colpire un compagno è troppo alto. Gimble tiene alto il morale con la musica bardica.
Nel medesimo istante, Isabel solleva il simbolo sacro e comincia ad invocarne il potere. Mara sembra notarlo e scatta nella sua direzione. La ragazza si è già dimostrata essere un osso duro, peraltro in grado di usare la magia per proteggersi. Juan rapido si frappone a proteggere la compagna: "Isabel, fai presto!"
Un rumore secco di legno incrinato distrae tutti per un istante. Un colpo violento scuote la porta chiusa da Zaran.
"Riproviamo!" urla Rune gettandosi all'attacco "Hearst, tu a sinistra!"
"Ihihih!!! Ihihih!!!" Kade ride eccitato dal sangue "Non vi servirà a nulla! A nulla!!!"
Rune attacca frontalmente il mezzorco con un calcio, mentre Hearst lo aggira. La guardia di Kade si adopera per parare il colpo del monaco con l'avambraccio.
Bene! pensa Hearst è sbilanciato verso Rune...
Il mezzorco attacca il guerriero, allunga il braccio, ma il pugno è debole, facile da evitare. Ha abboccato, idiota, adesso sei mio... ma cosa...?!
Hearst strabuzza gli occhi mentre Kade corre come un gatto in equilibrio sull'arto del suo servo. Il guerriero lo guarda, incapace di reagire per tempo. L'halfling, arrivato sul dorso della mano spicca un balzo mortale oltre le spalle del guerriero: ancora in volo i suoi coltelli s'infilzano nella schiena di Hearst, quindi con un movimento elegante li estrae atterrando al termine della sua capriola, spalle alle spalle dell'avversario, seguito da due scie di sangue che disegnano la traiettoria delle lame.
"HEARST!!!" urla Rune. Lo sguardo del guerriero vacilla. Il mezzorco posa gli occhi su di lui pronto a finirlo.
Ma il braccio della guardia di Kade si blocca a mezz'aria, paralizzato in modo innaturale. Isabel! Isabel lo ha bloccato!
Rune non si fa sfuggire l'attimo. Il monaco concentra tutta la sua forza, deve colpire una sola volta, in modo letale. Rune urla, quando la potenza del suo pugno si scatena sul petto del nemico. Il rumore delle costole e dello sterno che si spezzano, che perforano il cuore e i polmoni, il sangue dalla bocca.
Ma nessuno ha il tempo di gioire o preoccuparsi.
Un rumore secco di legno spezzato e schegge impazzite in tutta la stanza preannunciano l'ingresso di un avversario inatteso. Un ululato copre il rumore della battaglia.

giovedì 12 novembre 2009

133 - L'ACCOGLIENZA DI UN ASSASSINO

Rune si avvicina alla porta in fondo al corridoio, e vi poggia l'orecchio. Silenzio.
Arrivare fin qui non è stata una passeggiata. Trappole, trappole ovunque. E sicari. Certo, c'era da aspettarselo.
Con un movimento deciso il monaco spalanca l'uscio ed entra. E' questione di un battito di ciglia. Il pugnale rotea nell'aria come a rallentatore, riflesso negli occhi di Rune. Il suo braccio è un fulmine, col dorso della mano colpisce l'elsa, deviando il dardo, che si conficca nelle travi di legno del soffitto.
"Ihihih! Ottimi riflessi, non c'è che dire!"
In fondo alla sala Kade sghignazza appollaiato sulla spalla del suo servo mezzorco. Mara sorride, al loro fianco, con le spade corte sguainate.
"Pessima accoglienza, non c'è che dire" ribatte sarcastico Rune, mentre anche i compagni fanno il loro ingresso.
La stanza è più lunga che larga, e ci sono torce lungo le pareti. In fondo, oltre Kade e i suoi, due porte: una esattamente dietro di loro, una lungo il muro di sinistra, ed una scala di legno per il piano superiore.
Il volto di Kade si contrae in una smorfia, come se per lui l'espressione severa fosse uno sforzo: "Siete degli stupidi. Potevate sparire e avere salva la pelle..."
"Non dopo quello che hai fatto a Meis, e non senza le informazioni su mia sorella che avevi promesso" lo interrompe Gimble.
"Il trattamento che ho riservato al Capitano della Guardia non è molto dissimile a quello che voi avete riservato ai miei uomini dopo il nostro primo incontro... vedetela così, vi ho reso pan per focaccia... ihihih!!!"
Il viso di Kade si fa di nuovo serio, mentre sfodera due lunghi pugnali da mischia dall'elsa d'avorio: "e adesso basta con le ciance, è giunt..."
L'halfling è interrotto dall'aprirsi della porta alle sue spalle. Ne esce un uomo completamente glabro, avvolto in una lunga veste nera, che la richiude con il chiavistello.
"Zaran, è un piacere che tu ti unisca alle danze" sogghigna Kade.
Zaran... Zaranzargûl... il negromante della lettera.
Ignorando le parole di Kade, senza il minimo cenno di reazione, Zaran si avvicina alla seconda porta e vi entra, lasciando di sasso l'halfling.
Kade sembra non riuscire a trattenere la rabbia, e stizzito sbraita con gli occhi fuori dalle orbite per l'offesa subita: "Cane maledetto!!! Ti prenderò e ti sbudellerò con i miei stessi coltelli quando avrò finito con loro!!! UCCIDIAMOLI!!! UCCIDIAMOLI TUTTI!!!"

lunedì 9 novembre 2009

132 - UNA LETTERA MISTERIOSA

La luce della torcia di Rune illumina una stanza piena di casse accatastate vicino alle pareti. Il monaco entra per primo, accompagnato da Gimble e Gilead. Alla destra dell'entrata, c'è un tavolo robusto appoggiato al muro, pieno di scartoffie e incartamenti. Sotto di esso una cassapanca, e alla sinistra uno specchio.
Ad un tratto un rumore sospetto allerta Rune. Girandosi di scatto, il monaco scorge appena in tempo la sagoma di una Lacrima Rossa che balza fuori dal suo nascondiglio dietro le casse, brandendo un lungo pugnale.
Il malvivente affonda il colpo, ma il monaco è svelto a spostarsi. Rune molla la torcia e quando l'avversario è sbilanciato in avanti, gli cinge il braccio dell'arma. Rapido e letale, fa leva con tutte le sue forze sull'avambraccio del nemico. Il gomito dell'avversario di torce in maniera innaturale, mentre il rumore delle ossa frantumate risuona secco nella stanza. La Lacrima Rossa non riesce nemmeno a urlare di dolore che il monaco ha già lasciato la presa, e gli assesta un colpo alla gola col taglio della mano. L'assassino cade a terra senza sensi emettendo un rantolo strozzato.
"Attenti!" urla Rune.
L'allarme del monaco è accompagnato dal bagliore metallico di un pugnale da lancio scagliato dall'oscurità, che ferisce Gimble ad una spalla. In tutta risposta lo gnomo invoca le luci danzanti, che illuminano a giorno la stanza. Questa mossa coglie impreparati due nemici, ancora allo scoperto nell'intento di scagliare coltelli. Gilead non si fa pregare, e in men che non si dica due frecce trafiggono a morte gli avversari.

Isabel e Rune esaminano le carte presenti sul tavolo. La chierica si sofferma sui simboli arcani tracciati su di esse. Non sono pergamene magiche, questo è certo... sembrano per lo più appunti, ricette alchemiche, con occulti riferimenti di negromanzia... ma cosa ci fanno qui?

"Allora, Juan?" chiede Gimble al giovane coloviano, impegnato nell'armeggiare con la cassapanca sotto il tavolo.
"Non è per nulla semplice... ha una serratura complessa e... merda!"
Juan si ritrae di scatto. Un lungo ago, scattato fuori da un comparto nascosto al fianco della serratura, sfiora la pelle delle sue mani.
"Un ago velenoso... c'è mancato poco..."
Lentamente Juan rimuove il meccanismo, prima di riprendere con la serratura. Dopo alcuni tentativi la cassapanca si apre.
Gimble afferra gli oggetti al suo interno, esaminandoli: "Ottimo! Guardate, una pozione curativa, sì questa blu... e quest'altra, contro le malattie e... meraviglia! Questa bacchetta se non vi dispiace, vorrei tenerla io... è proprio uguale a quella di cui mi raccontò un apprendista mago alcuni anni fa: può scagliare dardi incantati!"
"E questa cos'è?" Juan afferra una custodia di cuoio, che avvolge una pergamena. Svolgendola, si rivela essere una missiva, di cui comincia a leggere il contenuto.

"Zaranzargûl,
gli ordini del nostro Signore sono chiari.
La tratta degli schiavi ha la priorità per il mio fine in questo momento, quindi concentrati su di essa.
Lascia perdere le Reliquie, manderemo un altro emissario per occuparsene.
Prendi contatto con le Lacrime Rosse a Puerto del Principe: il loro capo si chiama Henox. Con le tue abilità e la tua scaltrezza non ti sarà difficile convincerli a organizzare la tratta e le navi per Bakaresh. Ho bisogno di sempre più uomini ed è molto più facile eludere i Governatorati che le milizie del Granducato. Offrigli il denaro e le ricompense che sai. Ma non far menzione dei nostri piani, a nessuno, o il nostro signore avrà la tua testa, negromante.
Rakoud ibn Mouqtadir"

"E questo che significa?" chiede Isabel sorpresa e preoccupata. "Chi sono questi Zaranzargûl, Rakoud...? Schiavi? Ma che succede qui?"
"Non lo sappiamo, ma abbiamo il dovere di scoprirlo..." dice Rune.
"Poco importa chi sono." Hearst procede risoluto verso l'unica porta oltre quella da cui sono entrati. "Passeremo anche loro a fil di lama se necessario!"

giovedì 5 novembre 2009

131 - NEI CORTILI DEL POZZO

"Forza! Non perdiamo tempo!"
Gilead incita i compagni, mentre sfila la spada dal corpo di un nemico. Isabel annuisce: la morning star è sporca del sangue del suo avversario, che ora giace ai suoi piedi.
Rumori di battaglia provengono da oltre le case. Le difese lungo i vicoli sono basse, il piano di Jeros sta funzionando.
I nostri eroi percorrono veloci le viuzze strette, fino ad arrivare vicino alla piazzetta in cui aveva trovato la morte Meis. Sul limitare dell'ultimo vicolo, si fermano, nascosti tra le mura di edifici troppo vicini.
"Ecco, dobbiamo entrare là" bisbiglia Rune indicando la porta dell'abitazione segnalata da Jil.
"La sfondo io..." dice Hearst.
"No!" Juan lo afferra per un braccio. "Lascia fare a me. Non dimenticare che l'aver imparato l'arte di arrangiarsi, mi ha insegnato anche a saper trattare coi luoghi chiusi..."
"Lascia che ti aiuti." Isabel stringe il simbolo di Erevos e ne invoca il potere. Improvvisamente la figura di Juan si sfuoca e si dissolve. "Ora sei invisibile. Nessuno saprà dove sei."
Il giovane coloviano si muove furtivo verso l'entrata, mentre Gimble e Gilead sondano i tetti. Lo gnomo segnala una Lacrima Rossa di guardia sopra il nascondiglio di Kade. L'elfo tende il suo arco, prendendo la mira, in attesa di colpire al momento opportuno.
Juan si accuccia vicino alla porta. I suoi occhi esperti sondano i cardini e la serratura, e l'area circostante, mentre le dita frettolose cercano gli attrezzi da scasso nella borsa da cintura.
Bene... non sembrano esserci trappole... un eccesso di sicurezza da parte di quel mezzo uomo... Juan sorride ai suoi stessi pensieri, mentre con il ferro piatto mette in tiro la serratura. Poi rapido fa scivolare il grimaldello, muovendolo con scatti precisi, l'orecchio teso a percepire i movimenti del meccanismo. Al momento giusto Juan fa fare un mezzo giro secco al ferro piatto: la serratura cede, e la porta si apre.
Nello stesso istante Gilead rilascia la corda del suo arco, e la freccia sibila impietosa, conficcandosi nella gola del malvivente appostato sul tetto.
"Via libera, andiamo!"

L'interno dell'abitazione è deserto. Due stanze al piano terra, una al piano superiore, con una porta che dà sulla passerella da cui Kade qualche notte prima assisteva alla morte del Licantropo.
Dopo una breve esplorazione i nostri eroi si radunano.
Juan scende compiaciuto dal piano superiore. All'insaputa dei compagni la sua borsa contiene una pozione curativa e qualche moneta in più, rimediate in una cassapanca lucchettata a lato di un pagliericcio.
"Trovato qualcosa?" domanda Gimble. Gli avventurieri scuotono la testa. Niente, non c'è traccia di Kade.
"Eppure..." Gilead tasta una delle pareti sul lato sud della casa. Qualcosa non lo convince. Le sue mani sentono uno spiffero. Spinge leggermente, udendo un flebile cigolio. "Una porta nascosta!"
Hearst si fa avanti e apre il passaggio. Dall'altro lato una stanza buia li attende.
"Ci siamo..."

martedì 3 novembre 2009

130 - COLPIRE AL CUORE

Isabel e Rune seguono Don Manuel Candela lungo la navata sinistra della basilica. Il monaco tiene stretto per un braccio Jil, che gli cammina a fianco strascicando i piedi, ma senza opporre resistenza, con lo sguardo basso.
Il prelato apre una piccola porta intarsiata situata poco prima dell'area occupata dall'altare, attraverso la quale si accede alla sagrestia.
Don Manuel fa cenno di accomodarsi e richiude la porta dietro i suoi ospiti.
"Eccoci, Jeros."
L'ufficiale saluta il monaco e la sacerdotessa congiungendo le mani sul pomo dell'elsa della sua spada e compiendo un leggero inchino con la testa.
"Il motivo per cui ci siamo messi in contatto con te è perché sappiamo dove si trova Kade." Rune dà una spintarella in avanti a Jil. "Un fortuito incontro con questo furfantello ci ha permesso di avere le informazioni che cercavamo sul nascondiglio dell'halfling nei Cortili del Pozzo... ma lascia che ti spieghi meglio..."
Srotolando sul tavolo della sagrestia una mappa della città, Rune mostra a Jeros le recenti scoperte. La tana di Kade si trova in un intrico di vicoli e case, in un'area adiacente a quella in cui gli avventurieri avevano affrontato il Lupo alcune notti prima. Senza saperlo, erano praticamente in casa del loro attuale nemico.
"La posizione del nascondiglio di Kade è piuttosto interna al quartiere dei Cortili del Pozzo, difficilmente raggiungibile da parte nostra, senza incappare nelle Lacrime Rosse di guardia..." dice Rune.
"...che significa dare il tempo a Kade di darsi alla fuga. No, dobbiamo fare in modo che quel delinquente sia occupato a organizzare i suoi uomini." continua Jeros pensieroso.
"Farò entrare in azione la guardia cittadina. Porteremo un attacco nella zona nord dei Cortili del Pozzo, sarà un diversivo utile a spostare le difese delle Lacrime Rosse. Ma nel frattempo dovrete colpire al cuore, dritti all'obiettivo. Kade non deve avere il tempo di capire che l'attacco è rivolto a lui, e non periferico."
Jeros fissa i due avventurieri: "Non sarà facile penetrare le difese del nemico, perlopiù in modo rapido e preciso... ma è l'unica possibilità che abbiamo. Bisogna agire in fretta."
Rune risponde risoluto: "Noi siamo pronti. Possiamo andare anche subito."
Jeros sorride: "Datemi il tempo di organizzare i miei uomini. Combatteremo con la luce, in modo che sia più facile stanare quei furfanti, maestri nel nascondersi nelle tenebre. Quando la meridiana della basilica segnerà due ore dopo il mezzodì, la guardia attaccherà. Siate pronti."
"Lo saremo." Rune guarda Jil. "Jeros, ti affidiamo questo ragazzo. Crediamo abbia bisogno di imparare ad essere un bravo cittadino, a differenza di quel che è stato finora. E' troppo giovane per rovinarsi la vita con il crimine. Di sicuro saprai come trattare con lui."
Jil guarda i presenti nella stanza: il suo sguardo esprime preoccupazione e meraviglia allo stesso tempo.